Se per voi Braveheart è uno dei dieci
film da portare sull'isola deserta, se le storie di castelli e fantasmi vi
affascinano, se da piccole vi hanno costretto, per anni, a vestirvi con il
kilt, dovete assolutamente progettare un viaggio
in Scozia.
Questa terra affascinante merita
almeno due settimane per poterla apprezzare appieno e godere dei suoi paesaggi,
ecco perché vi consiglio di girarla in macchina, come ho fatto io. Sono partita
il 31/08 alla volta di Edimburgo e sono rientrata, sempre da Edimburgo, il
12/09. Il punto più difficile è organizzare l'itinerario, tenendo conto dei
chilometri (anzi, delle miglia) da dover macinare e della guida a destra!
Cartina alla mano, ho tracciato un percorso che toccasse le località più
importanti e i castelli più famosi, fino ad arrivare alle Orcadi.
Per quanto
riguarda i voli (circa 300€ a/r con la KLM) e l'affitto della macchina (ho
optato per la Europcar: Opel Corsa con km illimitati e assicurazione casco 550€
circa per 8 giorni, inclusa riconsegna in un'altra città), mi sono rivolta alla
mia agenzia di viaggi di fiducia, mentre per gli alberghi ho prenotato tramite booking. Tenete presente che, fino a qualche tempo fa, dall'aeroporto di
Fiumicino non esistevano voli diretti per Edimburgo con compagnie di bandiera!
Bando alle ciance, welcome to Scotland.
Il mio giro della Scozia |
DAY 1
Il volo della KLM, con scalo ad
Amsterdam, atterra alle 12.45, in perfetto orario, all'aeroporto di Edimburgo.
All'uscita degli "Arrivi" si trova la fermata del bus AIRLINK 100 che
porta direttamente in centro: i biglietti si acquistano comodamente dall'autista
(4,5£). Scendo alla fermata di Princess Street, una delle arterie principali
della città, perché l’albergo, l'Ibis St. Andrew, si trova a pochi passi da
qui. Prenotando un hotel facente parte di una catena internazionale, sono
andata sul sicuro: ottima zona, camere con arredi moderni e confortevoli e
colazione buonissima!
Lasciati i bagagli, non vedo l'ora di
gironzolare per la città. Pur essendo Glasgow la più grande città scozzese, Edimburgo ha riottenuto il ruolo di
sede del parlamento regionale e del governo scozzese. Inizio passeggiando per
la New Town, risalente al XVIII
secolo, in piena epoca georgiana. Su Princess Street, all'ombra dell'imponente
castello, si trovano i Princess Street
Gardens, uno fra i molti parchi e giardini pubblici che fanno di Edimburgo
la città più verde della Gran Bretagna.
Si nota anche lo Scott Monument, dedicato al celebre Sir Walter Scott. Alla fine di
agosto, la città si anima perché teatro di festival internazionali. Nei
giardini assisto alle prove dell'International Festival e cammino accompagnata
da arie liriche.
I quartieri residenziali a nord del castello mostrano una certa regolarità negli elementi decorativi delle facciate e nell'impianto ortogonale delle strade, interrotto, quest’ultimo, solo da piazzette, spesso arricchite da giardini, fra le quali spicca Charlotte Square.
Princess Street Gardens Foto di L. Frabotta |
I quartieri residenziali a nord del castello mostrano una certa regolarità negli elementi decorativi delle facciate e nell'impianto ortogonale delle strade, interrotto, quest’ultimo, solo da piazzette, spesso arricchite da giardini, fra le quali spicca Charlotte Square.
Vengo a scoprire che, per la sera, è previsto uno spettacolo di fuochi d'artificio sull'Edimburgh Castle: wow, non potevo chiedere di meglio! Mangio qualcosa in un pub su Rose Street e conquisto un ottimo posto su Castle Street per godermi il meraviglioso spettacolo pirotecnico che, scherzando, credo sia stato organizzato in occasione del mio arrivo!
DAY 2
Il sole splende su Edimburgo e, fatta
colazione, mi dirigo verso l'Edinburgh
Castle, uno dei luoghi più visitati della Scozia, sorto nell'XI secolo come
fortezza militare e residenza reale.
Una volta entrata nel complesso, presso la
Torre di Argyle, mi accoglie la St.
Margaret's Chapel: sotto la regina Margherita, nell'XI secolo, la religione
cattolico-romana si affermò nel paese e, per questo motivo, venne costruito
questo piccolo luogo di culto, il più antico edificio della città. Di fronte,
il cannone, detto di Mons Meg, è un cannone d'assedio del XV secolo, usato nel
1558 per sparare alcuni colpi a salve per il matrimonio della regina Maria
Stuarda. All'interno del castello si visitano le stanze reali, il Salone
d'Onore e le insegne della corona. Quest'ultima, di provenienza ignota, è
adorna di oltre 90 perle, 10 diamanti e più di 30 pietre preziose. Qui è anche
conservata la "Pietra di Scone" o "Pietra del Destino",
famosa perchè su di essa venivano incoronati i monarchi scozzesi. Si entra,
poi, nelle prigioni di guerra, ospitate nei sotterranei del castello. Tra il
XVIII e il XIX secolo, qui vivevano uomini stipati in condizioni alquanto
disagiate, ricostruite in una mostra permanete. La passeggiata lungo le mura,
infine, permette di ammirare tutta la città dall'alto: sensazionale! (info,
orari e costi sul sito dell'edinburgh castle)
Edinburgh Castle Foto di L. Frabotta |
Uscita dal castello, mi dirigo nel
quartiere dove, un tempo, si ammassavano le case della città vecchia. Il
quartiere è attraversato da diverse strade: Canongate, Castle Hill, High Street
e Lawnmarket formano il Royal Mile,
il miglio regale, dove si affacciano, separate da stretti vicoli, alte casette
con cortili interni. La zona è ricca di monumenti storici, graziosi caffè e
gallerie. Incontro la St. Giles'
Cathedral, la più importante chiesa di Edimburgo, fondata nel XIV secolo.
La lanterna, costituita da sette archi rampanti, è tipica dei campanili
scozzesi. La vecchia Edimburgo, quella delle tensioni politiche e religiose del
XVI secolo, è riportata in vita da una pittoresca casa su High Street, dove, si
dice, abbia trovato rifugio John Knox, principale figura della riforma
scozzese. Arrivo fino al Palace of
Holyroodhouse, residenza reale del XVII secolo, ricca di testimonianze di
artigianato artistico. Di fronte sorge il controverso Palazzo del Parlamento
Scozzese, opera dell'architetto catalano Miralles del 2004.
Da qui, decido di arrivare in cima a Calton Hill: la salita è resa piacevole
dai palazzi che abbelliscono la strada e da alcuni edifici storici, tra cui un
vecchio osservatorio, il monumento a Nelson e il tempio in memoria dei caduti
delle guerre napoleoniche. Qui si trova anche il Old Calton Burial Ground, cimitero del XVIII secolo, straordinario
per la sua bellezza architettonica e per i personaggi illustri che vi riposano.
Una volta in cima, osservo la città, dominata dallo sperone di roccia su cui
sorge l'Edinburgh Castle: la "fatica" viene totalmente ripagata!
Faccio una pausa in un caffè che
incontro sulla strada del ritorno verso il centro: un club sandwich non me lo
toglie nessuno! Rinfrancata nel corpo, torno ai giardini di Princess Street: la
National Gallery of Scotland e la Royal Scottish Academy sono qui
ospitate in due edifici neoclassici. La galleria espone quadri dei maestri
europei dal XIV al XIX secolo, con ampio spazio riservato alla pittura inglese
e scozzese. L'ingresso è libero e ne approfitto subito. Trascorro il pomeriggio
immersa nell'arte senza accorgermi dell'ora! Si è quasi fatto il momento di
cenare… per i britannici, ovviamente: intorno alle 19 è meglio, infatti,
sedersi a tavola perché le cucine chiudono presto. La scelta ricade sempre su
un pub: fish&chips, hamburger, alette di pollo, un boccale di birra e a
nanna presto: domani mattina si parte per il tour on the road!
DAY 3
Bagagli pronti, check out fatto: non
resta che andare a ritirare la macchina! L'ufficio della Europcar si trova
all'interno della Waverly Station, non molto distante dall’albergo. Disbrigate
le faccende burocratiche, chiavi e cartina alla mano, parto in direzione Forth Bridges. Il primo impatto con la guida
a destra è molto strano: hai la sensazione di essere perennemente contromano!
TIP
•ASSICURAZIONE CASCO: questa non deve
assolutamente mancare se affittate la macchina. Stipulatela perché le sorprese
con la guida a destra possono essere dietro l'angolo: a me è capitato di
distruggere uno specchietto proprio il primo giorno!
Uscire da Edimburgo si rivela
un'impresa ardua per via del traffico ma, con pazienza, arrivo in autostrada.
Passo sul Forth Bridges, ponte stradale sospeso inaugurato nel 1964: all'epoca
era il più lungo d'Europa. Il ponte ferroviario esiste, invece, dal 1890: per
costruire la spettacolare struttura in acciaio, ci sono voluti oltre 500
uomini!
Per il primo giorno di viaggio, i
chilometri da percorre sono circa 160: la prima tappa è una cittadina
affacciata sul Mare del Nord, St.
Andrews. Sede della prima università scozzese, fondata nel 1412, si dice
che nell'VIII secolo San Regolo abbia portato qui le ossa di Sant'Andrea
Apostolo, santo patrono del Paese. Lascio la macchina al di fuori del centro
storico: strade acciottolate, case basse dai balconi fioriti e vicoletti
caratteristici, mi conducono alle suggestive rovine romaniche della St. Andrews' Cathedral, affacciate
direttamente sul mare.
La cattedrale, costruita tra l'XI e il XII secolo, era
meta di pellegrinaggio per migliaia e migliaia di persone e, per oltre 600
anni, è stato il più grande edificio costruito in Scozia (tutti i giorni
9.30-18.30, accesso alle rovine gratuito).
La cattedrale di St. Andrews Foto di Martina |
Tornando alla macchina, un buonissimo
odore di fish&chips cattura la mia attenzione: è quasi ora di pranzo,
perché no?!
Prossima tappa il Glamis Castle, nella località di Angus.
In circa 40 minuti raggiungo uno dei manieri più belli e famosi della
Scozia. Appartiene, sin dal 1372, alla stirpe dei Bowes-Lyons. Le sontuose sale
ornate da tappezzerie, porcellane e ritratti, dettero i natali alla regina
madre. Il parco, con i giardini all'italiana, il Pinetum e il walled garden, è il valore aggiunto della tenuta (info, costi e orari sul sito del glamis castle).
Sfinita dalla visita al Glamis Castle
(ho camminato in lungo e in largo!), riprendo la macchina alla volta dell'ultima
tappa dove trascorrerò la notte: Montrose,
cittadina marittima del Forfarshire.
L’alloggio è la Guest House Grey
Harlings, un tipico cottage inglese, trovato sempre su booking: la sensazione è quella di entrare a casa e la proprietaria è
estremamente gentile. La camera è confortevole e spaziosa, con arredi moderni a
differenza del resto della struttura, dove il tempo sembra essersi fermato agli
inizi del '900.
Il faro di Montrose Foto di L. Frabotta |
Sono veramente molto stanca e, dopo
aver fatto un giro con la macchina (tira un vento tremendo!) fino al faro,
chiedo consiglio su dove andare a mangiare. A due passi dall’albergo,
fortunatamente, c'è il Roo's Leap: il locale è molto affollato ma riesco a
trovare un tavolo. Qui ho mangiato l'hamburger più buono della mia vita,
servito con delle patate al forno stratosferiche! Purtroppo la Scozia (ma, in
generale, l'Inghilterra) non offre molta varietà dal punto di vista culinario:
i pasti sono quasi tutti uguali, a base di carne e fritto.. meno male che non
sarà per sempre!
Il vento pungente mi fa desistere dal
passeggiare nei dintorni e rientro in men che non si dica in camera: domani ci
saranno altre miglia da macinare!
DAY 4
Ecco la colazione dei miei sogni: viene
servita la classica English Breakfast con uova, bacon croccante, toast al burro
salato, fagioli e pomodoro: un paradiso che rende superfluo il pranzo!
Caricate le valige in macchina, si
parte in direzione Stoneheaven per
vedere il Dunnottar Castle. In circa
40 minuti (36 km) arrivo al parcheggio del castello. Sorge in posizione
suggestiva, su una scogliera a picco sul mare, lambita su tre lati dal Mare del
Nord e collegato alla terraferma da un piccolo istmo: uno spettacolo veramente
meraviglioso! D'altronde, questa fortezza semi-diruta è una
delle più fotografate di tutta la Scozia (info, orari e costi sul sito del dunnottar castle).
Scorcio dalla scogliera del Dunnottar Castle Foto di L. Frabotta |
Percorrendo altri 30 km in direzione
di Aberdeen (ultima tappa della giornata), arrivo al Drum Castle, una delle più antiche
case-torri scozzese. Dal 1323 al 1975 è stata di proprietà della famiglia
Irvine, per poi essere donata al National Trust of Scotland.
All'impianto
medievale si è aggiunta, nel 1619, una casa-palazzo giacobina; un ulteriore ampliamento
si ebbe in età vittoriana. Negli appartamenti si può ammirare una straordinaria
collezione di ritratti e mobili in stile. Il parco presenta tre diverse
passeggiate, un arboreto, un bosco di querce e il Giardino delle Rose, diviso
in quadranti che testimoniano le differenti tecniche di coltivazione di questo
fiore dal XVII al XX secolo (info e orari sul sito del Drum Castle).
Drum Castle Foto di L. Frabotta |
È ora di tornare in macchina per
raggiungere Aberdeen (circa 28 km),
la cosiddetta "silver city by the sea", principale porto della
regione dei Monti Grampiani, alla foce dei fiumi Don e Dee.
Prima di andare in albergo, parcheggio
in centro per una passeggiata. Terza più grande città del paese, è più un polo
industriale che una rinomata località turistica. Degna di nota è la cappella del King's College, costruita
intorno al 1500, unico edificio sopravvissuto dalla fondazione dell'Università,
nel 1495. Altro edificio dall'aspetto insolito è la St. Machar's Cathedral, del XV secolo: la navata principale è in
granito e il soffitto in quercia è decorato da 48 stemmi araldici dipinti.
Concludo il giro della old
Aberdeen toccando il Marischal
College, università protestante fondata nel 1593, la St. Andrew's Cathedral e la Provost
Skene's House, uno degli ultimi edifici medievali della città, risalente
alla metà del XVI secolo e legata alla figura del ricco mercante Sir George
Skene.
Bè, per oggi mi sono stancata
abbastanza: il Mercure Aberdeen Ardoe House mi aspetta. Ho scelto questa
struttura (sempre tramite Booking) perché ospitata in una residenza di campagna
del XIX secolo dall'architettura stravagante e dall'arredo interno in stile
baronale: per una notte sarò stra-coccolata. Le fatiche della giornata mi fanno
desistere dall'uscire per cena, opto per il ristorante dell'hotel che ha prezzi
abbastanza abbordabili. Il menù varia di poco: cesar salad e alette di pollo
possono andar bene, una buona tazza di caffè sorseggiata nella veranda che
affaccia sul giardino e poi dritta a nanna!
DAY 5
Dopo una colazione principesca, degna
della location, mi rimetto in marcia verso la prima tappa, la cittadina di Elgin. Il viaggio è abbastanza lungo (147
km) e l’avvicinamento verso il nord dura circa due ore e mezza. Elgin conserva
gran parte dell'impianto medievale ma è la cattedrale il vero capolavoro
architettonico, conosciuta come Lanterna del Nord. Subì molti danni nel corso
dei secoli e, per questo, è giunta fino a noi in stato frammentario ma sempre
ricco di fascino.
Nonostante il vento sferzante, faccio
merenda con un gelato, accompagnato, però, da un caffè bollente! Risalita in
macchina, mi aspettano altri 50 km per raggiungere le sponde di Loch Ness, il
più celebre loch scozzese: chissà se vedrò Nessie?!
TIP
•IL MOSTRO DI LOCH NESS: un mostro
non meglio definito, venne avvistato per la prima volta da San Colombano nel VI
secolo, ma è negli anni Trenta del Novecento che si sono accese le luci della ribalta
su Nessie, grazie a delle
enigmatiche foto. La leggenda di questo serpente marino rende ancor più
spettacolare la visita del loch e dell'Urquhart Castle, che si staglia maestoso
sulle sue acque.
Ha appena finito di piovigginare e le
acque vengono illuminate dall'arcobaleno: è una vera e propria cartolina.
Lascio
la macchina al parcheggio dell'Urquhart
Castle, fortezza diruta in posizione strategica e suggestiva, la cui storia
affonda addirittura all'epoca di San Colombano, monaco irlandese che portó il
cristianesimo tra i Pitti, nel VI secolo. Le prime testimonianze certe
risalgono al XII/XIII secolo: da questo momento in poi, il castello diventa
fulcro di lotte di potere e passaggi di proprietà. La fine definitiva della
fortezza venne decretata nel 1715, con il crollo della Grant Tower a seguito di
una tempesta. Il castello rimase in abbandono fino al 1911, quando passò nelle
mani della corona inglese, per poi essere affidato alla Historic Scotland. È il
terzo castello più visitato in Scozia e, per me, uno dei più affascinanti che
abbia visto, per il silenzio in cui è avvolto e l'atmosfera romantica dei
ruderi della Gatehouse, della Grant Tower e del Water Gate (info, orari e
costi sul sito dell' urquhart castle).
L'Urquhart Castle e il Loch Ness Foto di Martina |
Dopo essermi piacevolmente dilungata
nella scoperta dell'Urquhart Castle e della sponda occidentale del lago, ritorno
alla macchina: Inverness mi aspetta.
In una mezz'ora (27 km) raggiungo la città, principale centro commerciale e
amministrativo delle Highlands. L’albergo, il Royal Highland, è in posizione
centralissima, unica pecca il parcheggio: per una struttura così grande i posti
a disposizione sono assai scarsi! Booking è sempre e comunque una garanzia:
camere confortevoli e spaziose, soffitti alti, mobilio tradizionale, hall
dominata da una scalinata imponente e staff molto cordiale.
Mi accomodo in stanza e,
dopo un po' di riposo, esco per una passeggiata. Il fiume Ness attraversa il
centro, conferendogli un fascino particolare. Il sole del tramonto illumina l'Inverness Castle, edificio vittoriano
in arenaria rossa che domina la città, oggi adibito a palazzo di giustizia. La
stanchezza e la fame si fanno sentire e, così, scelgo un pub lungo il fiume
dove cenare. L'atmosfera è così romantica che mi dimentico di stare ancora
mangiando le solite cose: al ritorno dovrò disintossicarmi da carne e fritto!
DAY 6
Prosegue la cavalcata verso il nord
che si concluderà proprio oggi a Thurso, il punto più estremo della Scozia.
Caricata la macchina, la prima tappa della giornata è il Dunrobin Castle. In un'ora e un quarto (85 km), sono di fronte
alla maestosa mole bianca di questa fortezza affacciata sul mare. Circondato da
un grande parco con giardini all'italiana, il castello dal XIII secolo è la
residenza dei conti di Sutherland, ma molte stanze sono visitabili (info,
orari e costi sul sito del dunrobin castle). Vi voglio dire la verità: non mi
ha entusiasmato più di tanto e, con un po' di amaro in bocca, mi dirigo alla
volta di Wick (80 km).
La cittadina è situata alla foce dell'omonimo fiume e il nome deriva dalla parola vik, che vuol dire baia. Mi sgranchisco le gambe passeggiando per il centro e sul lungomare, anche se il forte vento mi fa desistere dopo poco: meglio una tazza di caffè al calduccio!
Avvicinamento verso il nord Foto di L. Frabotta |
La cittadina è situata alla foce dell'omonimo fiume e il nome deriva dalla parola vik, che vuol dire baia. Mi sgranchisco le gambe passeggiando per il centro e sul lungomare, anche se il forte vento mi fa desistere dopo poco: meglio una tazza di caffè al calduccio!
TIP
•POMPE DI BENZINE E STRADE DEL NORD:
da Inverness andando verso nord, la rete stradale scozzese lascia parecchio a
desiderare. In molti casi, si tratta di strade sterrate, ad un'unica corsia per
entrambi i sensi di marcia. Quindi, può capitare anche a voi di vedervi venire
incontro un camion e, per evitare lo scontro, di dover usare le apposite
piazzole di sosta! Anche per quanto riguarda le pompe di benzina, salendo verso
nord si incontreranno solamente nei grandi centri: assicuratevi di avere il
pieno prima di partire!
L'estremità settentrionale della
Scozia offre una gran varietà di paesaggi, dalle brughiere montane alle spiagge
bianche, alle verdi pianure coltivate. Nel percorso di oggi e nella strada che
da Wick porta a Thurso (34 km), ne ho avuto un assaggio.
Thurso è la principale località
costiera, una cittadina di case in pietra. Mi sistemo al Royal Hotel Trail St.,
un accogliente albergo a pochi passi dal centro, con camere in stile classico
ma confortevoli (sempre prenotato tramite Booking). La struttura è senza grandi
pretese, ma la colazione è ottima, il parcheggio è gratuito e custodito e la
posizione è perfetta.
Prati nel nord della Scozia Foto di L. Frabotta |
Pronta per uscire, inizia a
piovigginare (unica mezza giornata di cattivo tempo in tutta la vacanza, sono
stata molto fortunata!) ma non mi spavento. Thurso offre degli scorci
mozzafiato sulla baia ma, in sè per sè, sono poche le cose da vedere.
Le rovine di St. Peter's Kirk si aprono tra le basse casette, offrendo uno spettacolo surreale. La chiesa risale al 1220 ed è possibile vedere da vicino le mura esterne e passeggiare tra le tombe del cimitero, un vero e proprio inno alla vita dei defunti. Mi dirigo verso la spiaggia e lo sguardo abbraccia tutta la baia: da un lato, si vede il porto di Scrubster con il faro e la punta estrema, Holborn Head; dall'altro, le rovine del castello e Dunnet Head. Il mare mosso, il sibilare del vento, un pallido sole che si fa spazio tra le nubi nere: un momento perfetto in cui mi immergo, lasciando libero sfogo ai pensieri. Il calar della sera fa scendere repentinamente le temperature: è ora di ritornare verso il centro e cercare un buon posto per cenare.
Le rovine di St. Peter's Kirk si aprono tra le basse casette, offrendo uno spettacolo surreale. La chiesa risale al 1220 ed è possibile vedere da vicino le mura esterne e passeggiare tra le tombe del cimitero, un vero e proprio inno alla vita dei defunti. Mi dirigo verso la spiaggia e lo sguardo abbraccia tutta la baia: da un lato, si vede il porto di Scrubster con il faro e la punta estrema, Holborn Head; dall'altro, le rovine del castello e Dunnet Head. Il mare mosso, il sibilare del vento, un pallido sole che si fa spazio tra le nubi nere: un momento perfetto in cui mi immergo, lasciando libero sfogo ai pensieri. Il calar della sera fa scendere repentinamente le temperature: è ora di ritornare verso il centro e cercare un buon posto per cenare.
Proprio vicino all’albergo, un
piccolo locale mi colpisce: Le bistro. Entro e l'atmosfera casalinga e i deliziosi
profumi mi fanno subito ben sperare. Dalle lavagnette con i menù appesi scelgo
i piatti: finalmente una buona sogliola al vapore, con salsa alle erbe e
verdure alla julienne, ottimo. Il vento continua a soffiare imperterrito: spero
che si plachi visto che domani mi aspettano le Orcadi e vorrei evitare il
"balletto" del traghetto!
DAY 7
Il cielo è coperto e grigio questa
mattina, ma il tempo uggioso fa vedere i paesaggi costieri sotto una luce
diversa. La colazione all'inglese non può mai mancare e, a pancia piena, prendo
la macchina per andare al porto di
Scrabster, che dista cinque minuti da Thurso, da dove partono i traghetti
della NorthLink Ferries per le Isole Orcadi (info, orari e costi sul sito della northlink ferries).
L'arrivo è al porto di Stromness,
principale cittadina dell'isola di Mainland, che si raggiunge in circa 1 ora e
mezza. Purtroppo, il mare è molto messo e l'unico modo per contrastare il
rollio del traghetto è passare tutto il viaggio sul ponte esterno: è la prima
volta che soffro di mal di mare! Le Orcadi
sono poste alla stessa latitudine della Siberia ma, essendo baciate dalla
Corrente del Golfo, godono di un clima temperato. I cieli sono popolati da
oltre 300 varietà di uccelli che rendono queste isole una meta privilegiata per
gli ornitologi. L'arcipelago comprende circa 70 isole e vanta la più alta
concentrazione di siti archeologici della Gran Bretagna.
Stromness è caratterizzata da case con frontone a gradini del XVIII/XIX secolo, che si affacciano sul mare. Passeggio per i vicoli del centro, perdendomi tra botteghe artigiane e negozietti di specialità gastronomiche. Rimango colpita dal fatto che molte abitazioni, anzichè avere il box per le auto, ne hanno uno per tenere la barca!
Scorcio di Stromness Foto di Martina |
È stata una giornata molto stancante
e, l'idea di tornare in albergo per poi riuscire a cena, non mi alletta.
Quindi, parcheggiata la macchina, faccio incetta di junk food (e non solo) e mi
chiudo in camera: relax!
DAY 8
La sveglia suona molto presto: oggi
dovrò percorrere il tragitto più lungo in macchina, dall'estremo nord della
Scozia fino all'Isola di Skye!
Colazione, check out, bagagli in
macchina e via: prima tappa Ullapool. Il navigatore mi suggerisce di passare per
una strada panoramica che attraversa delle riserve naturali: la intraprendo. Si
aprono davanti a me distese di verde incontaminato, puntellate dal viola dei
cardi, simbolo della Scozia, e da loch.
Cardi, simbolo della Scozia Foto di L. Frabotta |
TIP
•IL CARDO, FIORE NAZIONALE: non si sa
con esattezza come il cardo, dal fiore rosa o violaceo, sia diventato il
simbolo della Scozia. Ci si affida ad una leggenda, secondo la quale un gruppo
di guerrieri scozzesi, che si era addormentato, riuscí ad evitare l'imboscata
dell'esercito norvegese perché uno dei nemici calpestò questa pianta
spinosa. Il
suo grido di dolore risvegliò i soldati assopiti che respinsero gli
invasori e adottarono, poi, il cardo come emblema nazionale.
Dopo 230 km e più di tre ore di
macchina, raggiungo Ullapool,
pittoresco villaggio di pescatori sulle rive del Loch Broom. Il porto
peschereccio è attivo dal XVIII secolo. Passeggio tra le casette ad un piano
che si specchiano sulle sue acque: un tempo abitazioni di pescatori, oggi
ospitano hotel, locali e negozi. Apprezzo gli stessi scorci che tanto amava
dipingere Oscar Kokoschka nei suoi acquerelli. Metto un boccone nello stomaco e
torno al galappo, direzione Eilean Donan
Castle.
Eilean Donan Castle Foto di Martina |
È ora di rimettermi in marcia per il meritato
riposo serale! La mia "casa", per una notte, sarà l'Isola di Skye, la più grande dell'arcipelago delle Ebridi Interne,
collegata alla costa da un ponte. Raggiungo la cittadina di Dunvegan, nella parte nord-ovest
dell'isola, rinomata per il castello dell'XI secolo, suo simbolo.
L'Atholl
House è una graziosa guesthouse arredata con molto gusto, dalle camere spaziose
ed accoglienti: i giudizi su Booking erano assolutamente veritieri! La
dependance a vetri è l'ambiente ideale dove rilassarsi guardando il paesaggio e
sorseggiando una tazza di tè. Mi butto sul letto e mi riprendo dalla giornata,
prima di uscire per cena. Nei dintorni avevo adocchiato un posticino molto
carino per mangiare ma, ahimè, tutto pieno! Considerando che, senza riprendere la
macchina, altri locali non ci sono, mi accontento di una friggitoria ruspante,
unico problema: è un take away! Non mi perdo d'animo: visto quanto sono
distrutta, prendo hamburger, patatine, fish&chips e Coca Cola e mangio
comodamente sulle poltroncine della camera, davanti alla tv.
Paesaggio dell'Isola di Skye Foto di L. Frabotta |
DAY 9
Una dormita ristoratrice era quello
che ci voleva! La mattina inizia con un'ottima colazione e mi faccio consigliare dai proprietari della guesthouse cosa andare a vedere sull'isola.
Mi dirigo verso la penisola di Trotternish, a nord, che ospita il
simbolo di Skye: un'insolita formazione rocciosa, un monolito di 49 metri,
formatosi con l'erosione basaltica, chiamato Old Man of Storr. Purtroppo è parzialmente avvolto nella nebbia al
mio arrivo e non lo riesco a distinguere nettamente: che peccato! Proseguo
scendendo verso sud, a Portree,
capoluogo dell'isola.
Deve il suo nome ("porto del re") ad una visita
di Giacomo V, nel 1540. Il porticciolo, dalle caratteristiche casette color
pastello, è incastonato all'interno di una baia.
Continua il viaggio verso il sud dell'isola: prossima destinazione Armadale, da dove partono i traghetti che, in 30 minuti, raggiungono Mallaig, sulla costa scozzese, piccolo ma vivace villaggio di pescatori (info, costi e orari sul sito calmac).
Il porticciolo di Portree Foto di Martina |
Continua il viaggio verso il sud dell'isola: prossima destinazione Armadale, da dove partono i traghetti che, in 30 minuti, raggiungono Mallaig, sulla costa scozzese, piccolo ma vivace villaggio di pescatori (info, costi e orari sul sito calmac).
Il tragitto da qui a Fort William è
uno tra i più belli che si possano intraprendere in Scozia. Si incontrano il
monumento ai giacobiti di Glenfinnan
e l'imponente ponte ferroviario, reso noto dalla saga di Harry Potter. Alle
porte di Fort William, si distingue la vetta del Ben Nevis, alto 1343 metri. Dopo 97 km, arrivo a Roy Bridge, tappa finale della nostra
giornata. Il Best Western Glenspean Lodge (scelto sempre su Booking) nasce alla
fine dell'Ottocento come casino di caccia, immerso nella natura. Le camere,
spaziose e confortevoli, hanno una vista fantastica sulle montagne circostanti.
Prima di cena, faccio una passeggiata nel centro cittadino: c'è una chiesa, la
strada principale, un ristorante e poi il nulla! Proprio nell'unico locale di Roy
Bridge, The Stronlossit Inn, mi fermo per cena. L'ambiente è molto accogliente
e la cucina casalinga e tradizionale. Prima di rientrare in camera, mi fermo
nel giardino dell'albergo e, seduta sulle panchine in ferro battuto, guardo il
cielo stellato, accompagnata dai rumori della notte.
DAY 10
Il giro della Scozia on the road si
conclude: tappa finale sarà Glasgow, dove riconsegnerò la macchina. Ma ora non
ci penso, mi aspetta il Kilchurn Castle!
Questo castello in rovina si trova sulle sponde del Loch Awe, su una sorta di
promontorio. Ci arrivo in circa due orette (143 km) ma individuare la
passeggiata per raggiungerlo non è stato semplice! L'accesso è gratuito (a
differenza degli altri castelli) e il parcheggio per le macchine non ben
segnalato. Riesco nell'impresa e mi incammino sul sentiero sterrato che mi
porta di fronte alla fortezza, costruita alla metà del XV secolo da Sir Colin
Campbell. In caso di acqua alta, la lingua di terra su cui si trova il
castello, diviene una vera e propria isola, rendendo lo spettacolo ancora più
suggestivo! Nel corso dei secoli, la struttura venne usata come caserma militare
e poteva ospitare fino a 2000 uomini. Intorno al 1760, la fortezza venne
danneggiata da una terribile tempesta: questo episodio portó al suo definitivo
abbandono. Entro nelle prigioni, nelle caserme e, sprezzante del
"pericolo", salgo in cima alla torre, da cui si gode della vista del
Loch Awe e delle montagne circostanti: amazing!
E ora pronti, via: next stop Falkirk, per vedere il Vallo Antonino, confine settentrionale
dell'impero romano in Britannia. Se vi dicessi che è così mal segnalato e così poco
sponsorizzato che stavo desistendo dall'impresa di cercarlo, ci credereste?
Ebbene sí, il mio sogno di archeologa di vedere questo sito Patrimonio UNESCO,
stava per andare in frantumi. Dopo aver percorso 89 km, averlo cercato in lungo
e in largo, chiedendo a destra e a sinistra, sconsolata, stavo per imboccare
l'autostrada e raggiungere, così, Glasgow. Ad un certo punto, scorgo un
microscopico cartello marrone (colore che segnala punti di interesse turistico)
con scritto "Antonine's Wall": YES!!!
Vallo Antonino Foto di Martina |
In una sorta di parco, cammino lungo
i ruderi di quella che un tempo era una delle più significative fortificazioni
militari. Costruita alla metà del II secolo d.C., era lunga 39 miglia e correva
da Old Kirkpatrick a Bo'ness; venne abbandonata dalle truppe romane dopo appena
venti anni, per le difficoltà incontrate nella conquista del territorio dei
Pitti e dei Celti.
Felice, anzi, felicissima di essere
riuscita nel mio intento, mi dirigo verso Glasgow,
meta finale. Gli ultimi 39 km e riconsegno le chiavi della mia fedele compagna
alla sede della Europcar. Un po' triste, mi avvio all'albergo, l'Alexander
Thomson: mi rincuora il fatto che la vacanza ancora non sia finita! Situato
proprio su una delle vie dello shopping, Argyle Street, è ospitato in un
edificio in stile vittoriano. Il rapporto qualità/prezzo è ottimo (Booking non
tradisce), la pulizia, il comfort delle camere e la colazione, più che
sufficienti.
Faccio giusto un giretto, prima di
cenare in un pub dietro l'albergo, per prendere confidenza con la zona: domani
mattina andrò alla scoperta di Glasgow!
•Un consiglio quando riconsegnerete
la macchina: assicuratevi che la pulizia degli interni (soprattutto dei
tappetini!) sia "accettabile", altrimenti vi verrà contestata e sarà
addebitata una spesa extra per un lavaggio ad
hoc: roba da matti!
DAY 11
Glasgow negli ultimi anni, ha rispolverato i tesori culturali
appartenenti al XVIII e XIX secolo, quando la città era il più importante
centro di costruzione navale al mondo. Affonda, tuttavia, le sue radici in un
periodo ben più remoto, medievale, di cui ancora si possono
ammirare alcuni edifici. Il
centro si estende sulla riva settentrionale del fiume Clyde.
È una mattinata assolata e mi dirigo
verso la Gallery of Modern Art, un tempo
sede del Royal Exchange, ospitata in un edificio del 1829. La GoMA è una delle
maggiori gallerie d'arte nei dintorni di Londra e continua ad incrementare la
raccolta grazie ad opere di artisti che gravitano sulla scena della città. Poco
più avanti si apre George Square,
progettata nel tardo XVIII secolo come area residenziale. Nel periodo
vittoriano si trasformò nel centro nevralgico della città. Nell'angolo sud-est
si nota l'ex Ufficio Postale, del 1876, mentre sul lato ovest si apre la Merchant House, sede della Camera di
Commercio. Le City Chambers, ad est,
sono le strutture dominanti, progettate in stile rinascimentale italiano nel
1888.
Centro di Glasgow Foto di L. Frabotta |
Glasgow divenne un'importante città
mercantile dal XII secolo ma non rimangono molte testimonianze di questo periodo.
Una è la Provand's Lordship,
edificata nel 1471 come canonica ma diventata, in seguito, municipio.
Attualmente è la casa più antica della città ed è adibita a museo. La cattedrale, a poca distanza, ebbe
origine da un monastero fondato nel VI secolo da un sacerdote, Mungo. Costruita
nel XIII secolo, la chiesa è disposta su due livelli; la cripta ospita la tomba
di San Mungo, patrono della città. Dietro l'edificio, la statua del riformatore
protestante John Knox domina la città dall'alto di una colonna dorica. Una
necropoli vittoriana, con numerosi monumenti fatiscenti di ricche famiglie
mercantili, circonda l'area della cattedrale. A poca distanza, il St Mungo Museum of Religious Life and Art
è ospitato in un edificio del XII secolo. All'esterno del museo, si può
passeggiare in un giardino zen, creato da Yasutaro Tanaka.
Glasgow è legata indissolubilmente
alla figura del designer art nouveau C.
R. Mackintosh, che, agli inizi
del Novecento, progettó la Glasgow
School of Art. Costruita tra il 1897 e il 1909 in base ad un progetto
presentato ad un concorso, venne edificata in due fasi a causa di motivi
finanziari. Altro capolavoro di Mackintosh è la non distante Willow Tea Room, unica rimasta di una
serie di sale da tè create dal designer per la ristoratrice Kate Cranston.
Tutto fu progettato da Mackintosh, dalle sedie, ai tavoli, alle posate.
SEC Armadillo Foto di Martina |
Ogni giro della città che si rispetti
non può non includere il SEC Armadillo,
auditorium costruito tra il 1997 e il 2002 sulle sponde del fiume Clyde. Deve
il suo soprannome alla somiglianza della struttura con quella dell'omonimo
animale. Oggi è considerato il simbolo della Glasgow moderna.
Ho battuto la città in lungo e in
largo e i miei piedi chiedono pietà! Sulla strada del ritorno verso l’hotel, cerco
un pub dove cenare. Domani sarà l’ultimo giorno di vacanza, uffa!
DAY 12
Sveglia tardi, colazione lenta e più
abbondante del solito: bisogna godersi l'ultimo giorno di vacanza, no?!
Dalla stazione centrale di Glasgow (a
due passi dall’albergo), partono ogni mezz'ora i treni per Edimburgo (25£). Prendo il primo utile e, verso l'ora di pranzo, arrivo
nuovamente nel capoluogo. Trascorro il pomeriggio facendo un po' di shopping su
Princess Street e salendo sulla ruota panoramica allestita nei giardini. Torno
bambina mangiando pop-corn e zucchero filato e stupendomi ancora per
l'imponenza del castello che veglia sulla città.
Stazione centrale di Glasgow Foto di L. Frabotta |
Domani il volo della KML parte nel
primo pomeriggio: ritorno con i paesaggi, i castelli e le cattedrali della
verde Scozia nel cuore!
TIP
•Per organizzare il viaggio,
conoscere gli orari e i giorni di chiusura di castelli, musei e siti, ho
consultato visit scotland: fatelo anche voi se non volete
avere brutte sorprese!
•È un viaggio assolutamente da fare
on the road: solo così si potranno assaporare le meraviglie paesaggistiche e
artistiche che questa terra, in parte ancora selvaggia, ha da offrire. Il mio
consiglio è di partire o con il proprio partner (come ho fatto io), con un
amico o da soli: in più di tre ci si potrebbe trovare in difficoltà, visto che
i tempi sono abbastanza serrati, le tappe stancanti e si presentano, spesso e
volentieri, situazioni in cui lo spirito di adattamento e l'intesa sono
fondamentali!
Bellissimi scatti. Paesaggi fiabeschi.
RispondiEliminaUna Scozia insolita rispetto a quella da me visitata.
Sono contenta di aver mostrato una Scozia diversa rispetto a quella dei classici itinerari: è un viaggio a cui sono molto legata.
EliminaBellissimo itinerario! Sono stata a gennaio in Scozia solo per un weekend lungi quindi ho visto solo Edimburgo e una giornata alle Highlands a Glencoe e me ne sono innamorata. L'isola di Skye deve essere una meraviglia
RispondiEliminaGrazie, è stato un viaggio molto desiderato e sognato, ecco perchè ho organizzato un itinerario nei minimi dettagli! Come avrai visto anche tu durante il tuo week-end, la Scozia ha tanto da offrire; ti auguro di poter andare presto sull'isola di Skye che, sì, è proprio bellissima!
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