La cucina
romanesca non è solo carbonara e saltimbocca ma esistono anche alcuni piatti
tipici come la concia di zucchine e il carciofo alla giudia che, come
suggerito da quest'ultimo nome, hanno una storia da ricercare nel cuore della
città.
Spesso è
difficile dire dove inizi la cucina ebraica e finisca quella romanesca e
viceversa, tanto la vita delle due comunità si è fusa nel tempo. Infatti, la
comunità ebraica di Roma è la più antica in Europa e la sua presenza nella
città eterna risale al II secolo a. C. A partire da allora, questa diventa il nucleo più antico di Roma, il più tradizionale e custode del sapere, in questo caso, dei sapori.
Fritto misto yahel: baccalà, carciofo, mozzarelle e verdure |
Fatta questa doverosa premessa, numerosi sono
i piatti tipici della tradizione giudaico-romanesca e, come accennato già, non
è sempre facile distinguere chiaramente le due cucine: per esempio, ebrei e romani hanno in comune l'utilizzo del cosiddetto quinto
quarto (ovvero cervello, animelle, trippa, milza e fegato) che veniva cucinato in
molti modi; è un cibo antico che oggi non sarebbe molto gradito ma che
rappresenta la tradizione.
Si fa
risalire agli ebrei anche il brodo di pesce, che nasce dalla
vicinanza del ghetto romano al porto fluviale di Ripa Grande, approdo delle
barche provenienti da Ostia. Dal recupero degli scarti di pesce bolliti nasce
questo brodo, oggi una prelibatezza, ai tempi una necessità.
Inoltre, i Papi avevano stabilito che il pesce autorizzato per gli ebrei fosse quello
azzurro, in particolare le sardine e le acciughe, per questo esistono numerose
ricette giudaiche con le alici, fra tutte gli aliciotti con l'indivia.
Una colonna portante di questa cucina sono i fritti, in
particolare i carciofi detti alla giudia, i fiori di zucca, rigorosamente
ripieni di mozzarella e acciuga, e i filetti di baccalà.
Baccalà con carciofi |
Altro
piatto tipico è la concia di zucchine, ovvero
le zucchine romanesche marinate in un modo particolare e molto
gustoso, adatte coma antipasto, magari su una focaccia bianca, o come
contorno.
Infine, non si
può non fare un accenno ai dolci che sono per la maggior parte basati sulla
frutta secca, il miele e i canditi. Tra questi, uno dei più antichi è il tortolicchio, simile
al mostacciolo, accompagnato dalla pizza dolce ebraica, il tortello
a forma di rombo, i biscottini del ciambellaro e la nocchiata, una specie di
torrone di nocciole, noci e mandorle passate nel miele.
A Roma vi suggeriamo
uno dei nostri ristoranti kosher preferiti: Yotvata, un ristorante di latte (quindi non fanno nè carne nè derivati) dove si possono mangiare piatti a base di pesce, la
pizza e i fritti. Nel fritto misto potrete
assaggiare tutte le specialità (carciofo, filetto di baccalà, mozzarelle e
fiori di zucca), la focaccia con la concia di zucchine è deliziosa così come i
piatti a base di baccalà. Un plauso va anche alla carbonara di zucchine: la prima volta abbiamo
storto la bocca perché la carbonara è la carbonara ma, del resto, essendo un
ristorante di latte, non si può usare il guanciale e vi assicuro che le
zucchine sono un'eccellente alternativa, provare per credere!
Indirizzo che non conosco, ma che stimola la mia curiosità visto che propone qualcosa di davvero originale
RispondiEliminaDa provare: ci si alza da tavola molto soddisfatti!
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