Il Lazio non solo offre tanti borghi da visitare, tante bellezze
storico-artistiche da contemplare, ma anche una varietà di prodotti del
territorio da assaggiare e piatti della tradizione da provare. Cercheremo con
questo articolo di farvi sentire tutti i sapori che la nostra splendida regione
racchiude in sè.
Partiamo dai prodotti tipici del Lazio, il cardine attorno al quale ruotano
tutte le ricette dei piatti della tradizione regionale:
- il guanciale è ricavato dalla guancia del maiale ed è una specialità di
Amatrice, cittadina in provincia di Rieti; le sue origini sono molto antiche,
legate alla vita dei pastori. Questi avevano, infatti, bisogno di cibi
nutrienti e facili da conservare anche per lunghi periodi. Il suo sapore
intenso si arricchisce grazie al pepe che lo riveste.
- pecorino romano, la sua storia risale all’epoca romana, quando Virgilio ne
decantava le proprietà nutritive e la facilità di trasporto e conservazione. È
un formaggio ricco di proteine, di facile digeribilità, dal gusto leggermente
piccante, prodotto da ovini autoctoni. La stagionatura è di cinque mesi per
quello da tavola e 8 mesi per quello da grattugia.
- carciofo romanesco IGP, detto anche “cimarolo” o “mammola”, la sua
coltivazione sulle colline laziali risale addirittura agli Etruschi; le
caratteristiche che lo rendono unico sono il cuore tenero e gustoso, e la
mancanza di spine e peluria interna.
Dopo questa carrellata di prodotti tipici, vediamo in quali piatti della
tradizione laziale sono impiegati. Qui di seguito trovate una selezione di
ricette da noi personalmente provate e che vi consigliamo di assaggiare, se già
non le conoscete.
Incominciamo a solleticare il palato con due fiori all’occhiello della
cucina regionale laziale:
- la tiella di Gaeta è una torta salata fatta di due dischi di pasta che
racchiudono un ripieno di vario tipo. L’impasto è simile a quello della pizza
ma richiede una lavorazione manuale più accurata; i due dischi vengono, poi,
uniti schiacciandoli con le dita. Nasce come piatto unico preparato dai
contadini sotto la dominazione borbonica con ingredienti poco costosi ma
nutrienti. Le classiche sono ripiene di polipi o di scarola; diffidate dalle
tielle che non hanno la superficie bella dorata e mangiatele a temperatura
ambiente.
- la porchetta di Ariccia IGP è un vero e proprio trancio disossato di carne
di maiale cotto con un sapiente uso di pepe, rosmarino e aglio; tratto
distintivo è la croccantezza e fragranza della cotenna. È un gustoso antipasto
o il ripieno perfetto per un panino perfetto.
Veniamo ora ai primi piatti tipici del Lazio:
- il timballo di Bonifacio VIII è una specialità di Anagni e, in generale,
della Ciociaria; prende il nome dal suo cittadino più illustre, papa Bonifacio
VIII. Il timballo è fatto di fettuccine all’uovo condite con ragù sostanzioso e
racchiuse in fette di prosciutto crudo; il tutto viene, poi, cotto in forno.
- l’acquacotta viterbese è un piatto tipico della Tuscia nato dall’ingegno
dei contadini che cercavano un piatto economico per scaldarsi dopo lunghe
giornate invernali trascorse all’aperto. Gli ingredienti, ossia cicoria,
patate, cipolla e pomodori, vengono cotti a fuoco lento direttamente
nell’acqua. A cottura quasi ultimata, si aggiunge un uovo o del baccalà; si
versa, poi, il tutto su di una o più fette di pane raffermo.
- l'amatriciana è un simbolo della cucina laziale talmente buono che ha
sdoganato i confini regionali, divenendo un piatto amato in tutt’Italia. I
bucatini (questo è l’unico tipo di pasta che deve essere usato!) vengono
conditi con un sugo a base di pomodori pelati, guanciale, peperoncino e una
spolverata di pecorino.
- la cacio e pepe è un altro piatto divenuto simbolo non solo del Lazio ma di
tutt’Italia per la semplicità ma gustosità dei suoi ingredienti e per la facilità di preparazione. Il segreto risiede nella sapiente miscela
dell’acqua di cottura della pasta con il pecorino romano DOP, in modo tale da
risultare una crema, e nello schiacciare i grani di pepe nero al momento.
- gnocchi alla romana, ovviamente da mangiare di giovedì! Sono dei dischi di
semolino con aggiunta di burro e parmigiano; la cottura in forno fa sì che si
crei una fragrante crosticina.
Annoverato tra i contorni, ma in realtà un vero e proprio piatto unico, la
vignarola risale sempre alla tradizione contadina; piatto tipico primaverile, è
a base di lattuga romana, fave, piselli, carciofi con aggiunta di guanciale
croccante.
Concludiamo questo ricco menú dei piatti tipici del Lazio con qualche
dolce:
- i bignè di San Giuseppe sono dei dolci di pasta choux fritti, farciti di
crema pasticciera e infine ricoperti di zucchero a velo; sono la versione
romana delle zeppole di San Giuseppe e, come da tradizione, si mangiano in occasione
della Festa del Papá, il 19 Marzo.
- il panpepato è il dolce tipico natalizio, dalle origini molto antiche,
fatto di frutta secca, miele, farina e cioccolato. Inizialmente era chiamato
pan-papato perché destinato ai prelati, assunse poi il nome di pan-pepato, cioè
speziato, quando venne aggiunto nella ricetta il cioccolato, considerato
afrodisiaco.
Se ci siamo dimenticate qualche leccornia non esitate a farcelo sapere nei commenti e buon appetito!
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