Roma è una città che non finisce mai di
stupire per la sua storia millenaria: miti, leggende ed aneddoti si annidano
negli angoli di ogni quartiere. Roma è anche una città che “inganna” chi la
osserva: qui artisti, architetti e pittori, si sono divertiti a creare
illusioni ottiche e false prospettive che ancora oggi lasciano a bocca aperta
turisti e romani.
Iniziamo la nostra passeggiata alla loro scoperta dal rione
Colonna, in pieno centro storico, dove si trova la chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio.
Falsa cupola affrescata del Pozzo Foto di L. Frabotta |
Sempre ad Andrea Pozzo si deve un altro
straordinario esempio di virtuosismo prospettico: il corridoio affrescato nella
Casa Professa dei Gesuiti ,
che si apre su piazza del Gesù, accanto all’omonima, imponente chiesa
dell’Ordine Gesuitico. L’edificio, costruito tra il 1599 e il 1623, doveva
sostituire la prima sede della Compagnia del Gesù, più modesta, danneggiata da
una terribile alluvione nel 1598. Lo stesso Sant’Ignazio abitò la prima Casa
Professa, morendovi nel 1556.
La vecchia palazzina venne quasi
interamente demolita, fatta eccezione per le quattro stanze che avevano
costituito l’abitazione di S.Ignazio. In seguito, a decorare il corridoio che
le fiancheggiava venne chiamato sempre Andrea Pozzo, che si espresse al massimo
delle sue potenzialità, creando un'opera mutevole, in cui tutto cambia in base
ai punti di vista dell'osservatore. Il corridoio è decorato da affreschi con
finte architetture aperte verso spazi che sembrano infiniti, tesi a correggere
le anguste dimensioni ed il "fuori squadro" del luogo. Il fondale del
breve corridoio è la scelta scenografica più azzeccata: simulando la navata di
una chiesa, sfonda lo spazio facendolo apparire molto più lungo di quanto sia
in realtà.
Galleria Prospettica del Borromini Foto di Martina |
Proseguiamo la nostra passeggiata
spostandoci tra Campo dé Fiori e Trastevere, in piazza Capodiferro, dove si
trova il cinquecentesco Palazzo Spada, oggi
sede del Consiglio di Stato.
Nel cortile interno di questo edificio, Francesco Borromini ha dato vita al suo genio creando la Colonnata
Illusionistica, splendido artificio barocco. La galleria venne realizzata
dall’architetto tra il 1652 e il 1653 per il proprietario del palazzo,
Bernardino Spada. Vi sembrerà un corridoio molto lungo, di almeno
30/35 metri,
così come percepirete enorme la statua all’estremità di esso. La realtà è ben
diversa: la galleria misura solo 9 metri e la statuetta è alta meno di mezzo
metro! Borromini ha sfruttato la prospettiva accelerata, tecnica usata per le
scenografie teatrali: le colonne ai lati non sono parallele ma convergenti,
rimpicciolendosi verso il fondo, il pavimento è leggermente in salita e la
volta a botte lievemente in discesa. In questo modo l’architettura borrominiana
viene percepita in maniera molto più profonda dallo sguardo.
Proprio a questa galleria, l’eterno
rivale di Borromini, Gian Lorenzo Bernini si ispirò per creare due capolavori
in Vaticano: la risistemazione della Scala Regia e il Colonnato di San Pietro.
Nel primo caso, Bernini ha conferito uno spiccato simbolismo ad una scalinata
che, già di per sè, risultava essere monumentale. Aumentando con ritmo
crescente le aperture che la illuminano, la cima sembra allontanarsi e
l’intensa luce sulla sommità ricorda ai fedeli l’ascesa dello spirito verso
Dio.
Nel secondo caso, Bernini ha dovuto attingere a tutta la sua genialità e
capacità per progettare piazza San Pietro e il Colonnato. Diversi erano i
problemi da dover risolvere: la facciata della basilica era troppo larga
rispetto alla sua altezza e andava riequilibrata, la Cupola e la Loggia delle
Benedizioni dovevano essere ben visibili, la piazza doveva essere funzionale
sia allo svolgimento di processioni che ad ospitare i pellegrini. Bernini
risolse il tutto giocando su una serie di asimmetrie ed illusioni prospettiche,
di cui l’emiciclo del Colonnato è l’esempio magistrale: i fuochi dell’ellisse
della piazza sono segnati da due dischi di marmo; mettendosi su uno di essi, si
vivrà un effetto di grande impatto scenografico: le colonne delle file esterne
spariranno dietro alle colonne della fila interna! Tutto ciò è stato possibile
grazie all’aumento graduale del diametro delle colonne, dalla più esterna a
quella più interna.
Il Colonnato di Bernini Foto di L. Frabotta |
A conclusione del nostro itinerario
illusionistico, non può mancare la vista della Cupola di San Pietro da via
Nicoló Piccolomini, traversa dell’Aurelia Antica. Non è una vista panoramica
come tante, qui è il gioco prospettico ad essere protagonista: percorrendo la
via e guardando la Cupola, più ci si avvicina e più il Cupolone si allontana;
facendo la strada all’inverso, la Cupola sarà, invece, più grande e più vicina.
Lo strano effetto ottico è dovuto alla disposizione dei palazzi e al punto
d’osservazione: appena imboccata la via, si vedrà solo il Cupolone; mano a mano
che si percorrerà la strada, lo spazio intorno ad esso, prima nascosto dai
palazzi, verrà percepito dall’occhio...ecco svelato il trucco!
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