Impossibile rifiutare
Quando cibo e radici
prendono spazio in una dimensione comune, è impossibile resistere e perciò ho,
con gioia immensa, accettato la proposta di Marty, elaborando il seguente
articolo.
Sono Noemi, autrice del
blog, Le Avventure di Enne.
Enne come l’iniziale del mio nome.
Enne come l’iniziale del mio nome.
Ho stanziato le mie radici
in Toscana, in un piccolo paesino all’interno del Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi, tra Arezzo e Firenze.
Come dico sempre però, sopra le radici, i petali del mio albero, mi piace immaginarli in giro per il mondo, quel mondo che mi affascina e mi richiama assiduamente.
Nonostante sia e mi senta
cittadina del mondo, dopo varie peripezie ma soprattutto, dopo aver vissuto in
Africa, un’esperienza potente e rivelatrice, ho capito che la mia casa doveva
essere proprio qui, in Toscana.
Una casa che non blinda ma accoglie, che asseconda ogni mia partenza ma soprattutto addolcisce ogni mio ritorno.
Una casa che non blinda ma accoglie, che asseconda ogni mia partenza ma soprattutto addolcisce ogni mio ritorno.
Una casa fatta di tradizioni,
cibo e famiglia, la mia, che da centinaia di anni vive la Toscana sulla propria
pelle, facendo parte della sua storia.
Infatti, i miei genitori, i miei nonni e le famiglie dei miei nonni, sia materni che paterni, sono da sempre in Toscana e quindi, inevitabilmente, questo luogo e la sua cultura, doveva lasciare il segno oltre che nel mio sangue anche nel mio cuore.
Infatti, i miei genitori, i miei nonni e le famiglie dei miei nonni, sia materni che paterni, sono da sempre in Toscana e quindi, inevitabilmente, questo luogo e la sua cultura, doveva lasciare il segno oltre che nel mio sangue anche nel mio cuore.
Quello che avevo pensato
per questo articolo in giro tra i sapori della mia regione è proprio invitarti
ad un ipotetico pranzo domenicale e presentarti una tavola tipica, imbandita
dopo un buon appetito in Toscana.
Tengo a dire che i piatti
che presenterò saranno per la maggior parte di origine aretina/fiorentina ma
soprattutto casentinese, la valle d’origine della mia famiglia e dove
attualmente abito.
Antipasti
Immaginati un piatto
enorme con all’interno i tipici crostini
neri, fatti con del fegato di pollo cotto con aglio, cipolla, capperi e
acciughe, il tutto, una volta cotto, tritato. Il composto si presenta come un
ragù che si posiziona sopra una bella fetta di pane.
Lo sai che il pane toscano è famoso per non
essere salato?
Ed è solitamente questo
pane ad accompagnare gli affettati
toscani che si trovano sempre nel piattone di antipasti; tra questi, il
prosciutto crudo, la finocchiona o sbriciolona (aromatizzate con finocchio) e il
salame.
Il "cacio" toscano Foto di Le Avventure di Enne |
Proseguendo lungo la
circonferenza del piatto troviamo anche la panzanella,
una zuppa fredda a base di pane toscano raffermo, ammorbidito nell’acqua,
strizzato bene e condito con sale, pepe, olio, aceto e verdure fresche dell’ orto
come pomodori, cipolla, insalata e basilico, tagliati grossolanamente.
Per concludere,
aggiungerei una fettina di pecorino
toscano che di solito è di bassa stagionatura, il famoso pezzettino di
“cacio”.
Primi piatti
Una volta rotto il
ghiaccio con un bell’antipasto, possiamo passare al cuore del nostro pranzo.
Se ti trovi nel casentino,
inizierei con un bel piatto di tortelli
di patate oppure di ravioli al
ragù toscano di carne bovina oppure “d’ocio”, in dialetto, “sugo d’ocio” (ocio è il maschio
dell’oca).
I tortelli e i ravioli
all’esterno non si distinguono, entrambi sono dei quadrati di pasta all’uovo
con all’interno un succoso ripieno. Nel caso dei tortelli, il ripieno è a base di
patate lesse e un soffritto di aglio, pomodoro e uova. Il ripieno dei ravioli
invece è composto da ricotta, spinaci lessati, parmigiano e uova.
Se ti trovi nella bella Firenze, credo che dovrai assaggiare la ribollita, un piatto invernale perché si
tratta di una zuppa di pane raffermo ammorbidito da un composto di verdure
lesse come cavolo nero, fagioli, cipolle, patate, bietole e carote, che alla
fine verranno unite insieme formando un piatto unico. La preparazione della
ribollita richiede davvero molto tempo, circa un giorno e mezzo perché, a detta
della nonna, il segreto e la buona riuscita, dipende dalla cottura che deve
essere a fuoco lento e dilatata nel tempo.
La ribollita credit The Italian Times |
Secondi piatti
Con la pancia già piena ma
la voglia di continuare questo viaggio culinario ben viva, proseguo con i
secondi.
Sempre in zona casentino,
ti presento la scottiglia, anche
questo un piatto per accogliere e combattere il freddo. Si tratta di una zuppa
di pane raffermo e carni miste, caratterizzata da una cottura molto lenta.
Unico piatto di mare in
questo menù di terra, che non potevo assolutamente ignorare, è il cacciucco, tipico di Livorno, città di
mare. Si tratta, infatti, di una zuppa formata da più varietà di pesce, una
meraviglia.
Dopo questa parentesi
marittima torniamo sui monti e lo facciamo con una bella bistecca alla fiorentina. È un
taglio di manzo caratterizzato dalla sua forma a T, l’immancabile osso e il suo
spessore importante, la cottura dovrebbe essere obbligatoriamente al sangue.
Un altro piatto di carne è
la trippa, lessata e cotta poi con
pomodoro e parmigiano. È
inevitabile mangiarla con chili e chili di pane toscano che serve per fare “la
scarpetta” e raccogliere tutto il “sughetto” che la accompagna.
Simile alla trippa ma con
cottura diversa e tipicamente fiorentino è il lampredotto. Se ti capita di visitare l’elegante Fiorenza, troverai
molti venditori ambulanti dove potrai gustarlo all’interno di un panino e
mangiarlo come fast-food mentre visiti le bellissime vie della città.
Dolci
Concludendo in bellezza questa
tavola imbandita, direi che possiamo passare ai dolci.
Inizio con un dolce tipico
delle feste paesane che in tutta la Toscana si svolgono principalmente in
estate, animando con musica e banchetti le vie dei “paeselli” più sperduti.
A Lamporecchio, un comune in provincia di Pistoia, potrete assaggiare
i brigidini, delle cialde di color
giallo-arancio molto friabili fatte con zucchero, farina, uova ed essenza di
anice, che fornisce a questo dolce il tipico retrogusto di liquirizia.
Sempre seguendo questo
retrogusto di liquirizia mi vengono in mente i berlingozzi, un dolce che si mangia durante il periodo di Pasqua. I
berlingozzi sono ciambelle dalla consistenza croccante, simile ad un biscotto.
Tornando nel casentino, la
vallata in cui vivo, sempre durante il periodo pasquale in ogni casa non manca
mai la Panina
Gialla del Casentino, una pagnotta dolce con all’interno uvetta,
zafferano che le conferisce il tipico colore giallo, uova, zucchero e vin
santo.
A Carnevale, a Firenze, si
mangia la schiacciata alla fiorentina,
una focaccia dolce e soffice, ben riconoscibile perché tradizione vuole che sia
coperta da zucchero a velo che circondi lo stemma di Firenze.
In autunno, tra i colori
caldi di questa stagione affascinante, a fine pasto deliziamo il nostro palato
con il castagnaccio, detto anche baldino, dolce tipico preparato con
farina di castagne, uvetta, pinoli, noci e rosmarino.
Vini
Per accompagnare ogni
pasto da quelli a base di pesce a quelli di carne in Toscana, come potrete
immaginare, non manca mai, davvero mai, il nostro vino.
Non mi dilungo su questo
argomento perché potrei scrivere un poema e in più non sono molto esperta di
vini anche se, da buona toscana, apprezzo molto questo nettare.
La Toscana ed i vini vanno
a braccetto: siamo infatti tra i maggiori produttori di vini in Italia e nel
mondo, presentando alcune tra le più celebri note ed etichette.
Una delle zone toscane in
cui puoi apprezzare a pieno questo mondo è il senese e quindi Montepulciano,
tutte le zone limitrofe e la zona del Chianti, il paradiso del vino e delle
cantine, alcune sono anche visitabili all’interno: un vero e proprio viaggio
esperienziale.
Ed eccoci qua, siamo
arrivati alla fine di questo pasto e direi che ad acquolina in bocca, a questo
punto, siamo messi bene.
Non mi dilungo troppo
nelle conclusioni ma ti invito, se ti capita di girovagare per la Toscana, a
dedicare attenzione alle pietanze e ai piatti tipici perché avrai la
possibilità di fare un viaggio nel viaggio.
Se nello specifico ti
trovi in provincia di Arezzo, nella vallata del casentino, ho un consiglio per te,
puoi sia pernottare che regalarti un’elegante cena all’Agriturismo
Ristorante Nuova Era. Una chicca che si trova all’interno di un Parco
Nazionale e la proprietaria, con la sua infinita dedizione, ti accoglierà con
una cura ed attenzione ai dettagli rara, facendoti sentire a casa e in armonia
perfetta con la splendida natura che circonda questo luogo mistico, al confine
con il surreale.
Per qualsiasi informazione
sul turismo in Toscana e le curiosità su questa regione, sarò sempre disponibile
e ben felice di risponderti.
Noemi – Le Avventure di Enne
Buono questo excursus nella cucina toscana proposto da "le avventure di Enne": scritto bene ed efficace nella descrizione dei piatti tipici del Casentino, mi ha messo molto appetito e una gran voglia di tornare nei luoghi citati da Noemi.
RispondiEliminaNoemi è riuscita pienamente nell'intento di questa rubrica: far appassionare voi lettori alle specialità culinarie italiane :)
RispondiEliminaNoemi è riuscita pienamente nell'intento di questa rubrica: far appassionare voi lettori alle specialità culinarie italiane :)
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