La Quadriennale d’arte 2020 di Roma si intitola Fuori ed è ospitata al Palazzo delle Esposizioni.
L’intento dei curatori, Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Gagol, è stato quello di porre l’accento sull’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi, proponendo una chiave di lettura che mettesse sotto i riflettori le nuove generazioni. Da sempre, infatti, la Quadriennale ha avuto come mission quella di valorizzare le nuove ricerche artistiche del Paese, facendo emergere percorsi alternativi e poco battuti.
Cinzia Ruggeri, Stivali Italia, 1996 foto di Martina |
Tre anni di ricerca hanno dato vita alla mostra Fuori, il cui percorso espositivo si snoda su tre temi principali: il Palazzo, il Desiderio e l’incommensurabile.
Il primo analizza il legame tra arte e potere, il secondo
mette in luce la capacità seduttiva dell’arte, mentre il terzo pone l’accento
su ciò che porta gli artisti ad esplorare le proprie ossessioni. Fuori va oltre
i limiti delle categorie, favorendo la contaminazione tra arti visive, teatro,
danza, cinema e moda, mettendo in discussione la versione univoca che, per
molto tempo, è stata data dell’arte. Il visitatore è, quindi, invitato ad
uscire dagli schemi precostituiti, ad assumere una posizione trasversale. Fuori
è la liberazione da qualsiasi costrizione abbia imbrigliato l’arte e gli
individui nel passato.
I
curatori hanno selezionato 43 artisti, proponendo un allestimento
intergenerazionale e multidisciplinare, con 35 sale monografiche,
riallestimenti di lavori già esistenti e nuovi progetti, tutto teso a
stravolgere la lettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi.
Con
questa edizione della Quadriennale, gli spazi espositivi raddoppiano e viene
imbastito parallelamente un progetto di storytelling sulla storia
dell’istituzione.
Appena entrati, lo spazio dedicato a Cinzia Ruggeri, artista e stilista dalla visione dissacrante e provocatoria, è una sorta di introduzione alla mostra. Si susseguono poi, nel percorso ideale creato dai curatori ed indicato nella mappa distribuita all’ingresso, le sale dedicate ad Irma Blank, Micol Assaël e Lisetta Carmi.
Installazione di Petrit Halilaj e Alvaro Urbano foto di Martina |
Salendo al piano superiore, al di sopra dell’imponente
scalinata, il visitatore è sovrastato da grandi fiori colorati, realizzati in
stoffa da Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, che raccontano la delicata storia
d’amore tra i due artisti. Le sale di questo piano sono, per lo più, dedicate
al rapporto tra l’artista e il proprio corpo.
L’ultima
parte, una volta ridiscesi al primo piano sotto lo sguardo del grande mural di
Amedeo Polazzo, è la più fantasiosa. Spiccano la sala dedicata all’artista e
compositore Sylvano Bussotti, dove sono accostati disegni di soggetto
omoerotico e costumi di scena, e quella concettual-glam di Maurizio Vetrugno.
La
mostra Fuori convince per la sferzata energica di innovazione che scuote il
visitatore dal torpore dell’incertezza dei tempi.
TIP: l’ingresso è gratuito, previa prenotazione sul sito del Palazzo delle Esposizioni, con la possibilità di visitare la sala che ospitava l’ingresso al Bal Tic Tac, il primo cabaret futurista di Roma.
Bell'articolo. Sara' davvero una bella mostra. E di questi tempi ci vuole proprio un attimo di distrazione onirica.
RispondiEliminaHai proprio ragione: quello che più ci serve è esplorare i mondi che solo l'arte ci può aprire!
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