Roma è stata eletta città europea della street art, l’avreste mai detto? Io
no, ma vedendo sempre più murales in giro per la Capitale mi sono incuriosita e
avvicinata a questa nuova forma d’arte dalle spiccate connotazioni sociali.
Dopo aver visto il bellissimo museo condominiale di Tor Marancia, sono “incappata” nell’iniziativa Pinacci Nostri, un collettivo di
street artist nato da una costola di Muracci Nostri, attivo nel quadrante
nord-ovest di Roma, zona Pineta Sacchetti.
TIP: Muracci Nostri è attivo nella vicina borgata di Primavalle, che ne ha
assorbito l’esperienza politica e sociale, mentre il gruppo Pinacci Nostri,
nato dall’idea di Lello Melchionda, si concentra più su tematiche di carattere
ambientale e sociale, strettamente connesse al quartiere.
Il loro nome deriva dal vicino Parco Regionale Urbano del Pineto, uno dei
polmoni verdi della città, per lo più sconosciuto, ma che i Pinacci hanno
scelto come proprio simbolo. Il progetto è totalmente autofinanziato, partito
dal basso, con l’intento di restituire dignità, attraverso i disegni, a questa
zona di Roma che, un tempo, era aperta campagna.
Con un turbinio di colori, gli artisti hanno dato nuova vita ai muri del
quartiere, sottraendoli al degrado che si verifica, invece, in molte altre zone
della periferia romana: un modo per dare nuova bellezza alle strade, infondendo
nei residenti la consapevolezza di far parte di un tessuto sociale più ampio.
All’ingresso del Parco del Pineto si trovano le prime opere che invitano a
prendersi cura di esso come bene non del singolo, ma della collettività; nella
vicina via Calisto II e zone limitrofe se ne trovano molti altri che raccontano
un pezzo di storia del quartiere e dei suoi abitanti: siamo a più di 60 murales
realizzati da 20 street artists, ognuno con la sua tecnica e la sua poetica di
fondo.
L’ultima opera realizzata in ordine di tempo è firmata Carlo Gori e riveste
completamente il Lady Bar in via Urbano II. “Facce da mercato”, questo il suo
nome, rappresenta la vivacità del mercato rionale che si svolge in questa
strada, coinvolgendo i suoi avventori.
Mi piace concludere con la bellissima frase di Peppino Impastato che anima
gli artisti di Pinacci Nostri:
“Se si insegnasse la bellezza alla gente,
la si fornirebbe di un’arma
contro la rassegnazione,
la paura e l’omertà.”
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