Alla scoperta dei borghi della conca aquilana
I dintorni di L’Aquila sono ricchi di tante bellezze: il Castello di Rocca Calascio, simbolo dell’Abruzzo, è una di queste.
Arroccato a quasi 1500 metri
d’altezza, il maniero, risalente all’anno Mille, domina la valle del Tirino e
la piana di Navelli, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti
della Laga; nato come semplice torre di avvistamento per prevenire gli assalti
nemici, acquisì sempre più importanza, passando sotto il controllo di diverse
importanti famiglie, come i Piccolomini e i Medici; era usato, infatti, come
punto strategico d’osservazione militare, in comunicazione con altre torri e
castelli nelle vicinanze.
Il Castello di Rocca Calascio foto di Martina |
TIP: Rocca Calascio si raggiunge
da L’Aquila in circa 40 minuti di auto. Nel periodo estivo si può parcheggiare
la macchina presso il borgo e usufruire della navetta (3€a tratta) che porta
fino al paesino diroccato, oggi trasformato in albergo diffuso, ai piedi del
castello. Da qui, con una piacevole passeggiata, lo si raggiunge. Altrimenti, i
più temerari possono salire direttamente a piedi! L’ingresso è gratuito.
National Geographic ha inserito
il castello tra i 15 più belli al mondo e capirete presto il perché: imponente
e maestoso, vera meraviglia architettonica, si staglia con il suo candore in un
paesaggio montano, regno dell’aquila reale e dell’orso marsicano. La forma
attuale del castello risale ad una ristrutturazione del 1463, voluta da Antonio
Todeschini della famiglia Piccolomini che modificò la fortificazione costruendo il maschio centrale e le quattro torri cilindriche. A partire dagli
anni Ottanta del Novecento, questa meravigliosa scenografia naturale ha
abbagliato tanti registi cinematografici che hanno scelto il castello come set
per i loro film, a partire da Lady Hawke e Il Nome della Rosa.
La rocca si contende il paesaggio
con un’altra architettura stupefacente, la Chiesa di Santa Maria della Pietà,
un tempietto di forma ottagonale con una caratteristica cupola ad otto spicchi.
Leggenda narra che sia stata costruita nel luogo dove la popolazione sconfisse
una banda di briganti che devastava la zona. La chiesa non è sempre aperta,
quindi ci vuole un pizzico di fortuna!
Il Castello e la Chiesa di Santa Maria della Pietà foto di Martina |
Attorno al castello ruotava un
borgo, la cui parte alta venne abbandonata molto presto in seguito a numerosi
terremoti, il più devastante dei quali venne registrato nel 1703. La parte bassa,
invece, venne abitata sino agli inizi del Novecento, quando anche le ultime
famiglie si trasferirono nel paese di Calascio, più a valle. È stato solo a
partire dagli anni Ottanta che, complici i numerosi film girati, il borgo e la
rocca vennero interessati da una vigorosa opera di restauro.
Spesso i visitatori, terminato il giro al castello, non si soffermano a passeggiare per Calascio, il piccolo paese di circa 130 abitanti, sviluppatosi in seguito alle calamità naturali che hanno costretto il borgo e la rocca all’abbandono e all’oblio. Qui è un susseguirsi di viuzze, piazzette, case in pietra e belle chiese che accolgono i turisti con la loro atmosfera d’altri tempi. Il Convento di Santa Maria delle Grazie o Chiesa di San Francesco custodisce al suo interno un candelabro e un ciborio del XVII secolo, mentre la Chiesa di San Nicola é interessante per il suo portale cinquecentesco e per le statue di terracotta del XVII secolo.
Ma non è finita qui!
Assolutamente da non perdere, vista l’estrema vicinanza con Rocca Calascio,
sono i borghi di Santo Stefano di Sessanio e Bominaco.
Santo Stefano di Sessanio oggi
conta poco più di cento abitanti; nato nel Trecento, fu la famiglia Medici sul
finire del XVI secolo a renderlo il grazioso borgo che è oggi. Agli inizi del
Novecento subì un quasi totale spopolamento dovuto all’emigrazione degli
abitanti, cosa che, tuttavia, ha permesso la conservazione delle belle case in
pietra quattrocentesche; il simbolo cittadino è la Torre Medicea, in parte
crollata con il terremoto del 2009. Negli ultimi quindici anni il borgo è stato
riportato a nuova vita grazie alla creazione di un elegante albergo diffuso.
Il borgo di Santo Stefano di Sessanio foto di Martina |
Bominaco, frazione di Caporciano,
a 1000 metri d’altitudine, nasconde due tesori, la Chiesa di Santa Maria
Assunta e l’Oratorio di San Pellegrino che compongono ciò che resta di un
antico monastero benedettino. L’Oratorio è un vero e proprio scrigno di pittura
medievale, soprannominato la “Cappella Sistina d’Abruzzo” per la quantità e
qualità di affreschi realizzati nel Duecento probabilmente dai monaci che abitavano
il monastero. Non scoraggiatevi se troverete i cancelli chiusi: è prassi
contattare il custode tramite il numero di telefono che trovate sul cartello
d’ingresso; questa piccola scocciatura sarà ampiamente ripagata dalla vista di
due tra i monumenti più sorprendenti dell’intera regione.
A pochi chilometri da Bominanco, in località San Demetrio Ne' Vestini, la trattoria La Casetta è il massimo per concludere una giornata di escursioni tra le bellezze aquilane. Il locale, rustico e genuino, ha come cavalli di battaglia la cortesia, il buon cibo e le porzioni abbondanti. Mi raccomando, se voleteassaggiare gli arrosticini, non dimenticate di ordinarli al momento della prenotazione, altrimenti rimarrete a bocca asciutta!
Cosa aspettate a mettervi in
macchina e andare alla scoperta di queste meraviglie abruzzesi?
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