Una passeggiata alla scoperta del Museo di Urban Art di Roma
“You are now entering free Quadraro” è il messaggio che accoglie i visitatori che mettono piede in questo quartiere, alla periferia sud-est di Roma.
Perché fare una passeggiata proprio qui? Se siete degli amanti della street art come me, qui troverete MURo, il museo diffuso di urban art fondato nel 2010 dall’artista David Diavú Vecchiato.
In cosa consiste MURo? È il primo progetto di museo a cielo aperto completamente integrato nel tessuto sociale e urbanistico, ideato per rispettare lo spirito e la storia dei luoghi in cui gli artisti danno nuova vita a muri anonimi ma che sono intrisi di storia.
"Nido di Vespe", Lucamaleonte foto di martina |
#UNPÒDISTORIA
Il Quadraro si estende tra la via Casilina, la via Tuscolana e Centocelle. L’impianto urbanistico del quartiere, per come lo conosciamo oggi, risale agli anni Venti e Trenta del Novecento, quando il piano regolatore prevedeva la costruzione di villini di due, massimo tre piani, immersi nel verde.
È durante la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo dell’occupazione nazista, che il Quadraro assume un ruolo chiave per i soldati tedeschi, visto che i convogli con i rifornimenti per le truppe impegnate sulla Linea Gustav dovevano passare proprio per la via Casilina. Ma il quartiere si oppose strenuamente ai nazifasciti, appoggiando in tutti i modi i partigiani e sabotando le attività dei tedeschi, tanto che il comandante della Gestapo di Roma, Kappler, lo definì “un nido di vespe”. Nido di vespe che venne brutalmente punito il 17 aprile del 1944, quando quasi 1000 persone vennero deportate in Germania: meno della metà fece ritorno.
Ecco che la storia del Quadraro, il suo animo ribelle e indomito, trova spazio sui suoi muri, grazie a questo progetto site specific, pensato proprio per la borgata, e community specific, perché ha coinvolto chi il quartiere lo abita.
Nonostante le ottime intenzioni, non tutti hanno accolto favorevolmente il progetto; gli artisti e le loro opere si sono dovuti scontrare con aggressioni e atti vandalici, volti a fermare la “riqualificazione borghese” che il Quadraro stava subendo. Come vedete, la questione è molto spinosa!
Mural Dilkabear e Paolo Petrangeli su via dei Lentuli foto di Martina |
Ma ora veniamo al nostro tour dei murales!
Vi consiglio di scendere alla fermata della metro A “Porta Furba-Quadraro” e cominciare a passeggiare per le vie del quartiere, coadiuvati dalla mappa che troverete sul sito di MURo.
"Vuoti di Memoria", stazione metro Porta Furba foto di Martina |
TIP: già la stazione della metro è un piccolo museo di street art, animata dal mural di Ugo Spagnuolo “Vuoti di Memoria”. L’opera, di oltre 400 mq, raffigura 18 abitanti del quartiere mentre chiudono delle bottiglie, riempite dei loro ricordi. Un semplice luogo di passaggio si è trasformato in un contenitore di memoria collettiva. Possiamo partecipare tutti a questo mural inserendo i nostri ricordi su www.vuotidimemoria.it
Il primo mural che si incontra è “Nido di Vespe”, opera di Lucamaleonte, in via Monte del Grano; fa riferimento all’espressione dispregiativa con la quale i nazisti etichettarono il Quadraro. Sono raffigurate 7 vespe in ricordo dei settant’anni dalla terribile “operazione balena”, con la quale si mise in atto il rastrellamento del quartiere.
Lungo il muro della vicina via dei Lentuli si susseguono tantissimi murales, a partire dal manifesto di tutto il progetto MURo, “Art Pollinates Quadraro” di Diavú, proseguendo con una bambina dal volto enigmatico che celebra la creatività, firmata da Dilkabear e Paolo Petrangeli, e con “Molti amici molto amore” di Omino 71, in cui i coloratissimi personaggi dei fumetti si tengono per mano, trasmettendo un profondo messaggio di fratellanza.
"Il RisucchiAttore", Mr Thoms, tunnel del Quadraro foto di Martina |
Si raggiunge il tunnel del Quadraro, colorato da un lato dal mural di Gio Pistone, dall’altro dal "RisucchiAttore" di Mr Thoms.
Purtroppo, la prima opera, che raffigura un guardiano del tunnel, è stata deturpata da atti vandalici. Addentrandosi nelle vie limitrofe, si incontrano tante altre opere coloratissime: “La Fenice”, di Alessandro Sardella, sui muri della Carrozzeria Longarini, “Grandma”, di Jim Avignon, sul muro dell’omonimo bistrot, e il mural di Beau Stanton, il mio preferito, che raffigura un albero (il Quadraro) che nasce da un teschio (la violenza dei nazisti).
Mural di Beau Stanton foto di Martina |
Vi è piaciuta questa passeggiata?
Se la street art vi intriga, date un’occhiata anche ai murales che animano altri quartieri di Roma!
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