DIALOGHI A SUTRI, PALAZZO DOEBBING INAUGURA LA NUOVA STAGIONE ESPOSITIVA

Il Museo di Palazzo Doebbing a Sutri ha inaugurato la nuova stagione espositiva con la mostra “Dialoghi a Sutri” e con l’apertura del Museo di Arte Antica e di Arte Sacra: le opere di undici grandi maestri dell’arte, Tiziano, Scipione Pulzone, Henri Rousseau, Antonio Ligabue, Fausto Pirandello, Ottone Rosai, Francis Bacon, Renato Guttuso, Ernesto Lamagna, Luca Crocicchi e Carlos Solito, “conquistano” gli spazi espositivi dell’ex palazzo vescovile, interfacciandosi con i capolavori di arte sacra, provenienti dalla diocesi di Civita Castellana, e con i tesori dell’antica Sutryum, tra cui spicca l’Efebo, a testimonianza della millenaria storia sutrina.

Museo di Palazzo Doebbing
Credit: Palazzo Doebbing
Questo grande progetto è stato fortemente voluto dal sindaco, Vittorio Sgarbi, con il sostegno del Prof. Avv. Emanuele, presidente della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di numerosi ministeri, della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo. L’obiettivo, secondo le parole dello stesso Emanuele, mecenate e cittadino onorario di Sutri, è quello “di fare di questo luogo meraviglioso, il punto di partenza per una rinascita umanistica ed economica della Tuscia”, mettendo a dialogo, appunto, l’arte sacra con l’arte laica, i maestri della classicità con gli artisti moderni. 

Il visitatore ha davanti ai suoi occhi undici mostre in contemporanea, che si articolano sui tre piani del palazzo; la raccolta “Passaggio a Sutri” di Luca Crocicchi, “tra gli artisti più autentici del nostro tempo” secondo Sgarbi, si trova a tu per tu con l’Estasi di San Francesco, di Tiziano, proveniente dalla chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno, e con L’Immacolata di Scipione Pulzone, ideata per la chiesa romana di Sant’Andrea al Quirinale, nel 1581; la Charmeuse de Serpents di Rosseau si confronta con i volti dei centenari sardi immortalati dal fotoreporter Carlos Solito nella raccolta A Chent’Annos, o con la potente scultura di Ernesto Lamagna, Angelo Nero; i disegni e pastelli del periodo maturo di Francis Bacon, dono dell’artista all’amico Lovatelli Ravarino e mai concepiti per essere esposti, si affiancano ai Ritratti di Ottone Rosai, di cui Bacon era un grande estimatore; i Dipinti di Antonio Ligabue, una selezione di venti opere che da l’idea di una natura violenta ed implacabile, si oppongono agli Autoritratti di Fausto Pirandello, in cui la crisi interiore del pittore è messa a nudo, e alla selezione di quattordici opere di Renato Guttuso, scelte da Vittorio Sgarbi tra quelle della collezione Lino Mezzacane, grande amico del pittore.

Allestimento della mostra
Credit: Palazzo Doebbing
Tutti gli artisti qui in mostra sono interconnessi, stabilendo una sorta di dialogo culturale dal Cinquecento al Novecento, fondamentale per valorizzare la produzione artistica del paese; l’idea che ha portato Sgarbi alla realizzazione di questo ambizioso progetto, di un nuovo Rinascimento, è che “tutta l’arte è contemporanea, passato e presente coincidono con il rapporto che l’artista instaura con chi guarda le sue opere”. Ecco che Rosai dialoga con Bacon, il pittore inglese che si è ispirato proprio a lui per i suoi ritratti; e nei volti di Bacon si vedono assonanze con il volto del San Francesco di Tiziano: i dipinti conversano tra di loro e con chi li osserva.


Nella precedente stagione, oltre undicimila visitatori hanno ammirato, in pochi mesi, nella restituita cornice di Palazzo Doebbing, opere straordinarie di Pellizza da Volpedo, Artemisia Gentileschi e Wilhelm Von Gloeden: le premesse per una nuova, eccezionale, stagione espositiva ci sono tutte.

2 commenti:

  1. Mostra davvero interessante.Grazie dei suggerimenti e del commento che hanno reso piacevole la nostra visita e non solo alla mostra.

    RispondiElimina
  2. Grazie a te per mettere sempre in pratica i miei consigli!

    RispondiElimina