Ciao a tutti sono Viviana gestisco in
una dimora storica appartenuta alla prima ballerina del Teatro alla Scala, Maria
Taglioni, due piccoli appartamenti vacanza sul Lago Maggiore e dall’inizio del
2020 ho fondato
Vivy Lago
Maggiore,
un
blog informativo per promuovere il territorio del Lago Maggiore e le sue
bellezze, sia per gli abitanti del Verbano, sia per i turisti che scelgono il
Lago come meta per una vacanza o una gita fuori porta.
Ho sempre avuto la passione per la cucina
e, sin da giovanissima, ho iniziato a frequentare corsi di cucina; il primo è
stato nel 2000, era un corso di ricette tipiche del territorio. Nel 2015,
quando mia nonna è venuta a mancare, ho deciso di voler condividere con altre
persone le ricette di nonna Lidiana ed ho pubblicato online su Airbnb il mio
corso di cucina tradizionale piemontese “cook & eat by lago Maggiore”. Ho
redatto un piccolo libro di ricette per i miei ospiti, per spiegare loro le
certificazioni su cibi e vini, le ricette della tradizione ed i prodotti locali
DOC, DOCG e IGP.
"Happy Fatty" è il mio
motto, se non è grasso non è buono, come del resto vuole la tradizione piemontese.
Il cibo influisce sulle nostre emozioni, in una
parola può aiutarci ad essere felici.
L’ho sempre creduto e trovo che cucinare e mangiare sia terapeutico, soprattutto
se condiviso con altre persone. La tavola
è una vera e propria fabbrica di
emozioni e attraverso il cibo possiamo essere più felici, più creativi,
più di buon umore e manifestare la nostra vera personalità.
La cucina
piemontese è tra le più varie del nostro paese e molte delle sue ricette sono
ispirate al mondo contadino. I piemontesi sono amanti della buona cucina ed
hanno un menu ricco e strutturato. Aspetti salienti: l'uso generoso di burro e
strutto (soprattutto in passato), il consumo di verdure crude, l'uso del
salume, la scelta dei formaggi, la presenza di tartufi, la preparazione di
grissini e l'uso attento dell'aglio (bagna cauda). Un posto d'onore sulle tavole del Piemonte è occupato dal riso, che in questa area vede la maggiore
produzione europea.
Una ricetta che stimola sempre in me
grandi emozioni è la panissa, piatto
tipico del territorio in cui viviamo e piatto che mi ha insegnato a cucinare mia
nonna. Nonna Lidiana era una chef, aveva un suo ristorante a Stresa. Abbiamo
cucinato insieme questo piatto e ne sono stata ammaliata, così come mi ha sorpresa scoprire che, a distanza di 10 km,
possa essere diverso il contenuto della ricetta! Ogni famiglia ha il suo
segreto di gusto. La panissa accoglie in
sé tutte le emozioni ed i sapori del nostro territorio, forte, gustoso, vario,
ruspante e caldo.
Ma che cosa è questa panissa?
La Panissa piemontese Foto di Vivy Lago Maggiore |
E’ un risotto ed è il piatto
principe della tradizione piemontese e del passato contadino, viene preparato
con ingredienti locali. Tre sono gli elementi della
gastronomia regionale che non possono mancare:
1. salam d’la duja, un
salame di suino conservato nello strutto, che conferisce il sapore
caratteristico;
2. fagioli
borlotti di Saluggia;
3. riso
Carnaroli.
L’origine del nome si pensa derivi da panìgo, una varietà povera di miglio,
con il quale veniva cucinato questo piatto, prima della diffusione del riso.
Ti avviso subito, non è un piatto veloce
da cucinare, ma è assolutamente gustoso!
Io di solito preparo il brodo il giorno
precedente perché più cuoce più è buono!
Voglio condividere con te la ricetta di
famiglia.
Per la creazione del
piatto, considerando dosi per 4 persone, occorrono:
·
350
gr. di riso Carnaroli (puoi usare anche Baldo o Arborio)
·
200
gr. di fagioli di Saluggia (anche borlotti normali vanno bene, capisco che non
siano prodotti facilmente reperibili in tutta Italia)
·
1
spicchio di aglio
·
1
carota
·
1
cipolla
·
1
gambo di sedano
·
1
pomodoro
·
300
gr. Verza, va tagliata a piccole listarelle.
·
1
salame d’la duja
·
100
gr. di lardo senza cotenna
·
50
gr. di cotenna, va sbollentata prima di fare il brodo e va raschiato via il
grosso del grasso bianco per evitare che il brodo risulti troppo pesante.
Tagliare a listarelle sottili.
·
1
bicchiere di vino rosso corposo (Barbera preferibilmente)
·
Sale
e pepe q.b.
Procedimento
1.
Si
mettono in ammollo i fagioli per circa 12 ore.
2. Si
fanno bollire per 4 ore in abbondante acqua con cipolla, carota, sedano,
pomodoro a dadini, aglio, verza, cotenna e mezzo salame regolando di sale. Si
dovrà ottenere un litro e mezzo di brodo denso.
3.
RICORDA
: I
fagioli devono risultare cotti, al dente e non spappolati.
4. Una
volta pronto il brodo è il momento di preparare il risotto: si fa sciogliere in
padella il lardo tritato finemente, vi si soffrigge mezza cipolla e il salame
rimanente (precedentemente tagliato a dadini). Si aggiunge al soffritto il riso,
lo si tosta per 2 minuti e lo si sfuma con il vino lasciando evaporare la parte
alcolica.
5. Man
mano si incorpora il brodo caldo, continuando a mescolare. Il metodo di
preparazione del risotto è quello classico in circa 16/18 minuti il riso sarà
pronto. A fuoco spento si lascia riposare il risotto in modo che possa
assorbire gli aromi e il condimento residuo, sprigionando tutti i sapori.
Fammi sapere come è andata la tua creazione, scrivimi a lagomaggioreblog@gmail.com. Tagga
le tue ricette su instagram con @lagomaggioreblog
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