I soprannomi di Bologna sono diversi:
la Rossa, per il colore dei tetti delle case, la Grassa, per la sua
gastronomia particolarmente ricca, la Dotta perché sede di una
delle più antiche università d'Italia.
Una
visita al capoluogo emiliano è un'ottima idea anche se si ha un solo giorno a disposizione: grazie all'alta velocità su rotaia, in poco più di due ore (partendo da Roma) si arriva. Ho trovato una super offerta con Italo (per chi viaggia martedì, mercoledì e giovedì il costo del biglietto è ridotto del 50%), così non ho esitato a dedicare
una giornata a questo scrigno.
Dalla stazione di Bologna si raggiunge
agevolmente il centro, piazza Maggiore, con una passeggiata di circa
venti minuti. Si percorre via Indipendenza, caratteristica strada
porticata piena di negozi, bar e locali,
fino ad arrivare a piazza Nettuno, dominata dalla splendida fontana del Giambologna.
TIP: lungo tutta la via, ai margini del marciapiede, si trovano le targhe che commemorano le 85 vittime dell'attentato alla stazione ferroviaria, avvenuto il 2 agosto del 1980.
Il cardinal Borromeo ne promosse la realizzazione per dare una nuova immagine a piazza Maggiore. Punto focale è la scultura di Nettuno detto il Gigante, attorno alla
quale circola un aneddoto: la Chiesa impose
al Giambologna di ridurre le dimensioni delle parti intime della
statua; a dispetto, posizionó la mano di
Nettuno in modo tale che, da una certa prospettiva, il dito sembrasse proprio il membro! Cercate, quindi, la pietra nera sul lastricato della piazza per godere di questa suggestiva visione!
Di fronte, una scalinata porta alla
Salaborsa, centro culturale inaugurato nel 2001 e usato anche come
spazio espositivo. Il pavimento della sala al piano terra, in
vetro, consente di sbirciare alcuni importanti resti archeologici:
la basilica di Bononia (II sec. a.C.) e le fondamenta delle case
medievali dell'area del vicino Palazzo d'Accursio. È anche possibile
visitarli in determinati orari e lasciando solo una piccola offerta
(per info e orari biblioteca salaborsa).
Basilica di San Petronio Foto di Martina |
La prima pietra
venne posta nel giugno del 1390 ma i lavori procedettero molto a
rilento a causa di varie
vicissitudini politiche per "concludersi"
nel 1663. Ciò che colpisce immediatamente è la facciata
incompiuta: la parte inferiore presenta specchiature
marmoree eseguite tra la fine del Trecento e gli inizi del Cinquecento; quella superiore è realizzata con materiale laterizio a vista, dal profilo sfaccettato, che avrebbe dovuto consentire l'ancoraggio del rivestimento decorativo, mai posto in essere. Dei tre portali, il centrale è stato scolpito da Jacopo della Quercia, anch'esso parzialmente incompiuto. Nel 1530 la basilica godette di un momento di notorietà, essendo scelta da
Carlo V come sede per la sua incoronazione ad
imperatore del Sacro Romano Impero. L'interno, suddiviso in tre
navate da pilastri in mattoni sagramati, con basi elaborate e
capitelli a foglie, ospita la meridiana più lunga del mondo in un
luogo chiuso e l'organo funzionante più antico d'Italia.
Di
fronte alla basilica si trova il Palazzo del
Podestà, costruito nel XIII secolo, da cui svetta la Torre dell'Arengo, la cui campana suonava in particolari occasioni. Addentratevi nel Palazzo: camminate
fino alla volta centrale e, se siete in due, posizionatevi agli angoli
opposti. Con la faccia rivolta al muro, parlate liberamente:
la persona dall'altro lato vi riuscirà a sentire benissimo!
La piazza
ospita anche il palazzo del Comune, Palazzo d'Accursio, oggi un insieme di
edifici uniti nel corso dei secoli. Vi si ammirano,
al secondo piano, la Sala Farnese e la Cappella, volute dal cardinale Girolamo Farnese, nel 1665. Le decorazioni della
Sala ripercorrono le vicissitudini della
città dal Medioevo al Seicento. Sempre a questo piano è ospitato il Museo delle
Collezioni Comunali d'Arte.
LUCIO DALLA
Il cantautore è l'anima della città, colui che ha messo in musica non solo la piazza più famosa di Bologna, ma le atmosfere delle sue strade e il calore della gente. Nella centralissima via D'Azeglio (che parte proprio da piazza Maggiore), al numero 15 si trova la sua casa natale. Da piazza dei Celestini molti salutano l'inconfondibile terrazzino del suo studio.
Dalla piazza si diparte via
dell'Archiginnasio, dove si trova la sede
originaria dell'Universitá più antica d'Occidente, fondata nel 1088: il Palazzo dell'Archiginnasio. La cosa interessante è che si può accedere alle zone comuni liberamente, mescolandosi agli studenti, un'esperienza unica in una cornice senza eguali! A breve distanza, la chiesa
di San Domenico, culla di tesori della
storia dell'arte italiana, prima fra tutto
l'arca marmorea che custodisce le reliquie del Santo con sculture di Nicoló Pisano e del giovane Michelangelo.
Ora dedichiamoci un po' alla gastronomia e alla buona tavola:
ritornando sui miei passi, alle spalle di piazza
Maggiore si aprono le stradine che danno vita all'antico
mercato cittadino, il Quadrilatero. I banchetti e i negozi
espongono frutta fresca, parmigiano, mortadella, tortellini, dolci e chi più ne
ha più ne metta, è impossibile non spizzicare e
assaggiare tutte queste delizie!
TIP: se siete affamati e lo street food vi solletica solo lo stomaco, dovete assolutamente mangiare all'Osteria dell'Orsa, un locale dall'atmosfera accogliente dove si gustano le specialità del territorio in grandi tavolate di legno; i piatti sono semplici ma cucinati in maniera impeccabile e, cosa che non guasta, i prezzi sono assolutamente contenuti!
MERCATO DI MEZZO
Proprio qui si trova questo gustosissimo mercato coperto, il primo della città dopo l'Unità d'Italia. Sin dal Medioevo è luogo del commercio e della tradizione gastronomica; oggi si possono acquistare o consumare sul posto prodotti enogastronomici e piatti d'eccellenza: il corner della pasta fresca è imperdibile!
Tagliatelle all'ortica con ragù alla bolognese foto di Martina |
Superata via Castiglione, mi ritrovo nella raccolta piazza Santo Stefano: sul fondo sorge la chiesa dedicata al protomartire. Con sguardo attento, ci si accorge che le chiese sono ben quattro e, in antico, addirittura sette! Le sette chiese iniziali dovevano simboleggiare una ricostruzione dei luoghi della passione di Cristo, da qui l'originaria denominazione del complesso Sacra Hierusalem. Oggi sulla piazza si affacciano i prospetti della chiesa del Crocifisso, di origini longobarde, della chiesa del Calvario, di forma rotonda e dominata dalla riproduzione del Sepolcro di Cristo (XII-XII sec.), e della chiesa dei SS. Vitale ed Agricola, dalla struttura basilicale disadorna e che racchiude i due sarcofagi dei santi ai quali è dedicata. Nel cortile di Pilato si trova un bacile marmoreo degno di nota, donato da Liutprando e Ilprando, sovrani longobardi che avevano fatto di Santo Stefano il loro principale centro religioso.
A breve distanza si trova Corte Isolani, un delizioso passaggio
coperto, che collega la piazza con una delle
arterie principali di Bologna: Strada Maggiore.
Finalmente da qui si vede il simbolo della città: le cosiddette Due Torri, degli
Asinelli e della Garisenda, le più alte rimaste della "città turrita" che, in epoca medievale, ne contava più di cento. I
più sportivi potranno ammirare tutta la
città dall'alto salendo i 498 scalini della Torre degli Asinelli: mi
raccomando, non lo fate se siete ancora studenti, altrimenti non
diventerete mai dottori!
TIP: sai che esiste un'altra torre in città? E' la Torre Prendiparte, dal nome della famiglia che la costruì nel XII secolo, o Torre Coronata, per la particolarità della sua sommità. E' alta ben 60 metri anche se in origine doveva essere ancora più alta.
Da qui parte via Zamboni, con i portici dove si susseguono i diversi dipartimenti universitari, ospitati in palazzi del XVI e XVII secolo, che conduce alla chiesa di San Giacomo Maggiore, risalente al 1267. Conserva due cappelle meravigliose, la Cappella Bentivoglio e la Cappella Poggi. Il vicino e annesso Oratorio di Santa Cecilia è uno scrigno di pittura dei maestri bolognesi del XVI secolo: gli affreschi raffigurano la vita della santa e di San Valeriano.
Le Due Torri foto di Martina |
Ormai il
tempo a disposizione si sta esaurendo e, mentre mi rincammino verso la stazione, mi concedo un'ultima
deviazione per scoprire la "Bologna dei
canali". Sotto al portico di via Piella, una
finestrella si apre su uno scorcio veneziano, con l'acqua
dei canali che lambisce le fondamenta delle case.
Se non avete comprato leccornie in abbondanza o se non avete fatto proprio in tempo, vi consiglio, prima di andare in banchina, di fare un salto sotto ai portici di fronte alla stazione: "Mortadella" è un negozio di prodotti tipici dove potrete acquistare cose buonissime a prezzi più che convenienti!
Carica di mortadella e tortellini, prendo posto sul treno, felice di aver passato una giornata diversa e contenta di poter cenare con queste leccornie!
Carica di mortadella e tortellini, prendo posto sul treno, felice di aver passato una giornata diversa e contenta di poter cenare con queste leccornie!
I PORTICI: la città vanta quasi 40
chilometri di portici, lungo i quali si può camminare trovando riparo
sia dalla pioggia che dal
solleone. I portici di Bologna nascono
nel periodo medievale dallo "sporto", una sorta di
balcone ligneo che serviva ad ampliare lo spazio
abitativo dei piani alti. Diventando sempre più grandi e pesanti, era necessario puntellare questi sporti con travi lignee che, inevitabilmente, andavano ad occupare le strade sottostanti.
L'amministrazione
bolognese decise di non rimuoverli, a differenza di
altre città, e di renderli addirittura obbligatori e di pubblico utilizzo. Gli artigiani ne trassero maggior giovamento, usandoli come laboratori all'aperto, più luminosi delle botteghe poste al pianoterra delle loro abitazioni. Sai quali sono i più belli? Quelli di via Farini, dalle volte splendidamente affrescate.
Un'ultima cosa: nel 2021 i portici sono stati inseriti nella lista Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco!
DOVE MANGIARE
Ti voglio lasciare due indirizzi dove devi assolutamente andare a mangiare, entrambi in centro, vicinissimi a piazza Maggiore.
Accomodati ad un tavolino di Buca Manzoni, potrai gustare i piatti della tradizione in una trattoria tipica dalle tovaglie a quadri, con vista sulla Torre Prendiparte.
Ca'ppelletti è una rivisitazione della classica locanda romagnola, dove assaggiare le eccellenze enogastronomiche del territorio in piatti deliziosi, rivisitati in chiave moderna: spaziale la "ciccia con la piada"!
Nessun commento:
Posta un commento