Esiste un luogo a Budapest che pochi conoscono: il Memento
Park, "parco delle statue", non semplici sculture, ma fantasmi che riemergono
dal passato.
Dopo la caduta del muro di Berlino, quando di fatto il regime
comunista crollò in tutt’Europa, i cittadini sfogarono anche sulle statue del
regime la rabbia accumulata in decenni di repressione. Mentre tutti i nuovi
governi dell’Est rimuovevano le statue non ancora distrutte dalla popolazione,
Budapest, invece, raccolse le 42 sculture dislocate in giro per la città e,
dopo tre anni, decise cosa farne. Alla
fine nel 1990 si bandì un concorso per scegliere il luogo e il progetto
museale, che avrebbero accolto le statue.
Si scelse un quartiere periferico, il XII, una zona sull'altopiano del Tétény.
Il museo fu aperto nel 1993 ma, rispetto al progetto iniziale, non è ancora ultimato.
Si scelse un quartiere periferico, il XII, una zona sull'altopiano del Tétény.
Il museo fu aperto nel 1993 ma, rispetto al progetto iniziale, non è ancora ultimato.
Plastico del Memento Park Foto di Arianna |
Il parco non
solo è fuori dalla città, ma anche fuori dal tempo ed arrivarci è tutt'altro
che semplice, bisogna essere senz'altro motivati! Se vi va bene l'orario messo
a disposizione, c'è una navetta che ogni giorno alle ore 11 parte dalla fermata
del bus Deak Tear e porta i visitatori nel parco, il tour dura circa due ore e
la navetta riparte alle 13. Per noi l'orario non andava bene, quindi abbiamo
deciso di avventurarci in autonomia nel pomeriggio, utilizzando Google Maps.
TIP: studiate bene il percorso perché i mezzi da prendere dal
centro di Budapest sono almeno tre, tra bus e tram!
Appena arrivati si viene immediatamente catapultati nel
passato, perché il portone d’ingresso al parco ricorda un enorme edificio
tipico dell’architettura comunista; in realtà è finto, è una vera e propria
scenografia. Dall'altro lato rispetto al portone d’ ingresso, troneggia ciò che
è rimasto di una gigantesca statua di Stalin (di 8 metri): gli stivali. Addentrandosi nel parco si incontra subito
una Trabant, la famosa macchina sovietica, la cosiddetta "auto del
popolo"; da qui si passa in biglietteria dove è possibile acquistare snack,
bibite e, soprattutto, riproduzioni di oggetti dell’epoca comunista come
locandine, magliette, candele con l’effige di Lenin, accendini, libri, cd con
marce militari, orologi, film, libri e molto altro.
La Trabant, la macchina del popolo Foto di Arianna |
Lenin è uno dei protagonisti principali del parco,
rappresentato com’è in diverse statue; particolarmente suggestive sono la
scultura del Soldato Sovietico e il Memoriale della Repubblica dei Consigli, ma
oltre agli uomini politici, sono rappresentati anche i simboli della classe operaia.
TIP: purtroppo non ci sono molte didascalie o pannelli
illustrativi all’interno del parco, ma all'ingresso, per pochi euro, vendono
una piccola guida in diverse lingue, grazie alla quale potete ripercorrere, ricostruire e riconoscere gli avvenimenti e i personaggi politici del regime.
La passeggiata nel parco è veramente lunga, tanto da averci lasciato senza fiato! All’uscita ci siamo accorti che la visita non era finita
ma che proseguiva dall'altra parte della strada, in un prefabbricato di lamiera dove era allestita una mostra
sul regime, con foto d'epoca e un video su come diventare, ed essere, una spia
del KGB.
Insomma davvero un pomeriggio suggestivo!
"Questo parco parla della dittatura, ma dal momento in
cui si può raccontare questo costruendo un parco, allora esso parla della
democrazia! Solo la democrazia può offrirci la possibilità di pensare
liberamente della dittatura, della democrazia o di qualsiasi altra cosa! (...)
"
Eleod Akos Junior
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