Palestrina è un piccolo borgo del Lazio che dista solo 40 km
da Roma, ai piedi dei Monti Prenestini. L’attuale nucleo urbano sorge sui resti
dell’antica Praeneste, fiorente città latina, famosa in età antica per il
Santuario della Fortuna Primigenia.
Con 50 minuti di auto, arrivo all’ingresso di Palazzo Colonna Barberini, che ospita il Museo Archeologico Nazionale, prima tappa del tour.
TIP: parcheggiare a Palestrina non è semplice, quindi appena
vedete un posto non esitate!
Ingresso a Palazzo Colonna Barberini Foto di Martina |
Il palazzo è stato costruito nel XII secolo dalla famiglia
Colonna sulla sommità dell’antico luogo di culto, tant’è vero che la cavea del
santuario oggi costituisce la scalinata d’accesso al museo; quello che si vede attualmente è un rifacimento del XV secolo, visto che l’edificio venne
distrutto nel 1298 dalle truppe papali. Nel 1630 il feudo venne venduto ai
Barberini che restaurarono il palazzo, creandovi nel 1913 il museo Barberiniano.
Le sale espositive si articolano su tre piani e illustrano gli aspetti più
importanti della storia e della produzione artistica dell’antica Praeneste,
grazie ai reperti rinvenuti sul territorio.
Ciò che merita una menzione
particolare è il mosaico nilotico, a cui è dedicato interamente il terzo piano.
Il grandioso mosaico policromo del Nilo raffigura una veduta prospettica del
paesaggio egiziano durante l’inondazione del fiume ed è stato realizzato da
artisti alessandrini alla fine del II a.C. È uno dei più grandi e importanti
mosaici ellenistici conservati al mondo, un vero e proprio capolavoro per
composizione, gusto cromatico e ricchezza di particolari che ti lasciera' di
stucco!
TIP: il mosaico venne rinvenuto alla metà del Seicento
all’interno dell’ex Episcopio in Pizza Regina Margherita (oggi Complesso
Edifici del Foro) e subito trasferito all’interno del palazzo.
Nella stessa sala un plastico ricostruisce il Santuario
dedicato alla dea Fortuna, grazie al quale potrete capire il percorso di purificazione
che i fedeli dovevano intraprendere per poter estrarre le famose sortes.
Una volta completato il giro all’interno del museo, mi
attende una passeggiata nell’area archeologica antistante. Il santuario
rappresenta una monumentalizzazione del II secolo a.C. di un precedente luogo
di culto e fa parte di una serie di edifici sacri costruiti nel Lazio e
nell’Italia centrale durante la tarda età repubblicana, ispirata ai maestosi
modelli ellenistici. I resti vennero portati alla luce in seguito ai bombardamenti
del 1944 del centro storico, con una campagna di scavo che terminò solo nel
1953.
Il santuario si articola su una serie di terrazze
artificiali, collegate tra loro mediante rampe e scalinate monumentali: le
prime terrazze consentivano l’accesso dei fedeli all’area sacra; due rampe
monumentali simmetriche portavano alla terrazza dei due emicicli, ancora oggi
visitabile, dove si svolgevano le pratiche più importanti inerenti il culto
della dea.
Il mosaico Nilotico del II sec. a.C. Foto di Martina |
A destra vi era la sede dell’oracolo: il pozzo sacro dove si
estraevano le famose sortes, vicino al quale era collocata una statua della dea
Fortuna nell’atto di allattare Giove e Giunone bambini, un’immagine che
richiama la sfera della maternità e della fertilità, prerogative della divinità
prenestina.
Pensa che l’ingresso all’intero complesso (museo e area
archeologica) costa solo 5€!
Uscita dal Santuario, decido di fare un giro nel centro
storico, dominato dalla Cattedrale di Sant’Agapito, patrono di Palestrina, la
cui costruzione risale all’VIII/IX secolo. La cattedrale venne costruita
nell’area dell’antico foro di epoca romana, inglobando i resti del tempio
dedicato a Giove; splendido il campanile in stile romanico sopravvissuto ai
bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Adiacente alla cattedrale è il complesso
medievale dell’Ex Episcopio, divenuto in seguito Seminario, e che oggi
racchiude i più importanti monumenti pubblici della Praeneste romana: l’Aula
Absidata, straordinario esempio di architettura ellenistica dove un tempo era
collocato il mosaico nilotico, l’Erario, la Basilica e il Ninfeo dei Pesci (già
Antro delle Sorti), una grotta intagliata nella roccia, che conserva lacerti di
un secondo importante mosaico ellenistico, il Mosaico dei Pesci.
Sia la cattedrale che l’Ex Episcopio si affacciano su piazza
Regina Margherita, al centro della quale, dal 1921, una splendida statua rende omaggio al suo più
illustre cittadino, il compositore rinascimentale Pierluigi da Palestrina.
TIP: il Festival enogastronomico del Giglietto è una
manifestazione che si svolge ogni anno agli inizi di agosto e che richiama un
gran numero di persone; nella piazza principale potrai gustare prodotti tipici
del territorio e assistere a spettacoli di musica.
TI CONSIGLIO UN RISTORANTE: a pochi chilometri da Palestrina, tappa obbligata per i buongustai è il ristorante Sora Maria e Arcangelo ad Olevano Romano. Nato dalla riqualificazione di antichi granai, le sale hanno conservato le autentiche volte in cotto e le pietre tufacee dei muri.
La cucina ha come pilastri la ricerca e la valorizzazione del territorio, dei suoi prodotti e della sua tradizione gastronomica. Di questa spiccata vocazione local entrano a far parte anche sapori dal mondo, rivisitando quanto basta i piatti della tradizione. Quali sono i cavalli di battaglia? I cannelloni ripieni al pasticcio di vitellone e le fettuccine ai funghi porcini!
Che ne dite, Palestrina merita una gita?
Bell'itinerario vale la pena in una bella giornata autunnale!
RispondiEliminaL'autunno è la stagione migliore per andare alla scoperta di questi borghi meravigliosi!
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