Se dico Pisa la prima cosa a cui pensate qual è? Ovviamente la Torre,
simbolo della cittadina in tutto il mondo. Ma Pisa non si riduce solo a
quest’ultima: il suo passato di fiorente Repubblica Marinara l’ha arricchita di
splendidi palazzi e pittoresche piazze; aggiungiamo, poi, il fascino dell’Arno
che la attraversa e il gioco è fatto!
Se non avete molto tempo a disposizione, Pisa è proprio la meta che fa per
voi: il centro storico è raccolto e si visita facilmente a piedi, quindi due
giorni sono più che sufficienti per girarla in lungo e in largo.
Murales Tuttomondo Foto di Martina |
Andando in treno, ho cercato un B&B non lontano dalla stazione: la
scelta è ricaduta su Biscuit, assolutamente consigliato non solo perché carino,
economico, pulito ed accogliente, ma soprattutto perché, comunicata con
anticipo l’ora in cui sarei arrivata, il ragazzo del check-in era già ad aspettarmi
in struttura, cosa rara!
Bene, ora veniamo a noi.
DAY 1
Iniziamo il giro della città in maniera un po’ insolita, andando a vedere
il murales “Tuttomondo” di Keith Haring, il più grande in Europa (180 metri
quadri): collocato sulla parete esterna della canonica della chiesa di
Sant’Antonio Abate, è stato realizzato nel 1986, in soli quattro giorni, ed è
formato da 30 figure che si susseguono a simboleggiare la pace nel mondo.
Prendendo Corso Italia, strada pedonale dello shopping, si raggiungono le
Logge di Banchi, affacciate sul Lungarno Gambacorti.
TIP: l’Arno attraversa interamente la città di Pisa e i lungarni, le strade
che lo fiancheggiano, sono famosi per gli splendidi palazzi signorili che li
decorano e per i ponti sopravvissuti ai bombardamenti della Seconda Guerra
Mondiale. Non fatevi mancare una romantica passeggiata al tramonto!
Il loggiato sorretto da dodici pilastri venne eretto tra il 1603 e il 1605
per ospitare il mercato della lana e della seta: banchi fa proprio riferimento
alle bancarelle. Nell’Ottocento il piano superiore venne direttamente collegato
con il vicino Palazzo Gambacorti, uno dei più famosi palazzi dei Lungarni.
Costruito tra il 1370 e il 1392 per questa famiglia della ricca nobiltà
mercantile pisana, nel Quattrocento cambiò destinazione d’uso, divenendo sede
prima dei Consoli del Mare, poi della Dogana e, infine, dei Priori Cittadini,
per poi tornare di proprietà privata.
Santa Maria della Spina Foto di Martina |
Prima di attraversare il Ponte di Mezzo e
arrivare al cuore di Pisa, una deviazione ci porta a Santa Maria della Spina,
piccola chiesa gotica proprio sul lungarno, edificata a partire dal 1230 per
volere della famiglia Gualandi. Il nome deriverebbe dal fatto che qui venne
conservata dal 1333 una spina della corona che Gesù indossò durante la sua crocifissione
(dal XIX secolo si trova nella chiesa di Santa Chiara). Il suo profilo scuro al
tramonto riflesso nelle placide acque dell’Arno è una delle immagini più belle
che mi ha regalato questa città.
La sponda opposta del Lungarno Gambacorti è il Lungarno Pacinotti, parte
molto pittoresca perchè ricca di edifici come Palazzo Reale e Palazzo
Lanfreducci, detto anche “Alla Giornata” dal motto che sovrasta il portale di
ingresso.
TIP: oggi il palazzo è sede del Rettorato dell’Università di Pisa; il motto
fu voluto da Fra’ Francesco Lanfreducci che, tornato dopo una lunga prigionia
ad Algeri, voleva sottolineare la caducità della vita.
Altri splendidi edifici del XIV secolo fiancheggiano Borgo Stretto, una
delle più caratteristiche strade della città. La passeggiata ci porta fino a
Piazza dei Cavalieri, dove si trova Palazzo della Carovana, sede della Normale,
una delle scuole superiori universitarie più prestigiose d’Italia.
TIP: nel 1810 la Scuola Superiore Normale di Pisa nacque come succursale
dell’École Normale Supérieure di Parigi; costretta a chiudere con l’abdicazione
di Napoleone, riaprí nel 1846 presso il Palazzo della Carovana, ancora oggi sua
sede principale.
Accanto a questo magnifico edificio, un altro colpisce lo sguardo: il
medievale Palazzo dell’Orologio, sede del Capitano del Popolo; a sinistra
dell’arco centrale, è ancora visibile il contorno in pietra della Torre della
Muda dove, come narrato nella Divina Commedia, venne imprigionato il Conte
Ugolino della Gherardesca con nipoti e figli (di cui si cibò per sopravvivere).
Ormai si è fatta l’ora di cena, ma prima di trovare un posticino per
sfamarci abbiamo il desiderio di vedere Piazza dei Miracoli illuminata: un vero
e proprio spettacolo! Proprio sulla strada che porta alla Torre, abbiamo
adocchiato un paio di locali dall’aspetto invitante: optiamo per l’Antica
Bottega, una trattoria rustica che serve piatti della tradizione toscana.
Salumi e formaggi del territorio, pappa al pomodoro e tagliolini alla
trabaccolara (con sugo di pesce): alla nostra!
DAY 2
Suona la sveglia e siamo pronti per trascorrere la mattinata a Piazza dei
Miracoli, uno dei complessi monumentali più famosi al mondo.
TIP: in quest’area si concentrano la Cattedrale, il Battistero, la Torre,
il Camposanto Monumentale, il Museo delle Sinopie e il Museo dell’Opera del
Duomo. A seconda del numero di monumenti che volete visitare, il prezzo del
biglietto cambia, tenendo presente che l’ingresso alla Cattedrale è gratuito e
che quello per la Torre costa 18€. Se volete visitare un monumento il costo è
di 5€, due monumenti 7€, tre monumenti 8€. La biglietteria più comoda è quella
all’interno del Museo delle Sinopie.
Lo sguardo è subito attratto dalla Torre, il celebre campanile del Duomo
che la pendenza ha reso uno dei monumenti più famosi al mondo. I lavori
cominciarono nel 1173 diretti dall’architetto Diotisalvi, lo stesso del
Battistero. Il cedimento del terreno, tuttavia, interruppe il cantiere al terzo
piano e nel 1275 vennero aggiunti tre piani, leggermente incurvati in senso
opposto, nel tentativo di correggere l’inclinazione che, tuttavia, è aumentata
nel corso dei secoli. Vi dico la verità: non me la sono sentita di affrontare i
circa 294 scalini per arrivare in cima agli otto piani e ho ammirato la Torre
solo da sotto!
La Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, è esattamente al
centro della piazza, capolavoro di stile romanico pisano. I lavori cominciarono
nel 1063 e terminarono nel 1118: i rilievi della facciata enumerano le più
importanti vittorie della città durante il periodo in cui fu una Repubblica
Marinara. All’interno, il complesso e articolato pulpito è uno dei capolavori
di Giovanni Pisano, risalente al 1302-1310. Esattamente di fronte si trova il
Battistero di San Giovanni, concluso nel 1153. È il più grande d’Italia, in
stile romanico, con una curiosa cupola la cui copertura esterna è divisa in due
parti: tegole rosse da un lato, dall’altro lamine di piombo bianco; il doppio
rivestimento ricorda la secondaria funzione di torre-faro notturno: il riflesso
della luna sulle lastre bianche era visibile alle navi da grande distanza.
TIP: se siete fortunati, ogni 30 minuti al suo interno danno prova della
perfetta acustica intonando canti.
Anche il Camposanto Monumentale, che chiude Piazza dei Miracoli a nord,
merita una visita. Incominciato nel 1277, doveva essere l’ultimo grande
intervento nell’area: si dice che venne usata la terra trasportata dalle navi
di ritorno dal Golgota dopo la Seconda Crociata. Il Camposanto doveva
raccogliere tombe e sarcofagi intorno alla Cattedrale: sono sepolti qui molti
personaggi di spicco. Le pareti sono decorate da eccezionali cicli di affreschi
legati al tema della vita e della morte, fra cui spicca il Trionfo della Morte
di Buffalmacco.
TIP: nella Cappella Aulla è ancora visibile l’originale lampada con cui
Galileo Galilei condusse i suoi esperimenti sulla teoria dell’isocronismo.
È arrivata l’ora del pranzo e la fame si fa sentire! Blocchiamo lo stomaco
mangiando la cecina, una sorta di “pizza” fatta di farina di ceci; i genovesi
la chiamavano “l’oro dei Pisani” e la sua invenzione risale all’epoca delle
Repubbliche Marinare. Nel nostro girare per il centro, ci imbattiamo
nell’Osteria La Mescita, un ristorantino dall’aria accogliente, dove si gustano
deliziosi piatti: il risotto al barolo è mondiale!
Il treno per il ritorno è nel tardo pomeriggio: nell’avviarci verso il
B&B per riprendere il bagaglio, ci fermiamo al Giardino Scotto, l’antica
fortezza di Pisa, risalente alla prima dominazione Fiorentina (intorno al
1440). Oggi è uno dei parchi pubblici più belli della città: al centro è
piantato un enorme platano che, secondo la tradizione, sarebbe stato piantato
in occasione di uno spettacolo teatrale di Goldoni.
Pisa è veramente un piccolo gioiello, tutto da scoprire!
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