Chi non ha mai sentito la leggenda di Dracula alzi la mano!Bè, io sin da piccola ero affascinata dalle storie di vampiri e sognavo
di poter andare a visitare il tetro castello di Vlad Tepes.
Quest'estate il sogno si è avverato: destinazione Romania per un tour di otto giorni, dal 27/08 al 4/09. A molti sembrerà una meta insolita, ho ancora nell'orecchio le "perplessità" espresse da amici e conoscenti, ma solo se si visita un paese si può dare la propria opinione!
Quest'estate il sogno si è avverato: destinazione Romania per un tour di otto giorni, dal 27/08 al 4/09. A molti sembrerà una meta insolita, ho ancora nell'orecchio le "perplessità" espresse da amici e conoscenti, ma solo se si visita un paese si può dare la propria opinione!
La Romania è una nazione molto vasta: ho cercato, quindi, di organizzare un itinerario che facesse toccare a me e al mio fidanzato le principali bellezze architettoniche e naturalistiche. Due giorni nella capitale poi tappa a Sinaia, nella Valle di Prahova, e a Brasov, cittadina della Transilvania, ottimo punto di partenza per la visita al castello di Bran e alla fortezza di Rasnov.
I voli della Tarom (compagnia di bandiera romena) da e per
Bucarest hanno prezzi più bassi rispetto a quelli dell'Alitalia. Per gli alberghi non potevo che affidarmi a Booking!
DAY 1
Una volta atterrati a Bucarest, nel primo pomeriggio, dobbiamo raggiungere il centro dall'aeroporto Otopeni, che si trova circa
17 km a nord della città. Il metodo più economico è il bus Express
783, che passa fuori dall'area ARRIVI e fa capolinea a Piata Unirii. Il costo è di 3,5 lei a persona, al quale va aggiunto il costo di 1,6 lei della tessera elettronica: si acquista il tutto al chiosco presso la fermata del bus.
TIP
TIP
•OBLITERARE I BIGLIETTI: se viaggiate in più persone, i biglietti verranno caricati sulla stessa tessera. Per convalidare i
biglietti, bisogna premere il PULSANTE 1, avvicinare il biglietto al chip e attendere che il led diventi verde; si allontana il biglietto, si preme il PULSANTE 2, si avvicina il biglietto al chip e si attende che il led diventi nuovamente verde. Tenete la tessera
elettronica, valida solo per i mezzi di superficie e non per la metro, perché è ricaricabile e non la dovrete ripagare.
Obliteratrice sui mezzi pubblici
|
Altro mezzo è il taxi che in Romania non ha costi elevati come in Italia. Con circa 35 lei si raggiunge in tutta comodità il centro.
L'albergo che ho scelto è il Grand Boutique Hotel, un quattro stelle nel Settore 2 della città, a due passi da Piazza dell'Università. È ospitato in un palazzetto di inizi XX secolo, con arredamento in stile. Le camere sono ampie e spaziose e il personale è estremamente gentile e disponibile. Altra nota positiva è la colazione: eccezionale! Unica pecca: si trova in una strada con palazzi fatiscenti e in parte abbandonati, ma questa è una caratteristica di tutta Bucarest!
L'albergo che ho scelto è il Grand Boutique Hotel, un quattro stelle nel Settore 2 della città, a due passi da Piazza dell'Università. È ospitato in un palazzetto di inizi XX secolo, con arredamento in stile. Le camere sono ampie e spaziose e il personale è estremamente gentile e disponibile. Altra nota positiva è la colazione: eccezionale! Unica pecca: si trova in una strada con palazzi fatiscenti e in parte abbandonati, ma questa è una caratteristica di tutta Bucarest!
Come primo giorno, decidiamo di fare una passeggiata perlustrativa nel centro città, visto che è quasi l'ora di cena! Il quartiere Lipscani è il cuore medievale di Bucarest e oggi le sue strade
sono animate da locali, ristorantini e negozi. Questo era il centro dei commerci, il nome deriva, infatti, dai mercanti di Lipsia, i più ricchi e attivi. La strada principale è proprio Strada Lipscani,
via pedonale dove poter passeggiare in tranquillità. La fame e l'ora
si fanno sentire e ci accomodiamo ai tavolini della Taverna Covaci (strada Covaci 1), un accogliente ristorante tradizionale che
serve piatti tipici romeni. Stinco di maiale con patate, mititei
(rotolini di carne spezzata con erbe
aromatiche, cotti alla griglia) con spinaci e un tagliere con salumi e formaggi locali: come cena
tipica non ci possiamo lamentare, il tutto per circa 40€.
Nel tornare verso il nostro albergo (un po' appesantiti!), assistiamo ad una manifestazione musicale gratuita presso i giardini di piazza dell'Università: una folla di spettatori, sia anziani che giovani, intenti ad ascoltare arie classiche in una piacevole serata estiva. Ci confondiamo anche noi tra di loro, trasportati dall'entusiasmo, prima di far rientro in hotel.
Nel tornare verso il nostro albergo (un po' appesantiti!), assistiamo ad una manifestazione musicale gratuita presso i giardini di piazza dell'Università: una folla di spettatori, sia anziani che giovani, intenti ad ascoltare arie classiche in una piacevole serata estiva. Ci confondiamo anche noi tra di loro, trasportati dall'entusiasmo, prima di far rientro in hotel.
•MANCE: le mance al ristorante non sono assolutamente
obbligatorie. I camerieri tenteranno in tutti i modi di "spillarvi" il
10%-15% del conto, dicendovi che il servizio non è incluso, ma non fatevi imbrogliare: la mancia è, come in tutti i paesi, una regalia e non un obbligo di legge, tant'è vero che in altre città romene non abbiamo riscontrato lo stesso "problema".
DAY 2
L'intera giornata è a nostra disposizione per scoprire ogni angolo di Bucarest. Ripartiamo da Lipscani e ci accorgiamo di essere
ancora a Roma: nella piazzetta dalla quale si diparte strada Lipscani troneggia una scultura in bronzo della Lupa che allatta Romolo e Remo! Appena imboccata la strada, un arco sulla destra conduce in una via coperta, Hanul cu Tei (Locanda del Tiglio), costruita da
due mercanti nel 1833, ognuno dei quali possedeva un negozio dalla
parte opposta del passaggio. A poca distanza si trova Strada Franceza, così chiamata dai mercanti francesi che vi si stabilirono. Ai
numeri 62-64 si trova Hanul lui Manuc, unico caravanserraglio completo rimasto in Romania, costruito dai mercanti armeni nel 1808. L'immensa corte serviva per proteggere i vagoni dei treni durante
i viaggi attraverso l'Europa, oggi è un ristorante/bar dove poter rilassarsi in un'atmosfera senza tempo. Sempre lungo Strada
Franceza si trova il Muzeul Palatul Voievodal Curtea Veche (Palazzo Museo della Vecchia Corte Reale), un tempo fortezza del XIV secolo, costruita per Mircea il Vecchio. Vlad III e i successori la ampliarono, ma i principali interventi di ingrandimento li volle
il principe Brancoveanu, tra il 1690 e il 1714.
Accanto, la chiesa
più antica di Bucarest, la Chiesa della Vecchia Corte. Fondata negli anni '50 del Cinquecento dal principe Mircea il Pastore, venne distrutta più volte nel corso dei secoli e completamente
restaurata nel Novecento, l'alternanza di pietre e mattoni richiama lo stile bizantino.
Resti della Vecchia Corte Reale con il busto di Vlad Tepes Foto di Martina |
Ci addentriamo ancor più nelle caratteristiche stradine del quartiere, fino a giungere all'angolo tra Strada Stavropoleos e Strada Postei dove si trova la Biserica Stavropoleos, costruita
nel 1724 come monastero greco-ortodosso, di cui si apprezzano il bellissimo ciclo di affreschi e il chiostro porticato.
Il dedalo di vie di Lipscani ci conduce fino a Calea Victoriei, il viale più elegante di Bucarest, risalente negli anni Trenta. Una bella passeggiata lungo questa strada ci permette di ammirare edifici costruiti tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento: la Casa de Economii si Consemnatiuni, la principale cassa di risparmio del paese; il Pasajul Villacrosse-Macca, galleria commerciale semicircolare; il Cercul Militar; la Fontana Sarindar; la Casa Capsa, hotel preferito dei regnanti europei prima di essere chiuso dai comunisti; la torre del Palazzo dei Telefoni, dalle asciutte linee degli anni Trenta.
Giungiamo così in Piata Revolutiei, dominata dall'ex palazzo d'inverno di re Carlo I, ora sede del Museo Nazionale di Arte Romena. Su questa piazza si affacciano anche l'Atheneum romeno, sala da concerto del 1888, la Biblioteca Universitaria e il palazzo del Ministero degli Interni, voluto da Carlo II nel 1938, oggi associato a Ceausescu, che vi tenne l'ultimo discorso. Di fronte, una piccola piramide ricorda i cittadini morti durante la Rivoluzione del 1989. Accanto al Museo d'Arte, si intravede il profilo di mattoni rossi della Biserica Cretulescu, costruita agli inizi del XVIII secolo da un incaricato reale vicino alle porte cittadine.
Affreschi della cupola della Biserica Stavropoleos Foto di Martina |
Il dedalo di vie di Lipscani ci conduce fino a Calea Victoriei, il viale più elegante di Bucarest, risalente negli anni Trenta. Una bella passeggiata lungo questa strada ci permette di ammirare edifici costruiti tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento: la Casa de Economii si Consemnatiuni, la principale cassa di risparmio del paese; il Pasajul Villacrosse-Macca, galleria commerciale semicircolare; il Cercul Militar; la Fontana Sarindar; la Casa Capsa, hotel preferito dei regnanti europei prima di essere chiuso dai comunisti; la torre del Palazzo dei Telefoni, dalle asciutte linee degli anni Trenta.
Giungiamo così in Piata Revolutiei, dominata dall'ex palazzo d'inverno di re Carlo I, ora sede del Museo Nazionale di Arte Romena. Su questa piazza si affacciano anche l'Atheneum romeno, sala da concerto del 1888, la Biblioteca Universitaria e il palazzo del Ministero degli Interni, voluto da Carlo II nel 1938, oggi associato a Ceausescu, che vi tenne l'ultimo discorso. Di fronte, una piccola piramide ricorda i cittadini morti durante la Rivoluzione del 1989. Accanto al Museo d'Arte, si intravede il profilo di mattoni rossi della Biserica Cretulescu, costruita agli inizi del XVIII secolo da un incaricato reale vicino alle porte cittadine.
I molti caffè e locali della zona ci fanno ricordare che è ora di riposarsi e riprendersi dal caldo! Ritornati nella zona di Piazza dell'Universitá, incontriamo la chiesa Coltea Biserica è il primo edificio in stile brancovenesco
di Bucarest, costruita nel 1701. Percorriamo B-Dul Carol I fino ad arrivare alla chiesa Armena, costruita nel 1915, replica della seicentesca cattedrale di San Giorgio Illuminatore nella vecchia capitale armena. Secondo alcuni, Bucarest deve il suo nome proprio ad un armeno chiamato Hapet Bukor. La chiesa e la strada
Armeneasca sono ciò che rimane dell'antico quartiere armeno.
Un giro che si rispetti della città non può non includere il
simbolo di Bucarest, l'Arco di Trionfo, riproduzione di quello di Parigi, eretto nel 1922 per commemorare i Romeni morti durante la Prima Guerra Mondiale. L'arco originale era in legno, nel 1935 venne sostituito dall'attuale. Si trova in una zona periferica della città, ecco perché è consigliabile raggiungerlo con la metro.
Il centro di Bucarest è relativamente raccolto e in una giornata
si visita comodamente. Per cena ritorniamo nel quartiere Lipscani, secondo noi il più carino e caratteristico. La Mama è il locale
che ci attira: fa parte di una piccola catena (ce ne sono almeno
quattro in città) che propone piatti tipici romeni e una cucina genuina, come quella della mamma, a prezzi accessibili. Il menù è vario ma
il servizio è un po' lento: abbiamo aspettato oltre mezz'ora per due piatti e il locale non era nemmeno affollato! Rientriamo in albergo contenti ma non entusiasti della città: speriamo che il resto della Romania ci piaccia di più!
DAY 3
Giornata di partenza: dobbiamo raggiungere la cittadina di Sinaia, detta "la Perla dei Carpazi", situata nella Valle di
Prahova, principale collegamento tra Bucarest e la Transilvania.
•IN TRENO: abbiamo deciso di effettuare gli spostamenti interni
alla Romania con il treno. La rete ferroviaria è abbastanza capillare,
i treni non sono estremamente veloci ma piuttosto economici. Si possono controllare gli orari dal sito ufficiali cfr.
Abbiamo preferito non acquistare in anticipo i biglietti ma comprarli direttamente in stazione, dato che ci sono numerosi collegamenti. Vista la leggera pioggia della mattina, non prendiamo la metropolitana ma il taxi
per arrivare in stazione: con 12 lei (circa 3€) siamo a destinazione. Acquistiamo i biglietti del treno
e in un'ora e mezza arriviamo a Sinaia.
Il piccolo paesino si trova ai piedi del massiccio dei Bucegi. È un insieme di villini del XIX secolo e hotel moderni. È divenuta meta turistica gettonata dopo che il re Carlo I vi costruí la sua residenza estiva, il Castelul Peles.
Il piccolo paesino si trova ai piedi del massiccio dei Bucegi. È un insieme di villini del XIX secolo e hotel moderni. È divenuta meta turistica gettonata dopo che il re Carlo I vi costruí la sua residenza estiva, il Castelul Peles.
Scesi alla piccola e ben curata stazione, ci dirigiamo verso
l'Hotel Roberto, un tre stelle che ho scelto sempre tramite Booking. L'albergo è molto carino, in un villino situato nella parte alta
del paese, forse un po' distante dal vero e proprio centro, raggiungibile con una passeggiata di circa venti minuti. Le camere sono ampie e spaziose, con balconcini in legno che affacciano
sulle montagne.
Dedichiamo il pomeriggio ad una piacevole passeggiata lungo il corso e nel Parco Dimitrie Ghica dove si trova il Casinò, grande attrazione turistica agli inizi del XX secolo.
Venne costruito in soli sette mesi, nel 1912 e fino al 1945 era considerato il fiore all'occhiello della città. Con la fine della Seconda Guerra
Mondiale e l'avvento del Comunismo ebbe altre destinazioni d'uso: Casa di Cultura, biblioteca, sala per concerti e spettacoli teatrali. Oggi
è diventato Istituzione Culturale e parte dell'edificio ospita il Museo della città di Sinaia.
L'odore di pop-corn che si diffonde dai banchetti all'interno del parco mi fa tornare all'infanzia e non posso far altro che prenderne un sacchetto e accomodarmi sulle panchine, guardando i bambini divertirsi giocando a volano e con il frisbee.
Siccome l'appetito vien mangiando, perché non andare a cena?! Lungo il corso ci sono molti ristoranti: Sinaia è una cittadina turistica. La Taverna Bucegi, in stile tradizionale, risveglia la nostra fame e, non ci crederete, ma decidiamo di mangiare la pizza, proprio buona! Unica pecca il servizio che lascia un po' a desiderare. Ora, gambe in spalla: non resta che affrontare la passeggiata (purtroppo in salita!) per tornare in albergo.
Dedichiamo il pomeriggio ad una piacevole passeggiata lungo il corso e nel Parco Dimitrie Ghica dove si trova il Casinò, grande attrazione turistica agli inizi del XX secolo.
Parco Dimitrie Ghica Foto di Martina |
L'odore di pop-corn che si diffonde dai banchetti all'interno del parco mi fa tornare all'infanzia e non posso far altro che prenderne un sacchetto e accomodarmi sulle panchine, guardando i bambini divertirsi giocando a volano e con il frisbee.
Siccome l'appetito vien mangiando, perché non andare a cena?! Lungo il corso ci sono molti ristoranti: Sinaia è una cittadina turistica. La Taverna Bucegi, in stile tradizionale, risveglia la nostra fame e, non ci crederete, ma decidiamo di mangiare la pizza, proprio buona! Unica pecca il servizio che lascia un po' a desiderare. Ora, gambe in spalla: non resta che affrontare la passeggiata (purtroppo in salita!) per tornare in albergo.
DAY 4
Intera giornata dedicata alla visita di Manastirea Sinaia, da cui
la città deriva il suo nome, e del Castelul Peles.
Il seicentesco monastero si trova a metà strada sulla via che sale serpeggiando verso il castello. Fu fondato dal principe munteno Mihai Cantacuzino, al ritorno da un pellegrinaggio al monastero di Santa Caterina, sul Monte Sinai. La più grande delle due chiese risale al tardo XIX secolo ed è un classico esempio di stile brancovenesco. La seconda, quella di Cantacuzino, situata in un secondo cortile, risale al 1695. Seppur modesta nelle dimensioni, è il ciclo di affreschi a renderla un unicum. Continuiamo la passeggiata che ci porta, finalmente, al Castello Peles, immerso in un bellissimo parco.
Carlo I nel 1866 decise di costruire in questa cornice la sua residenza estiva; solo due anni prima della morte del sovrano, nel 1914, venne completato. È un perfetto connubio tra l'architettura neorinascimentale tedesca e neogotica. Il Castello attira molti visitatori, specialmente con
la bella stagione, ecco perché è consigliabile arrivare di prima mattina, evitando lunghe code sia alla biglietteria che
all'entrata, consentita solamente accompagnati da una guida interna. Le sale al pianterreno ospitano sculture in legno di fattura tedesca, una collezione di armi in stile coloniale e decorazioni d'interno in stile veneziano, moresco e turco.
Il seicentesco monastero si trova a metà strada sulla via che sale serpeggiando verso il castello. Fu fondato dal principe munteno Mihai Cantacuzino, al ritorno da un pellegrinaggio al monastero di Santa Caterina, sul Monte Sinai. La più grande delle due chiese risale al tardo XIX secolo ed è un classico esempio di stile brancovenesco. La seconda, quella di Cantacuzino, situata in un secondo cortile, risale al 1695. Seppur modesta nelle dimensioni, è il ciclo di affreschi a renderla un unicum. Continuiamo la passeggiata che ci porta, finalmente, al Castello Peles, immerso in un bellissimo parco.
Castello Peles Foto di Martina |
Nel parco si trovano altri due palazzi, Pelisor e Foisor. Pelisor,
o "piccolo palazzo", è aperto al pubblico e, esternamente,
ricorda uno chalet. Disegnato da un architetto ceco nel 1902, le sale sono decorate con motivi Art Nouveau. Foisor è, invece, chiuso al pubblico. Costruito da Ceasescu, si
erge sulla cima della collina, consentendo simbolicamente al generale
di guardare la famiglia reale dall'alto al basso.
Dopo un pranzo veloce, ci meritiamo una tradizionale cenetta rumena nel ristorante Carpati, sul corso principale. L'arredamento, non proprio dei più moderni, nasconde una cucina deliziosa e saporita: molti piatti a base di maiale ma anche di pollo, accompagnati da un buonissimo riso con verdure. Non smetterò mai di sorprendermi del conto, visto che, anche per questo pasto, abbiamo speso l'equivalente di 14€!
Dopo un pranzo veloce, ci meritiamo una tradizionale cenetta rumena nel ristorante Carpati, sul corso principale. L'arredamento, non proprio dei più moderni, nasconde una cucina deliziosa e saporita: molti piatti a base di maiale ma anche di pollo, accompagnati da un buonissimo riso con verdure. Non smetterò mai di sorprendermi del conto, visto che, anche per questo pasto, abbiamo speso l'equivalente di 14€!
In una serata dal cielo stellato, salutiamo Sinaia, next stop: Brasov.
DAY 5
Il taxi è l'opzione migliore per raggiungere la stazione: con 12
lei (nemmeno 3€), siamo in banchina, in attesa del treno per Brasov,
una delle maggiori città sassoni della Transilvania. Anche questa
volta, i biglietti li compriamo direttamente in stazione, vista la
brevità del tragitto (circa un'ora) e l'elevato numero di collegamenti.
Nonostante l'industrializzazione della città sotto il regime comunista, il centro medievale ha conservato i tratti originali. Dalla stazione è molto semplice raggiungere il centro: si prende la linea 4 arrivando al capolinea, Livada Postei.
La prima cosa da fare è andare in albergo per posare i bagagli. La scelta, sempre grazie a booking.com, è andata sul Drachenhaus, un tre stelle in posizione centralissima, a due passi da Piata Sfatului. Le camere sono piccole ma deliziose ed accoglienti e il personale della reception è assolutamente cordiale, pronto ad illustrare le maggiori attrazioni di Brasov.
Nonostante l'industrializzazione della città sotto il regime comunista, il centro medievale ha conservato i tratti originali. Dalla stazione è molto semplice raggiungere il centro: si prende la linea 4 arrivando al capolinea, Livada Postei.
La prima cosa da fare è andare in albergo per posare i bagagli. La scelta, sempre grazie a booking.com, è andata sul Drachenhaus, un tre stelle in posizione centralissima, a due passi da Piata Sfatului. Le camere sono piccole ma deliziose ed accoglienti e il personale della reception è assolutamente cordiale, pronto ad illustrare le maggiori attrazioni di Brasov.
Raggiungiamo Piata Sfatului, Piazza del Consiglio, punto di riferimento cittadino. Al centro, l'edificio a tre piani e la
torre d'avvistamento ospitano il Muzeul Judetean de Istorie.
Il
municipio-mercato cinquecentesco si trova al numero 14, mentre la medievale chiesa di Santa Maria, nota come Biserica Neagra, si trova poco distante. Durante l'assedio degli Asburgo nel 1689, un tremendo incendio ne annerì i muri, provocando la morte di oltre 3000 persone. A questo episodio la chiesa deve il suo nome. Attiva dal 1383, nel XV secolo la Biserica Neagra divenne il baluardo del protestantesimo in Transilvania. L'interno presenta una collezione di 119 tappeti dell'Anatolia e banchi dipinti con i simboli delle corporazioni a cui appartenevano.
Qui a Brasov si trova la strada più stretta d'Europa: Strada Sforii, con una larghezza che va da 111 a 135 cm. Strada Republicii, invece, è una strada pedonale ricca di panifici, alimentari e negozi, ospitati in edifici del XVIII e XIX secolo. Da ogni angolo del centro si può ammirare la Cetatea, la cittadella cinquecentesca situata in cima al Dealul Cetatii.
Della cinta muraria di cui Brasov era munita, se ne sono conservate alcune parti, insieme ai resti di sette bastioni. Il circolare Bastionul Tesatorilor è il piú imponente di questi, costruito dalla corporazione dei tessitori nel XVI secolo. All'interno si trovano numerose balconate coperte in legno dove le persone si rifugiavano durante gli attacchi. La città sassone di lingua tedesca era separata dal villaggio di Schei, di etnia romena, da due porte: la Poarta Schei e la Poarta Ecaterinei. I Romeni che desideravano entrare a Brasov potevano farlo solo in alcuni giorni della settimana, pagando un pedaggio.
Piata Sfatului e la Biserica Neagra sullo sfondo Foto di Martina |
Qui a Brasov si trova la strada più stretta d'Europa: Strada Sforii, con una larghezza che va da 111 a 135 cm. Strada Republicii, invece, è una strada pedonale ricca di panifici, alimentari e negozi, ospitati in edifici del XVIII e XIX secolo. Da ogni angolo del centro si può ammirare la Cetatea, la cittadella cinquecentesca situata in cima al Dealul Cetatii.
Della cinta muraria di cui Brasov era munita, se ne sono conservate alcune parti, insieme ai resti di sette bastioni. Il circolare Bastionul Tesatorilor è il piú imponente di questi, costruito dalla corporazione dei tessitori nel XVI secolo. All'interno si trovano numerose balconate coperte in legno dove le persone si rifugiavano durante gli attacchi. La città sassone di lingua tedesca era separata dal villaggio di Schei, di etnia romena, da due porte: la Poarta Schei e la Poarta Ecaterinei. I Romeni che desideravano entrare a Brasov potevano farlo solo in alcuni giorni della settimana, pagando un pedaggio.
L'altra collina che domina la città è quella in cui campeggia la scritta, in stile holliwoodiano "Brasov": il Muntele
Tampa. Una funivia permette di raggiungere la cima da cui si gode una bellissima vista sui tetti medievali del centro storico. Nel nostro giro in città, abbiamo scoperto la zona di Piata George Enescu, area pedonale dove si susseguono ristorantini dagli invitanti tavolini all'aperto. Ce ne è per tutti i gusti: cucina romena, italiana e tedesca.
Proprio per le origini sassoni di Brasov, prendiamo posto da Am Rosenanger, ristorante che unisce la tradizionale cucina tedesca con quella romena. Il servizio è stato molto veloce, i piatti molto buoni e abbondanti (stinco di maiale, spätzle, gulasch e crauti) e il conto sempre eccezionale (87 lei, cioè 21€).
Proprio per le origini sassoni di Brasov, prendiamo posto da Am Rosenanger, ristorante che unisce la tradizionale cucina tedesca con quella romena. Il servizio è stato molto veloce, i piatti molto buoni e abbondanti (stinco di maiale, spätzle, gulasch e crauti) e il conto sempre eccezionale (87 lei, cioè 21€).
DAY 6
Brasov è il punto di partenza ideale per la visita ad una delle principali attrazioni della Transilvania: il Castello di Dracula nella cittadina di Bran, a circa 30 km di distanza. Molti sono i tour operator che organizzano visite in giornata sia a Bran che
alla famosa cittadella di Rasnov. Ci siamo affidati alla Active Travel per vivere al meglio questa esperienza, vero motivo per cui siamo venuti qui in Romania!
La guida (in lingua inglese) ci è venuta a prendere in albergo e
con un trasferimento privato, abbiamo raggiunto Bran, prima tappa del nostro tour. Il Castello è protetto da mura strapiombo e da torri appuntite. Esso ospitava una guarnigione di confine e la dogana alla
frontiera tra Muntenia e Transilvania.
Citato dalle fonti per la prima volta nel 1377, i legami con il principe Vlad III (Dracula) sono assai labili: conquistó Bran per un breve periodo nel 1459, ma non vi
sono prove che abbia trascorso qui molto tempo. Tuttavia, Bram Stoker
si ispirò a questo castello per comporre il suo celebre romanzo "Dracula", legandolo indissolubilmente con la figura del
principe sanguinario. La guida ci ha illustrato aneddoti e leggende che hanno come protagonista la famiglia reale, Vlad Tepes
e i vampiri, sciogliendo i dubbi e le curiosità che avevamo. Il palazzo appartenne più o meno in modo continuativo ai Sassoni di Brasov dal XV secolo al 1920, quando la città lo consegnò alla famiglia reale romena. Ora appartiene a tre membri della famiglia degli Asburgo.
L'interno è stato riprogettato dalla regina Maria negli anni '20 del Novecento, assomigliando più ad una tenuta di campagna che ad un castello.
Il Castello di Bran Foto di Martina |
Cortile interno del castello Foto di Martina |
Dopo una sosta d'obbligo al colorato e vivace mercatino ai piedi
del castello, ci avviamo verso la seconda tappa: la cittadella di Rasnov, situata sulla cima della collina che domina una delle più antiche vie commerciali. La fortezza venne costruita dai Cavalieri Teutonici nel 1215, chiamati dal re ungherese Endre II per proteggere i confini della regione dai predatori Cumani, popolo nomade di lingua turca.
Oggi è una proprietà privata e gli edifici sono stati restaurati, dando l'impressione di un villaggio
piuttosto che di una convenzionale cittadella fortificata medievale.
La cittadella di Rasnov Foto di Martina |
Dopo una giornata così ricca, la nostra bravissima guida ci riaccompagna a Brasov. È pomeriggio inoltrato e, dopo un po' di relax in albergo, non vediamo l'ora di cenare! Ci siamo fatti consigliare dalla guida un ristorantino tipico ma non turistico, dove poter mangiare
specialità romene. Ci ha raccomandato il locale Sergiana: il ristorante è
molto grande, con diverse sale, tutte molto accoglienti. Il menù è assolutamente vario: manzo, pollo, maiale e polenta sono i protagonisti e ogni piatto che abbiamo scelto era da leccarsi i baffi. Nonostante il locale molto in voga in città, i prezzi sono assolutamente abbordabili, tant'è che abbiamo speso in due
solamente 30€!
Si può dire che la già bellissima giornata si sia conclusa
nel migliore dei modi.
DAY 7
Con un altro giorno a nostra disposizione, decidiamo di andare a visitare la chiesa fortificata di Prejmer, cittadina a pochi chilometri da Brasov, patrimonio dell'UNESCO.
I cavalieri Teutonici vennero chiamati in Transilvania agli inizi del XIII secolo per proteggere i confini della regione dalle incursioni di popolazioni limitrofe: i monaci-soldati eressero, proprio a questo scopo, delle chiese-fortezze che ancora oggi possiamo ammirare in diverse città romene. Prejmer si raggiunge con degli autobus "privati" o
minibus che partono dall'Autogara 2, esattamente alle spalle della chiesa di
San Bartolomeo, in Strada Avram Iancu.
Interno della chiesa di Prejmer Foto di Martina |
La chiesa di Prejmer, in stile gotico, è dedicata alla Santa
Croce. Venne eretta nel 1240 e nel XV secolo circondata da mura alte 12
m, formanti un quadrilatero con torri agli angoli. Delle quattro originarie, a forma di ferro di cavallo, ne rimangono oggi due. Successivamente, vennero aggiunte altre due cinte murarie. Le mura presentano "bocche di fuoco", fessure nelle quali venivano inserite le armi per la difesa. L'entrata è una galleria a volta, protetta
da un barbacane; in fondo, si apre un'oasi di pace: la chiesetta
dalle semplici linee gotiche, a croce greca, è stata realizzata sul modello dei luoghi di culto della Renania e ospita un altare risalente al XV secolo. Tutt'intorno, le mura più interne ospitano circa 270 celle (numerate) disposte su due o quattro livelli, refettori e gallerie per alloggiare l'intera comunità in caso di assedio. Nei periodi di pace, le celle venivano usate come granai
e ogni famiglia possedeva una stanza nella fortezza (ingresso 8 lei, chiuso domenica e lunedì, l'orario cambia a seconda della
stagione).
Nel primo pomeriggio, rientriamo a Brasov e ci dedichiamo a
qualche acquisto. In centro ci sono parecchi negozi di artigianato locale
se si vogliono fare dei pensierini. Alla fine della nostra
passeggiata, ci ritroviamo in Piata Sfatului, non solo cuore medievale ma anche centro nevralgico della movida per la presenza di caffè,
ristoranti e pub. Proprio sul lato sinistro, un'insegna in legno cattura la
mia attenzione: "La Ceaun", locale che promette la vera
cucina romena. Troviamo un tavolino fuori e ci accomodiamo. Ormai sono abituata
al menù, non proprio variegato, e mi butto su polenta e gulasch, la "mamaliga", e un'ottima zuppa di fagioli, servita in una
forma di pane, mentre il mio fidanzato prende una grigliata mista, accompagnata da patate arrosto e una salsa all'aglio: dopotutto siamo nella terra di Dracula! Cibo buono e conto sempre ridicolo
(al di sotto dei 30€): nonostante la location, proprio nel centro storico, non è una trappola turistica.
Con un'ultima occhiata alla scritta "Brasov" e ai tetti
rossi medievali, salutiamo questa deliziosa cittadina e tutta la
Romania: il volo di rientro ci attende il giorno seguente da Bucarest.
TIP ALIMENTARE
•COVRIGI: un delizioso impasto di pane è alla base di questo snack che ricorda i nostri taralli. Ne esistono molte varianti, sia
dolci che salate, e sono uno spuntino irrinunciabile: assaggiatene i diversi tipi nei chioschetti in strada e non ve ne pentirete!
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