Ogni viaggio
che si rispetti inizia dalla consultazione del mappamondo per scegliere la
meta. Il tempo a disposizione e il budget mi fanno focalizzare sulla “vecchia
Europa” e l’occhio mi casca sulla Polonia, paese interessante dal punto di
vista storico-artistico ed economicamente molto abbordabile in tutti i periodi
dell’anno.
La Polonia
vanta una storia millenaria di castelli, sovrani e regni con alterne fortune;
testimonianze medievali si fondono con monumenti e musei dedicati al secondo
conflitto mondiale; il ricco patrimonio culturale ebraico è un pilastro del
paese, legato soprattutto alla Shoah. Con queste premesse, mi metto subito
all’opera nella ricerca dei voli. Con 215€ mi accaparro un volo a/r
dell’Alitalia da Fiumicino all’aeroporto Chopin di Varsavia: volagratis non mi delude. Dalla capitale mi sposterò in treno a Cracovia (22€ a
tratta), cittadina che conserva ancora uno straordinario centro medievale e
punto di partenza per raggiungere il simbolo della crudeltà della guerra:
Auschwitz.
DAY 1
Atterro in mattinata a Varsavia e, dall’aeroporto, raggiungo il centro città con
l’autobus 175. All’edicola nell’atrio degli “Arrivi”, si acquistano i biglietti e, appena usciti, si trova la fermata. Scendo di fronte ad
uno dei simboli della città, il Palazzo della Cultura e della Scienza: il mio
albergo si trova proprio qui, a due passi.
L’Hotel Metropol è un tre stelle in posizione perfetta per girare Varsavia, le camere sono spaziose e confortevoli, la colazione è intercontinentale a buffet, ma ciò che più mi ha convinto è stato il prezzo: 40€ a notte, sempre su Booking. Alleggerita del bagaglio, sono pronta per il mio tour!
Nell’immaginario collettivo, Varsavia non è associata a raffinati palazzi o maestose chiese visto che, durante il secondo conflitto mondiale, venne completamente rasa al suolo. Tuttavia, la capitale polacca ha la capacità di sorprendere il visitatore, mostrando una vivacità e un’eleganza che non ti aspetti.
L’Hotel Metropol è un tre stelle in posizione perfetta per girare Varsavia, le camere sono spaziose e confortevoli, la colazione è intercontinentale a buffet, ma ciò che più mi ha convinto è stato il prezzo: 40€ a notte, sempre su Booking. Alleggerita del bagaglio, sono pronta per il mio tour!
Nell’immaginario collettivo, Varsavia non è associata a raffinati palazzi o maestose chiese visto che, durante il secondo conflitto mondiale, venne completamente rasa al suolo. Tuttavia, la capitale polacca ha la capacità di sorprendere il visitatore, mostrando una vivacità e un’eleganza che non ti aspetti.
Inizio
prestando maggiore attenzione al PKiN, il maestoso Palazzo della Cultura che si
eleva ben al di sopra dei grattacieli che lo circondano: con i suoi 231 m
d’altezza è l’edificio più alto della Polonia, ancora oggi. Costruito tra il
1952 e il 1955 come dono d’amicizia dell’Unione Sovietica alla nazione polacca,
ospita una sala per congressi, tre teatri, un cinema e musei, oltre ad uffici.
Il PKiN Foto di Martina |
TIP
L’edificio
non è mai piaciuto ai polacchi, che gli hanno affibbiato vari nomignoli
derisori, ma non potete non salire fino al trentesimo piano (115 m) per
ammirare la bellissima vista dalla terrazza panoramica (www.pkin.pl).
Poco lontano
inizia l’antico ghetto ebraico: prima dell’inizio della seconda guerra
mondiale, Varsavia ospitava la seconda comunità ebraica più grande al mondo.
Nel 1940 i Nazisti crearono il Ghetto, che comprendeva i quartieri di Mirów e
Muranów. Nel 1943, a seguito di una rivolta scoppiatavi, venne totalmente raso
al suolo. Oggi la zona è caratterizzata da brutti condomini di epoca comunista,
ma rimangono ancora tracce della Varsavia ebraica. Un esempio è Ulica Próżna:
in questa lugubre stradina, le case di mattoni rossi, mai restaurate, portano ancora
i segni delle pallottole e delle granate.
Pensierosa,
mi dirigo verso ulica Krakowskie Przedmieście, la via Reale, oggi splendida
passeggiata. Lungo il viale, che arriva a piazza del Castello, si susseguono
eleganti palazzi e chiese suggestive, tra le quali Sant’Anna è la più ricca di
decorazioni, scampata miracolosamente ai bombardamenti della guerra. Qui si
trovano anche l’Università di Varsavia e due importanti monumenti, uno dedicato
allo scrittore polacco Adam Mickiewicz e l’altro all’astronomo Niccolò
Copernico.
Nonostante sia fine gennaio, delle installazioni luminose a
grandezza d’uomo, con motivi natalizi accompagnano la mia camminata: mi fanno
tornare bambina! Finalmente, si staglia di fronte a me l’imponente edificio di
mattoni, copia dell’originale Castello Reale, fatto
saltare in aria dai tedeschi. Costruito per volere dei duchi di Masovia nel XIV
secolo, raggiunse il massimo splendore nel XVII secolo. Divenne, poi, residenza
degli zar e, quando la Polonia riconquistò l’indipendenza, del Presidente. Di
grande impatto è la Sala delle Grandi Assemblee, restaurata e riportata allo
splendore settecentesco, con stucchi dorati e colonne rivestite d’oro. Si susseguono
la Sala Nazionale, la Stanza di Marmo, fino a giungere alla Sala del Trono,
sontuosamente decorata. Collegato da un breve corridoio è l’Appartamento del
Re.
Installazioni luminose nel centro di Varsavia Foto di L. Frabotta |
Prima di
raggiungere il cuore della Stare Miasto, la Città Vecchia, ancora parzialmente
cinta da mura, entro nella cattedrale di San Giovanni, la più antica tra le
chiese di Varsavia, costruita nel XV secolo. Distrutta dai bombardamenti, venne
ricostruita nelle sue fattezze gotiche.
La Rynek Starego Miasta, piazza della
Città Vecchia, è la più incantevole di Varsavia. È fiancheggiata da palazzi in
cui si fondono elementi rinascimentali, barocchi e gotici, frutto di una
mirabolante ricostruzione postbellica. Il fulcro della piazza è la statua della
Sirena, del 1855, simbolo della città. La pista di pattinaggio anima il cuore
della città vecchia e le bancarelle mandano deliziosi profumi: è ora di
rifocillarsi e prendere una cioccolata calda bollente, visto il freddo!
La Rynek Starego Miasta Foto di Martina |
TIP
•LA CITTÀ
VECCHIA: al termine della II Guerra Mondiale, si decise di ricostruire i
monumenti della città vecchia, basandosi su disegni e foto d’epoca. I lavori
per ripristinare l’aspetto seicentesco e settecentesco degli edifici iniziarono
nel 1949 e terminarono nel 1963. Il restauro fu talmente accurato che, nel
1980, la città vecchia di Varsavia divenne sito Patrimonio dell’UNESCO.
Ripresa la
passeggiata, non posso non vedere il Monumento all’Insurrezione di Varsavia,
che si trova nella Nowe Miasto, Città Nuova. Il nome di questa zona è quantomai
ingannevole, visto che risale alla fine del XIV secolo.
La composizione di
bronzo immortala i combattenti dell’esercito nazionale, l’Armia Krajowa: alcuni
emergono dalle macerie della città, altri scendono nelle fogne attraverso un
tombino. Di fronte, la Cattedrale del Campo dell’Esercito Polacco, tradizionale
luogo di culto dei soldati, presenta sui portali d’accesso bassorilievi
celebranti le più importanti battaglie combattute dalla forze polacche.
Monumento all'Insurrezione Foto di L. Frabotta |
Il freddo e
la fame si sono impossessati di me: non mi rimane che trovare un bel posticino
per cenare. Arrivo su ulica Nowy Świat, la via del Nuovo Mondo, la strada più
trafficata di Varsavia al di fuori della Città Vecchia. È la via dello
shopping, fiancheggiata da edifici del dopoguerra, ricostruiti secondo lo stile
neoclassico ottocentesco, ed è animata da caffè e ristoranti. Mi accomodo da Specjaly Regionalne, ristorante di cucina tipica polacca, le cui tovaglie a quadri bianche e
rosse già mettono allegria e promettono pietanze gustose! Zuppa servita dentro
al pane, carne alla brace e patate arrosto: una cena da regina per soli 15€.
Una piacevole
passeggiata e sono in albergo: il centro di Varsavia, infatti, è abbastanza
raccolto e si gira comodamente a piedi. Il tempo di dare un’occhiata al Palazzo
della Cultura illuminato e sono già sotto le coperte: domani mattina mi aspetta
il treno per Cracovia!
DAY 2
Come risveglio
non potevo chiedere di meglio. Dalla vetrata della sala colazione guardo i
fiocchi scendere candidamente: wow, nevica! Non resta che prendere le valige e
raggiungere la Stazione Centralna, a poche centinaia di metri dall’albergo.
Quasi ogni ora ci sono treni per Cracovia: sarò lì per l’ora di pranzo. Scesa
alla stazione Krakòw Glòwny, l’hotel che ho prenotato dista solo 10 minuti a
piedi. Il Wyspiansky è una struttura in pieno centro, dalle camere spaziose e
confortevoli ad un prezzo super (40€ a notte, colazione inclusa!). Mi approprio della stanza, poso il bagaglio e, in un attimo, sono
già nella hall, pronta per andare a vedere la piazza medievale più grande di
tutta Europa: Rynek Glowny, la piazza Centrale.
Cracovia, per circa cinque secoli, fu capitale della Polonia e conserva più di 1/4 dei reperti storici dell’intera Polonia.
La Stare Miasto, città vecchia, ha come fulcro la piazza
Centrale, progettata intorno al 1257 quando la città visse un momento di
intensa crescita urbanistica. Lo spazio è circondato da edifici e palazzi
splendidamente decorati. Troneggia al centro il Mercato Coperto, Sukiennice. Il
monumento, nelle sue attuali forme, risale al XIX secolo ma il primo nucleo
nasce nel XIII secolo, quando non era altro che un filare di bancarelle di
mercanti di stoffe. Solo sotto il regno di Casimiro il Grande venne eretto il
capannone gotico, lungo 108 metri, distrutto nell’incendio del 1555. Dopo
questa disgrazia, il Mercato venne ricostruito, divenendo un imponente
struttura, con scale e loggia e un attico, in stile rinascimentale, decorato da
meravigliosi mascheroni. I portici in stile neogotico risalgono alla
sistemazione del XIX secolo.
Cracovia, per circa cinque secoli, fu capitale della Polonia e conserva più di 1/4 dei reperti storici dell’intera Polonia.
Le carrozze sulla Rynek Glowny Foto di L. Frabotta |
TIP
•IL MERCATO
SOTTERRANEO: dall’estremità settentrionale del Mercato Coperto, si può entrare
in questo affascinante spazio espositivo sotterraneo alla piazza. È un percorso tra i banchi medievali del mercato
e si snoda tra altri ambienti dimenticati nel tempo. La coda all’ingresso c’è
sempre, quindi conviene prenotare la visita presso uno degli uffici turistici.
Altro
importante edificio civile è l’imponente torre in mattoni, alta 70 metri, che faceva parte del Ratusz, il Palazzo Comunale.
Vale la
pena salirvi per ammirare il panorama. Due
chiese si ergono, poi, nella piazza: la basilica di Santa Maria e la chiesa di
San Wojciech. La costruzione della prima è stata finanziata nel XIII secolo
dagli abitanti della città ed è uno dei più bei luoghi di culto in stile gotico
di tutta la Polonia. La facciata è racchiusa tra da due torri di diversa
altezza; la più bassa di 69 metri, è il campanile, mentre la più alta, di 81
metri, sorregge una sfera dorata nella quale è conservata la storia della città.
Al suo interno, oltre a meravigliose vetrate istoriate risalenti alla fine del
XIV secolo, è ospitata la più grande pala d’altare medievale in legno di
tutt’Europa, alta 13 metri e larga 11 metri. Oltre 200 le figure che vi sono
scolpite, dalle più piccole, di alcuni centimetri, alle più grandi, di
addirittura tre metri.
Il Mercato Coperto e la Torre Foto di L. Frabotta |
TIP
•L’HEJNAL: allo
scoccare di ogni ora, dalla torre più alta della chiesa di Santa Maria, viene
intonata la chiamata a raccolta,hejnal, uno squillo di tromba ripetuto
quattro volte. La semplice melodia, retaggio medievale intonato in segno di
allarme, è oggi il simbolo musicale della città.
La seconda
chiesa, molto più piccola e in forme romaniche, è uno dei più vecchi monumenti
di Cracovia e si trova nell’angolo sud della piazza. La sua storia risale al X
secolo anche se il suo aspetto odierno è frutto dei restauri del XVIII secolo.
Si dice che venne eretta nel luogo della predicazione del santo e che qui gli
abitanti di Cracovia si nascosero per sfuggire all’attacco dei mongoli nel
1241.
Sulla piazza
si affacciano tanti ristoranti e caffè: fate una pausa in quello che vi attira
maggiormente e perdetevi ad ammirare questo concentrato di storia!
TIP
•GIRO IN
CARROZZA: il modo più romantico per girare la città è sicuramente salire su una
di queste carrozze, trainate da cavalli e guidate per lo più da donne,
allineate all’estremità settentrionale di Rynek Glówny e in ulica Grodzka.
•OBWARZANEK: questo spuntino di strada è simile al pretzel, il cugino tedesco, ma più grande e compatto, preparato intrecciando due strisce di pasta di pane e cotto nel forno. Uno dei tratti inconfondibili di Cracovia è costituito proprio dalle bancarelle che si incontrano ad ogni angolo di strada: ricoperti di semi di papavero, di sale o di semi di sesamo, uno tira l’altro!
Dopo una
pausa d’obbligo in una pasticceria, mi incammino verso la collina del Wawel,
simbolo e silente testimone della storia polacca. Lungo ulica Grodzka incontro
la chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e la chiesa di Sant’Andrea. La
prima venne costruita dai Gesuiti condotti in città nel 1583 per combattere la
Riforma ed è il primo esempio di edificio barocco di Cracovia. Sotto la cupola
è collocato un pendolo che consente di osservare i movimenti circolari che la
Terra compie intorno al proprio asse. La seconda, risalente all’XI secolo, è
uno dei più antichi luoghi di culto eretto in terra polacca. All’esterno
conserva parte del suo austero aspetto romanico, mentre l’interno è stato
completamente rifatto nel XVIII secolo in stile barocco.
Il Castello del Wawel Foto di L. Frabotta |
Finalmente
l’ingresso al castello si apre alla fine di ulica Grodzka. Centro politico e
culturale della Polonia fino alla fine del XVI secolo, il Castello del Wawel è il simbolo dell’identità nazionale polacca. Il nucleo originale venne
costruito all’inizio dell’XI secolo per poi essere ampliato e rimaneggiato nel
corso dei secoli. Presenta, infatti, molteplici stili architettonici: romanico,
gotico e rinascimentale. Oggi è occupato da un museo, costituito da
cinque aree separate. La parte più grande e più sfarzosa è la sequenza delle
Camere di Stato, ambienti restituiti all’originale stile rinascimentale e primo
barocco. Le due sale più grandi e importanti sono la Sala dei Senatori e la
Sala dei Deputati. La Sala dei Senatori, usata originariamente per le assemblee
del Senato e le cerimonie di corte, ospita una serie di arazzi cinquecenteschi
di Arras. La Sala dei Deputati presenta un soffitto a cassettoni nel quale sono
scolpite 30 teste, l’una diversa dall’altra, concepite nel XVI secolo per
illustrare il ciclo di vita dell’uomo. Gli Appartamenti Reali Privati sono
ambienti più intimi rispetto alle Camere di Stato: sono circa una decina e
danno un’idea di come vivevano i sovrani. Le sale gotiche con soffitto a volta
del Tesoro, ospitano oggetti preziosi e vestigia del castello trecentesco, tra
cui spicca la Szczerbiec, la Spada Seghettata, usata per tutte le incoronazioni
dei re polacchi. L’adiacente Armeria espone una collezione di armi antiche di
varie epoche. La Cattedrale è l’altro
monumento assolutamente da non perdere. Nel corso dei secoli ha fatto da sfondo
alle incoronazioni, ai funerali e alle sepolture dei monarchi e dei dittatori
polacchi. L’edificio visibile oggi è la terza chiesa costruita in loco,
consacrata nel 1364: è una struttura gotica circondata da cappelle costruite in
epoche successive, in vari stili.
TIP
•ANIMALI
PREISTORICI: prima di entrare, sulla sinistra della massiccia porta di ferro,
si notano grandi ossa di animali preistorici, appese ad una catena. Secondo la
leggenda, hanno poteri magici: finché ci saranno, la Cattedrale rimarrà al suo
posto.
L’interno,
cupo e maestoso ospita i sarcofagi di quasi tutti i re polacchi, il
confessionale d’argento di San Stanislao, le arcate tardo rinascimentali e il
crocifisso nero di Santa Jadwiga. Tra le 19 cappelle che si aprono nel corpo
gotico della chiesa, la più bella è la Cappella di Sigismondo, riconoscibile
dall’esterno per la sua cupola dorata. Dalla sacrestia, si salgono i 70 gradini
della torre per ammirare la Campana di Sigismondo, la più grande campana
storica della Polonia.
Per concludere la visita alla collina del Wawel, manca
solo affacciarsi da uno dei belvedere e godere della vista della Vistola e dei
sobborghi della città.
La Vistola dalla collina del Wawel Foto di Martina |
Calato il
sole, il freddo diventa più intenso: giro i tacchi per tornare verso la Piazza
Centrale e trovare un ristorantino per cena. Il Balaton mi conquista: a pochi centinaia di metri dalla Rynek Glowny, su Grodzka
ulica, il ristorante coniuga la cucina tradizionale ungherese con le specialità
polacche. Il goulash è eccezionale, così come le zuppe e i prezzi sono davvero
contenuti (circa 18€!). Freddo non ti temo: dritta in albergo perché domani mi
aspetta la visita al Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau.
TIP
•LOCAL TOURS CRACOW: l’ufficio
di questo tour operator, su ulica Grodzka, sponsorizza visite guidate in
giornata ad Auschwitz. Prenoto con loro un tour: viste le difficoltà e i
numerosi cambi di mezzi che dovrei fare se volessi raggiungere il campo di
concentramento autonomamente, la trovo la soluzione migliore e ad un prezzo
accessibilissimo (circa 28€).
DAY 3
La sveglia
suona implacabile e oggi mi aspetta un’esperienza triste ma necessaria per
comprendere l’orrore dell’Olocausto: la visita al campo di concentramento dove
si svolse il più grande tentativo di genocidio della storia umana. Alle 8.30 il
driver è fuori dall’albergo, i miei compagni di viaggio sono già sul pulmino:
non resta altro che percorrere i 50 km che separano Cracovia da Oświęcim.
Il campo di
sterminio di Auschwitz (Oświęcim in polacco) fu costruito nell’aprile del 1940
sulle già esistenti caserme dell’esercito polacco. Originariamente destinato ai
prigionieri politici polacchi, in un secondo momento venne adibito allo
sterminio di massa degli ebrei europei. A questo scopo, tra il 1941 e il 1942,
venne realizzato a Birkenau, 2 km ad ovest, un campo molto più grande. Auschwitz
fu distrutto solo parzialmente dai nazisti in fuga e molti degli edifici di
mattoni originali si sono conservati fino ad oggi, cupa testimonianza della
follia umana.
L’itinerario inizia nel centro visitatori dove viene proiettato il documentario sulla liberazione del campo da parte dell’esercito sovietico, il 27 gennaio 1945. Da qui, si entra nel campo vero e proprio, circondato dal filo spinato, attraversando il tristemente famoso cancello sormontato dalla scritta tedesca “Arbeit Macht Frei” (il lavoro rende liberi). Dei 30 edifici adibiti a prigione rimasti, 13 ospitano oggetti delle vittime, suddivisi per tipologie, ed esposizioni dedicate a specifici gruppi etnici particolarmente colpiti dallo sterminio. Si raggiunge Birkenau con una navetta di collegamento interno. Qui avvenne la maggior parte delle uccisioni, permessa da quattro gigantesche camere a gas, con relativi forni crematori. I 175 ettari di campo ospitavano più di 300 baracche adibite a prigioni e, nonostante buona parte sia stata distrutta dai nazisti in ritirata, le strisce di filo spinato e le torri di guardia che si estendono quasi a perdita d’occhio, riescono a dare un’idea dei crimini nazisti. Il binario della morte è un’altra testimonianza che fa accapponare la pelle e davanti alla quale l’unica cosa da fare è rimanere in un rispettoso silenzio. Silenzio che sarà la nota distintiva anche del viaggio di ritorno: bisogna elaborare e “digerire” il tutto.
Ingresso al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau Foto di L. Frabotta |
L’itinerario inizia nel centro visitatori dove viene proiettato il documentario sulla liberazione del campo da parte dell’esercito sovietico, il 27 gennaio 1945. Da qui, si entra nel campo vero e proprio, circondato dal filo spinato, attraversando il tristemente famoso cancello sormontato dalla scritta tedesca “Arbeit Macht Frei” (il lavoro rende liberi). Dei 30 edifici adibiti a prigione rimasti, 13 ospitano oggetti delle vittime, suddivisi per tipologie, ed esposizioni dedicate a specifici gruppi etnici particolarmente colpiti dallo sterminio. Si raggiunge Birkenau con una navetta di collegamento interno. Qui avvenne la maggior parte delle uccisioni, permessa da quattro gigantesche camere a gas, con relativi forni crematori. I 175 ettari di campo ospitavano più di 300 baracche adibite a prigioni e, nonostante buona parte sia stata distrutta dai nazisti in ritirata, le strisce di filo spinato e le torri di guardia che si estendono quasi a perdita d’occhio, riescono a dare un’idea dei crimini nazisti. Il binario della morte è un’altra testimonianza che fa accapponare la pelle e davanti alla quale l’unica cosa da fare è rimanere in un rispettoso silenzio. Silenzio che sarà la nota distintiva anche del viaggio di ritorno: bisogna elaborare e “digerire” il tutto.
Una volta
rientrati, non rimane che prendere i bagagli in albergo e dare un ultimo saluto
a Cracovia: il treno per Varsavia parte alle 18.30!
Arrivati alla stazione centrale di Varsavia, l’albergo dove dormirò per l’ultima notte polacca è sempre il Metropol, che raggiungo comodamente in un quarto d’ora. La giornata è stata molto intensa sia per i chilometri macinati, sia per ciò che ho visto. Opto per un boccone nel ristorante dell’hotel e a letto presto: domani mi aspetta il volo di rientro.
Questi giorni, purtroppo, sono passati in un attimo. E' stato un viaggio attraverso secoli di storia:ho conosciuto ed apprezzato una nazione che, con fierezza, ha saputo arginare episodi tempestosi e tragedie che l'hanno travolta. Quale sarà la mia prossima avventura?
Arrivati alla stazione centrale di Varsavia, l’albergo dove dormirò per l’ultima notte polacca è sempre il Metropol, che raggiungo comodamente in un quarto d’ora. La giornata è stata molto intensa sia per i chilometri macinati, sia per ciò che ho visto. Opto per un boccone nel ristorante dell’hotel e a letto presto: domani mi aspetta il volo di rientro.
Questi giorni, purtroppo, sono passati in un attimo. E' stato un viaggio attraverso secoli di storia:ho conosciuto ed apprezzato una nazione che, con fierezza, ha saputo arginare episodi tempestosi e tragedie che l'hanno travolta. Quale sarà la mia prossima avventura?
Il mio viaggio tra i più belli. Grazie di avermelo fatto rivivere.
RispondiEliminaUn viaggio che ha superato le mie aspettative e mi ha stupito..non credevo!
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