Alla scoperta del capoluogo abruzzese che risorge dalle sue macerie
L’estate 2020 ci ha fatto aprire gli occhi sulle bellezze che l’Italia ci offre e che, molto spesso, snobbiamo, preferendo allontanarci migliaia di chilometri dal nostro Bel Paese, alla volta delle cosiddette “mete da sogno”.
Lo scorso anno è stato l’anno
dell’estate italiana, dei viaggiatori a chilometri zero, del turismo di
prossimità e sostenibile. Mi sono detta: “ecco il momento buono per andare alla
scoperta di una regione che mi ha sempre incuriosito, l’Abruzzo!”. Da dove
cominciare se non dal capoluogo, L’Aquila?
Il 6 Aprile del 2009 è una
data indelebile per tutti gli italiani: il terribile terremoto che ha devastato
la città è stato un dolore e una ferita che ancora oggi non si può cancellare
e, purtroppo, a distanza di anni i segni si vedono ancora nel tessuto urbano ma
non nell’animo degli abruzzesi, che hanno saputo subito alzare la testa e
rimettersi in sesto; questo è ciò che si respira appena messo piede in città.
Nonostante ci siano ancora
cantieri e gru, la bellezza di L’Aquila colpisce già al primo sguardo.
TIP: la città si visita
comodamente a piedi e ottimale è scegliere una sistemazione proprio all’interno
del centro storico o ai suoi margini. Ho trovato questo delizioso B&B, La
Casa di Ago, situato alle spalle di Corso Federico II, arteria principale della
città che porta direttamente a Piazza Duomo. L’appartamento (gigante!) è
all’interno di un palazzo dell’Ottocento, gli ambienti sono caldi ed
accoglienti, curati in ogni dettaglio; altro punto a favore è il parcheggio per
i clienti, per non parlare del prezzo: 38€ a notte!
Piazza Duomo, foto di Martina |
Iniziamo il giro cittadino
dalla splendida piazza Duomo, umbilicus urbis.
Di forma quadrata e lunga
140 m, su di essa affacciano due chiese, due fontane e il bar storico della
città, Fratelli Nurzia, dalle belle decorazioni liberty. Iniziamo dalla chiesa
di Santa Maria del Suffragio, chiamata dagli aquilani chiesa delle Anime Sante;
costruita nel Settecento al posto di un altro edificio di culto distrutto dal
terremoto del 1703, è stata uno dei primi monumenti ad essere restaurati dopo
il sisma del 2009. La sua facciata concava si ispira alle forme del Borromini.
L’altra chiesa è niente meno che il Duomo, la cattedrale dei Santi Massimo e
Giorgio, dal destino sfortunato. Fondata nel Duecento e ampliata nel
Quattrocento, venne anch’essa distrutta dal terremoto del 1703 e ricostruita
insieme alla chiesa delle Anime Sante ma, a differenza di quest’ultima, non
riuscì mai a creare un legame affettivo con la popolazione; oggi è ancora
chiusa ed inagibile.
Vi ho parlato, poi, di due
fontane conosciute come Fontana Vecchia, opera di Nicola D’Antino che negli
anni Trenta abbellì le trecentesche vasche in travertino, poste qui per
l’approvvigionamento idrico del mercato cittadino che si è svolto nella piazza
fino al 2009.
TIP: L’Aquila è divisa in
quattro quadranti, detti “quarti”, sin dal 1276; questi corrispondono non solo
al territorio cittadino ma anche alle frazioni periferiche.
A pochi passi da qui inizia
una delle strade più belle della città, via San Marciano, ricca di bei
palazzetti in pietra e chiese di pregio. Proseguendo lungo corso Vittorio
Emanuele si apre l’incrocio definito Quattro Cantoni, crocevia di tre
importanti strade e incorniciato dai settecenteschi Palazzo Ciolina e Palazzo
Fibbioni Lopez, dal Palazzo razionalista dell’INA, e dal neoclassico Palazzo
del Convitto, costruito nel 1883 con i primi portici della città, storica sede
della Biblioteca Tommasiana. A breve distanza, piazza Palazzo è dominata dalla
grande statua di Sallustio, a memoria dello scrittore latino originario della
vicina Amiternum, e vi si affacciano il Palazzo di Margherita d’Austria,
governatrice d’Abruzzo nel Cinquecento, e la Torre Civica.
Lo stemma cittadino, foto di Martina |
Passeggiando sotto il portico del Palazzo dell’INA, si giunge alla Basilica di San Bernardino, in posizione panoramica sulla sommità della scalinata di via Fortebraccio. È intitolata al santo di Siena che trascorse qui gli ultimi anni della sua vita, morendo nel 1444. L’alta facciata rinascimentale colpisce per il movimento creato da colonne e finestre e per il bianchissimo colore del marmo. Nel grandioso interno lungo 100 metri, sono visibili le spoglie di San Bernardino, custodite nel quattrocentesco mausoleo.
Altra chiesa maestosa nelle sue dimensioni è Santa Maria Paganica, la cui storia è legata ai tanti terremoti cittadini. Costruita tra il Duecento e il Trecento, dopo aver superato indenne le tante scosse sismiche succedutesi nei secoli, è stata sventrata dal terremoto del 2009.
La basilica di San Bernardino |
Proseguendo su corso Vittorio Emanuele, si raggiunge uno dei simboli della città, la Fontana Luminosa, che si staglia sullo sfondo del Gran Sasso. Il suo nome è dovuto ai giochi di luce che la illuminano nelle ore notturne. Da qui inizia un bel parco che racchiude il Forte Spagnolo, nato con funzioni difensive come testimoniano i possenti bastioni, il fossato e il doppio ordine di cannoniere. Costruito nel 1534, è il simbolo dell’odiata dominazione spagnola sulla città, entrata in profonda crisi economica proprio per le tasse imposte ai cittadini per la sua realizzazione. Tutto il complesso ad oggi è ancora chiuso al pubblico.
La Fontana Luminosa, foto di Martina |
Nella città devastata dal
terremoto, la street art, grazie al suo linguaggio semplice ed immediato, è
riuscita a far rinascere gli spazi distrutti dalla tragedia. Ne è un esempio il
murales all’ingresso del tunnel pedonale situato alle spalle della Fontana
Luminosa, una grande aquila blu ad ali spiegate, creata dall’artista Gesta
Future, recentemente scomparso.
È giunto il momento di
ammirare la splendida facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio,
gioiello cittadino dall’interessante storia. La facciata presenta la classica
struttura squadrata delle chiese aquilane, abbellita, però, da tre rosoni, tre
portali e dall’ipnotico doppio colore, rosa e bianco, del marmo proveniente
dalle vicine cave di Genzano di Sassa. È il baluardo simbolico della città,
visto che proprio la meravigliosa facciata rimase illesa dopo il terremoto del
2009. La basilica venne costruita fuori dalle mura cittadine per volere di
Pietro da Morrone, incoronato proprio qui come papa Celestino V nel 1294.
La basilica di Santa Maria di Collemaggio, foto di Martina |
TIP, LA PERDONANZA
CELESTINIANA: una volta divenuto papa, Celestino V emanò a L’Aquila la Bolla
del Perdono che la Chiesa Cattolica celebra ancora oggi con la Perdonanza
Celestiniana. Ogni anno, infatti, tra il tramonto del 28 e quello del 29
Agosto, giorno dell’incoronazione a pontefice, i credenti che entrano nella
basilica attraverso la Porta Santa ottengono l’indulgenza da tutti i peccati.
Oggi questo momento religioso si è trasformato in una settimana di
festeggiamenti, con eventi di vario genere e cortei storici, durante i quali
viene esposta sotto teca proprio la Bolla papale con l’indizione del cosiddetto
primo Giubileo della Storia. Ho avuto la fortuna di capitare a L’Aquila proprio
in occasione di questo meraviglioso evento che mi ha particolarmente coinvolto!
Sul lato destro della
basilica si apre il Parco del Sole, storica area verde frequentata dagli
aquilani che, con la riqualificazione degli ultimi anni, ha visto aggiungersi
l’Amphosculture, un anfiteatro opera della land artist Beverly Pepper. I colori
della struttura che si sviluppa in discesa, approfittando della forma naturale
del terreno, sono il bianco e il rosa, richiamando la vicina facciata di
Collemaggio.
L'Amphosculture nel Parco del Sole, foto di Martina |
Altro monumento che si trova
un po’ fuori rispetto al centro storico è la Fontana delle 99 cannelle. È
situata all’interno del Borgo Rivera, quartiere che, per la sua collocazione a
valle, nei pressi del fiume Aterno, fu luogo strategico per le attività
artigianali. L’acqua della fontana sgorga realmente da 99 cannelle di metallo
corrispondenti a 99 mascheroni, tutti diversi, come il numero dei castelli che
tradizionalmente fondarono L’Aquila. Fanno da sfondo tre pareti a scacchi, in
pietra bianca e rosa proveniente anch’essa dalla cava di Genzano di Sassa.
Poco distante, a destra di
una chiesetta del XIV secolo, si trova il MuNDA, il Museo Nazionale d’Abruzzo,
che occupa gli spazi dell’ex mattatoio comunale; questo illustra il meglio
dell’arte dell’intera regione, dall’antichità ai giorni nostri.
La Fontana delle 99 cannelle, foto di Martina |
#UN PÓ DI STORIA: a pochi
chilometri da L’Aquila si trovano i resti dell’antica Amiternum, città fondata
dai Sabini nel X secolo a.C. e conquistata dai Romani nel III secolo a.C.
L’area archeologica conserva resti romani tra cui spiccano il teatro e
l’anfiteatro, in ottimo stato di conservazione. Entrambi di età augustea, il
primo poteva ospitare circa 2000 visitatori nella cavea che poggia sul colle
S.Vittorino, strutturata su due livelli divisi da un corridoio. L’anfiteatro
presenta una struttura ancora più monumentale, potendo ospitare 6000
spettatori. L’accesso all’area è gratuito e merita assolutamente una
deviazione!
L'anfiteatro di Amiternum, foto di Martina |
Il primo locale, storica enoteca, ha affiancato l’attività di
ristorazione, con particolare attenzione ai prodotti del territorio e a ricette
della tradizione abruzzese; l’Antica Trattoria dei Gemelli è tornata nella sua
sede storica e propone gustosi piatti stagionali che partono dai prodotti a km
0 e dalle tradizioni.
Da L’Aquila si raggiungono
facilmente tante altre località e borghi ricchi di fascino e storia. Cliccate qui per scoprirne i dintorni!
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