Come tutte le città e le regioni d’Italia, anche Bologna e
l’Emilia-Romagna hanno una cucina, una gastronomia e una cultura dello stare a
tavola le cui caratteristiche non si possono riassumere in poche colonne di
testo!
Potrei qui dilungarmi sui primi piatti e ne avrei ben donde: tagliatelle (altrove fettuccine) alla Bolognese, dunque
rigorosamente al ragù di manzo e maiale, piuttosto che un piatto di lasagne verdi, sempre con ragù, oltre
alla besciamella.
Potrei tessere le lodi dei tortellini,
tradizionalmente serviti per le feste in brodo di cappone. Piccoli, tanto che
mia nonna li chiudeva intorno alla punta del dito mignolo perché lo fossero abbastanza.
Altrimenti – vi chiederete giustamente voi – come fanno a starcene cinque in
una cucchiaiata? Io sono l’unico maschio di famiglia che, fin da ragazzino, il
24 dicembre si aggrega a nonna, zia e mamma, solitamente iniziando di mattina
presto, per chiudere i tortellini per il pranzo del 25!
Tortellini in brodo Foto di Follow me on Tour |
Cresciuto in questa terra, con questo modello di piatto prelibato,
posso assicurare con affetto e acquolina che è tanto bello chiuderli uno per
uno e posizionarli ordinatamente sul tagliere, quanto mangiarli, raccogliendoli
cinque per volta dal piatto col cucchiaio da brodo, anche sei, se si spalancano
le fauci a sufficienza!
In brodo abbiamo anche i passatelli
(oggi ovunque molto di moda asciutti) oppure la stracciatella, una versione meno ricca e di consistenza volutamente
più minuta, con meno parmigiano e più pangrattato, risalente, forse, a tempi in
cui anche in Emilia si teneva più di un occhio al borsellino.
Tanto per fare uno spoiler sui secondi, vi anticipo che dove ci sono
primi piatti in brodo ci sono anche carni lesse, di pollo, bovino e tagli come
la lingua che è una prelibatezza con maionese o salsa verde.
Invece, forse per mia indole ribelle (o no), forse per merito di quella stessa amata nonna
di cui sopra, i “cugini poveri” dei tortellini sono diventati per me la più grande
passione tra i fornelli, il piatto che porterei con me sull’arca di Noè o su
una stazione spaziale, e in cambio del quale potrei cedere a qualsiasi bieco
ricatto.
I tortelloni si
differenziano dai più “nobili” cugini non solo per le dimensioni, come il nome
poteva indicare! Stessa sfoglia oppure verde all’ortica, questa volta ripieno
non di carne ma di ricotta con striature verdi di spinaci o prezzemolo; bolliti
non nel brodo in cui i tortellini vengono poi anche serviti, ma semplicemente
in acqua salata, danno il meglio di sé con burro e salvia, oppure burro e
pomodoro, oppure ancora olio e pomodoro.
Anche il prezzo al kg al negozio di pasta fresca risente di questa
“gerarchia nobiliare”: poco più di 20 euro al kg i tortelloni di ricotta,
contro quasi 40 dei tortellini di carne.
Quattro tipi di tortelloni Foto di Follow me on Tour |
Nella foto qui accanto, partendo da in alto a sinistra, in senso orario:
- Ruvida, attiva a Lisbona ma bolognesissima, li propone in rosso con
una bella grattata di parmigiano;
- al burro e con ripieno di zucca, direttamente da un ottimo
ristorante in centro a Modena;
- anche con sugo di carne in Romagna, forse per l'influenza della
vicina Toscana;
- con una spolverata di tartufo dalle campagne bolognesi.
Per non dimenticare proprio nessun membro della famiglia, i balanzoni hanno la sfoglia verde e
ripieno di mortadella.
Giunto il momento di ordinare il secondo, il dubbio non è meno
amletico: cotoletta alla Bolognese
oppure galletto alla cacciatora? Friggione o bomba di riso? Non si può dire che la cucina locale sia leggera o
avara di sapori, le alternative non mancano e la cintura va allentata!
Come non citare il fritto misto
alla Bolognese: definito da un testo autorevole "sinonimo di opulenza
e di grande, cosciente civiltà", propone insieme crocchette di carni,
verdure e dolci. Pollo, agnello, mortadella e cervella, fiori di zucca, mela e
crema fritta da uno stesso vassoio per tutti i palati.
Un'altra specialità, sicuramente meno usuale, delle nostre campagne
sono i piatti a base di rane:
retaggio forse anche queste di tempi passati, ma qualcuno ancora oggi ci cucina
ottimi risotti.
Per i dolci, si sa, c'è uno stomaco a parte e allora si troverà
sicuramente spazio per una fetta di ciambella,
gialla, alta e morbida, oppure per due o tre losanghe di torta di riso.
Nelle festività natalizie consiglio di assaggiare le sfrappole e, se non sarete ancora sazi,
le raviole di San Giuseppe che sono
invece il dolce tradizionale per la festa del papà.
Sempre sotto le feste di Natale, un panone o un certosino
potrebbero essere un'ottima e golosa idea regalo, anche perché potrete trovare
questi due dolci, forti di miele, frutta secca, cioccolato e canditi,
confezionati artigianalmente, nelle botteghe alimentari e sulle bancarelle dei
mercatini.
Alle sagre e feste di paese (per esempio alla fira di sdaz di Settembre a Baricella, dove sono stato lo scorso
anno) è ancora possibile assaggiare il castagnaccio
e la mistocchina che, a differenza
degli altri dolci sopra citati, molto difficilmente troverete nella bottega del
fornaio.
Capitolo vini. Mentre sulle pietanze ho cercato di guardare solo poco
fuori dalle mura cittadine, cercherò qui di offrire un ritratto un po' più
ampio di tutta la regione, che offre un panorama davvero eterogeneo.
In ordine alfabetico figura sempre per primo l'Albana di Romagna: bianco, secco o amabile, lo incontrerete spesso
sulle tavolate lungo la via Emilia. Conterraneo dell'Albana ma rosso ed ottimo
da pasto, il Sangiovese, dal cui
vitigno si ricavano anche denominazioni ben più prestigiose. Tra i vitigni
autoctoni va citato anche il Montuni del
Reno.
Bollicine: Lambrusco e Barbera frizzante rossi, Pignoletto invece bianco. Del primo,
tipico di alcune zone delle province modenese e reggiana, esistono sette
denominazioni di origine controllata, tra cui il Lambrusco Grasparossa di
Castelvetro DOC, il Lambrusco Salamino di Santa Croce DOC, il Lambrusco di
Sorbara DOC.
Mio papà sostiene che "una volta il Barbera frizzante non
esisteva", e ci credo, ma per fortuna oggi esiste ed è una ottima scelta
sia al ristorante, sia in molti supermercati locali, in una fascia di prezzo
davvero accessibile.
Per ultimo il mio preferito, Pignoletto
dei Colli Bolognesi, DOCG. Prodotto nei comuni di Casalecchio di Reno,
Monte S.Pietro, Sasso Marconi, Valsamoggia (località Bazzano, Castello di
Serravalle, Crespellano, Monteveglio, Savigno), Zola Predosa, sconfinando in
provincia di Modena a Savignano sul Panaro. Da non confondersi per questo
motivo con l'omonimo vino prodotto nelle zone di Modena, Reno, Imola. Col suo
colore paglierino e profumo leggermente fruttato e con i suoi 12 o 12,5 gradi,
questo protagonista delle tavole della sua terra sarà un valido alleato
dall'aperitivo, alla cena e, volendo, anche nel seguito della serata.
Le tigelle Foto di Follow me on Tour |
A questo punto, se vi ho fatto venire una gran fame, ma vi ho confuso
le idee tra primi piatti, pietanze, carni e carboidrati, potete togliervi
l'imbarazzo della scelta giocando il jolly: tigelle
e crescentine che vi serviranno accompagnate da salumi, affettati, lardo,
formaggi, sottoli e quant’altro ben di Dio venga in mente al ristoratore.
Occhio soltanto perché in giro per l’Emilia la crescentina si chiama anche gnocco fritto e, comunque uno la chiami,
ci vuole il rosso fermo!
Insomma, se verrete a visitare la "turrita" Bologna (come
consiglio vivamente!), considerate di farvi prendere per la gola a pranzo e a
cena e rendere questi momenti culinari parte integrante della vostra gita, magari
facendovi suggerire la trattoria migliore nella zona e il loro piatto da
provare a tutti i costi.
Le tradizioni - si sa - possono variare da paese a
paese e anche di famiglia in famiglia ma i sapori, quelli no, non vi lasceranno
mai indifferenti!
Matteo Allegro
FollowMeOnTour
Buon articolo all'insegna della tradizione autentica
RispondiEliminaGrazie, l'intento di questa rubrica è proprio quello di andare alla ricerca della tradizione culinaria italiana, per ripartire dal nostro paese anche a tavola!
RispondiEliminaGrande, bellissimo, grazie Marty!!
RispondiEliminaGrazie a te per averci fatto fare questo bel tour gastronomico della tradizione bolognese!
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