Lungo
via Nomentana si apre uno dei polmoni verdi di Roma: Villa Torlonia. Adibito a
parco pubblico nel 1978, il complesso neoclassico venne iniziato, per volere di
Giovanni Torlonia, da Giuseppe Valadier nel 1802 e continuato da G.B. Carretti
dal 1832.
Il principe voleva eleggerla a propria villa suburbana e, per questo,
voleva nobilitare la tenuta rendendola quantomai vicina alle residenze
principesche romane.
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Scorcio del parco di Villa Torlonia Foto di Martina |
È negli anni ‘90 del XX secolo che la villa è stata
sottoposta ad una serie di interventi di restauro, sia del parco che degli
edifici che la puntellano.
L’ingresso monumentale è costituito da propilei
ionici e da un obelisco di granito; la sagoma del Casino Nobile cattura subito
lo sguardo: progettato da Caretti tra il 1832 e il 1840, una grande scalinata
d’accesso inquadra la sua facciata, costituita da un avancorpo con colonne
ioniche, sormontato da un timpano.
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Sala di rappresentanza del Casino Nobile foto di Martina |
Il fulcro è il salone da ballo che presenta
due orchestre per ospitare i musicisti durante le feste; attorno ad esso sono
disposte una serie di sale decorate in diversi stili: gotico,
neorinascimentale, neoclassico e, al piano superiore, egizio. Oggi, gli
ambienti del piano terra e del primo piano ospitano il Museo della Villa che,
attraverso sculture e arredi, ricrea una residenza principesca romana
dell’Ottocento. Al secondo piano troviamo un altro museo, quello della Scuola
Romana, dove sono esposte le opere degli artisti di questo movimento, nato
nella Capitale tra le due guerre.
Mussolini abitò il Casino dal 1925 al 1943,
su invito del principe Torlonia che glielo affittò ad un prezzo simbolico. Al
Duce si deve la costruzione, al piano seminterrato, dapprima di un rifugio
antiaereo e poi di un vero e proprio bunker,
tra il 1941 e il 1943, per proteggere la sua famiglia durante l’intensificarsi
dei bombardamenti. Il rifugio, esattamente al di sotto della sala da ballo,
viene dotato di porte in ferro antigas e di un impianto di filtrazione
dell’aria. Sebbene sia molto agevole da raggiungere, tuttavia non si rivela
sicuro in caso di bombardamento mirato della villa.
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La scala del bunker di Mussolini foto di Martina |
Ecco perché Mussolini
decide di far costruire un vero e proprio bunker, isolato con una gettata di 6
metri di spessore di cemento armato; rimase, però, incompiuto e senza porte
blindate nel 1943, con il suo arresto.
Sempre
a Valadier si deve il Casino dei Principi, graziosa palazzina restaurata nel
2002 dove oggi ha sede l’Archivio della Scuola Romana.
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Teatro di Villa Torlonia Foto di Martina |
Lungo
i viali che si dipartono da qui, si susseguono da un lato il Villino Rosso, il
Villino Medievale e il Teatro dall’ampia esedra porticata; dall’altro,
l’Anfiteatro e la Casina delle Civette.
Soffermiamoci su questo bizzarro e stravagante complesso
architettonico: nel 1840 Giuseppe Jappelli realizzò una Capanna Svizzera ai
bordi del parco per Alessandro Torlonia come luogo d’evasione rispetto alla
residenza ufficiale. Il complesso rustico è oggi formato da due edifici, il
villino e la dipendenza, collegati da una galleria in legno e da un passaggio
sotterraneo.
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Casina delle Civette Foto di Martina |
Il paramento esterno è a bugne di tufo, mentre l’interno è dipinto
a tempera ad imitazione di rocce e tavolati di legno.
È con il 1908 che la
Capanna Svizzera inizió a subire le prime trasformazioni, per volere di
Giovanni Torlonia. L’architetto Enrico Gennari la trasformò in una raffinata
palazzina con loggette, porticati, grandi finestre dalle vetrate colorate e
decorazioni a maioliche. Il principe Giovanni, affascinato dall’esoterismo e
dai suoi simboli, fece decorare l’intera struttura con il tema della civetta.
Duilio Cambellotti nel 1914 realizzó la famosa vetrata con due civette tra
tralci d’edera, grazie alla quale il villino venne chiamato Casina delle
Civette. È con il 1917 che un altro architetto, Vincenzo Fasolo, lasciò la sua
impronta sul complesso, dando vita ad un raffinato apparato decorativo in stile liberty.
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Una delle vetrata della Casina delle Civette foto di Martina |
Villa Torlonia, a partire dal 1944, venne occupata dalle truppe
anglo-americane che, per tre anni, ne fecero il loro quartier generale,
danneggiando gravemente la Casina che subì ulteriori danni dovuti all’incuria
del tempo, ad atti di vandalismo e ad un incendio divampato nel 1991. Grazie ad
un paziente lavoro di restauro (1992-1997), oggi si può apprezzare la bellezza
delle vetrate policrome legate a piombo che costituiscono un unicum nel
panorama artistico internazionale.Finalmente, torna accessibile
anche il complesso della Serra e della Torre Moresca.
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La Serra Moresca foto di Martina |
Venne realizzato tra il
1839 e il 1840 su progetto dell’architetto Giuseppe Jappelli, chiamato da
Alessandro Torlonia nell’ambito della risistemazione dell’intera villa. La
Serra era una sala riscaldata per la coltivazione di piante esotiche e rare; si
ispira nella sua architettura all’Alhambra di Granada, ma vuole anche evocare i
luoghi dipinti dalla penna dell’Ariosto nell’Orlando Furioso. Il vasto ambiente
rettangolare è scandito all’esterno da pilastri scolpiti e dipinti con rilievi
floreali e da ampie finestre a disegni geometrici con vetri dai colori molto
vivaci.
TIP: per i possessori della
Mic (la card annuale per l’accesso ai musei comunali), l’ingresso alla Serra
Moresca e ai musei di Villa Torlonia è gratuito.
Biglietto integrato Casino
Nobile e Casina della Civette 11€; Ingresso Serra Moresca 4€.
C’è
più di un buon motivo per passare qualche ora in questo splendido complesso!
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