La rotonda del Palazzo delle Esposizioni ospita Manifesto, una video
installazione in tredici schermi di Julian Rosefeldt, apparsa per la prima
volta nel 2015, che trae ispirazione dai manifesti artistici del Novecento,
celebrando ed esaltando la loro bellezza letteraria ma, al contempo, facendo
riflettere sul ruolo dell’artista nella società di allora come in quella di
oggi.
Ragazza punk tatuata, Stridentismo/Creazionismo Foto di Martina |
Per ciascuna delle tredici tappe, l’artista tedesco ha creato un collage
di testi, rifacendosi a più di cinquanta manifesti del primo e secondo
Novecento, nati in seno ad arti visive, danza, architettura letteratura e
cinema. Ogni video, ad eccezione del prologo, è incentrato sulla vita di un
protagonista, interpretato sempre dall’attrice australiana Cate Blanchett, che
infonde alle scene nuova vis
drammatica.
I personaggi sono tutti al femminile, eccezion fatta per un unico
uomo, per contrastare il carattere maschile dei manifesti scritti quasi
esclusivamente da uomini. Le enunciazioni di questi manifesti appaiono in
contesti inusuali, poiché la volontà di Rosefeldt è quella di vedere se le
istanze di denuncia che avevano spinto gli artisti del Novecento a dare vita a
queste opere hanno resistito alla prova del tempo. Nel secolo scorso, gli
autori dei manifesti volevano cambiare il mondo attraverso la loro arte,
rabbiosa e vitale, divenendo interpreti delle aspirazioni di un’intera
generazione.
Allestimento mostra Foto di Martina |
Rosefeldt riflette, attraverso la sua installazione, su come siano
cambiate le dinamiche tra politica, arte e vita vissuta, in quello che l’autore
stesso definisce un “manifesto dei manifesti”.
Il visitatore è accolto da una
miccia che brucia nel Prologo (unico video a non essere recitato dalla
Blanchett), nel quale risuonano frasi tratte dal Manifesto del partito comunista, scritto da Marx ed Engels nel
1848, per sottolineare la matrice rivoluzionaria di tutte le dichiarazioni di
poetica che seguono, dal Futurismo al Dadaismo, dal Situazionismo al
Creazionismo, dal Suprematismo alla Pop Art. L’opera dell’artista tedesco si
fonda non solo sullo studio e sulla scelta dei brani, ma su un attento lavoro
di regia, di scrittura scenica e di riprese.
I dodici copioni, recitati in inglese da Cate Blanchett, sono dedicati
ciascuno ad un diverso movimento artistico e si presentano talvolta in
sintonia, talvolta in aperto contrasto con l’ambientazione o con le azioni che
compie l’attrice. Gli scritti dei giovani artisti del Novecento invocano un
“disordine pieno di vitalità”, “contro tutti i sistemi”, per abolire il passato
e rifiutare il futuro, riflettendo solo sul presente.
Il rapporto tra la trama del film e il manifesto spinge, quindi, il
visitatore ad indagare su come queste affermazioni possano intrecciarsi con la
realtà di un senzatetto, di una giornalista, di una broker o di una madre, non
volendo fornire risposte dogmatiche o certezze assolute. In questa call of action, il visitatore riesce a
fruire una proiezione alla volta ma, in taluni momenti, le voci dei
protagonisti dei film si sovrappongono, dando vita alla potenza di un coro.
Grazie dell'articolo. Condivido la tua opinione e finalmente Roma si apre a qualcosa di diverso che non solo la sua classicità
RispondiEliminaIn una città che trasuda di antico come Roma, a volte è bello immergersi nella modernità e nella sperimentazione, e questa mostra ne è una dimostrazione:
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