Oggi ti porto alla scoperta di due dei piatti più famosi della cucina romana, e più in generale, del Lazio: l’amatriciana, o come diciamo a Roma, ‘a matriciana, e la cacio e pepe.
#AMATRICIANA
Partiamo dai semplici
ingredienti di questo sugo: guanciale, pomodori e pecorino. La ricetta comparve
nel 1927 nel celeberrimo libro di cucina “Il talismano della felicità”, ma
tradizione vuole che il cuoco Francesco Leonardi la servì nell’aprile del 1816
in un banchetto al Quirinale, organizzato da Papa Pio VII in onore di Francesco
I Imperatore d’Austria.
Il nome deriva da Amatrice,
paesino del reatino dove nacque come pasto principale dei pastori: furono
proprio loro a portarla nella Capitale, attraversando con le greggi la Campagna
Romana. Originariamente, la ricetta era senza pomodoro e prendeva il nome di
gricia: questo ingrediente venne aggiunto quando i pomodori
vennero importati dalle Americhe.
La scarpetta all'amatriciana de La Vacca 'mbriaca
foto di Martina
La ricetta, non solo è stata tutelata dal Comune di Amatrice con un marchio di origine, ma è anche stata inserita nel Registro Europeo delle Denominazioni d'Origini e Indicazioni Geografiche e riconosciuta come Specialità Tradizionale Garantita.
Manca solo risolvere
l’eterno dilemma: bucatini o spaghetti? La risposta è solo una: bucatini!
Ti voglio lasciare con una
curiosità. Il sugo all’amatriciana è talmente buono e così tanto radicato nella
cucina romana, che un ristorante ha adottato una “formula” particolare: da La
Vacca ‘Mbriaca potete ordinare una scodella di sugo all’amatriciana e mangiarlo
con il pane abbrustolito!
#CACIOEPEPE
Veniamo ora alla cacio e
pepe, altro piatto povero nato dall’attività pastorizia che tanto caratterizzò
il Lazio nei secoli passati. I pastori, infatti, rimanendo lontani da casa per
lunghi periodi, riempivano le loro bisacce con pezzi di formaggio stagionato,
grani di pepe e pasta essiccata. Questi cibi potevano conservarsi per lunghi
periodi, erano facilmente trasportabili e fornivano il giusto nutrimento per
sostenere i pastori nelle loro attività quotidiane.
La cacio e pepe di Rimessa Roscioli
foto di Martina
È un piatto all’apparenza semplice ma i cui ingredienti devono essere perfettamente bilanciati per assicurare un’esplosione di sapore. A Roma, non c’è trattoria tradizionale o ristorante più ricercato che non la proponga nel proprio menù, rigorosamente servita con il tonnarello!
Tra tutte quelle che ho
provato, quella di Rimessa Roscioli merita una menzione particolare per il
perfetto equilibrio tra pecorino e pepe e per la sua cremosità!
Se questi piatti non ti
bastano, qui trovi tutto quello che c’è da sapere su “sua
maestà” la carbonara!
Nessun commento:
Posta un commento